Fascisti e Democristi
ecco i veri nemici del popolo. Sopravvissuti indenni allo sfascio da loro provocato della prima e
della seconda Repubblica, i Demofascisti
gravano ancora sulle nostre spalle.
Risorgono dopo la seconda guerra
mondiale iniziando, sin dal 2 gennaio
1948, a manomettere la Costituzione italiana. Un lento processo di
destabilizzazione che oggi ci consegna l’indicazione del PREMIER (non del presidente
del consiglio) nella scheda elettorale, il pareggio di bilancio, ci propina uno stato presidenzialista di fatto,
mascherato da repubblica parlamentare. Ai
cittadini non è consentito più di “associarsi liberamente in partiti per concorrere in
metodo democratico a determinare la politica nazionale” (Art.49) , essi sono
stati estromessi dai partiti stessi che
un’oligarchia demofascista ha
trasformato in comitati elettorali al servizio dei poteri forti.
Il Demofascismo si è macchiato delle stragi di stato, quando le lotte operaie e studentesche degli
anni ’70 stavano per scalzarlo, ha avuto e continua ad avere rapporti d’affari con la mafia, è stato
inquisito e condannato nelle vicende di tangentopoli, oggi è
screditato e politicamente delegittimato dal totale asservimento al potere finanziario capitalista. Eppure Fascisti e Democristi
sono ancora attivi nel far danni alla società civile. Un ultimo esempio è
rappresentato dagli squallidi giochetti sulla legge elettorale. La commissione affari costituzionali del Senato
(che andrebbe ribattezzata commissione affari propri del senato), ha votato un
sistema che demo cristi e fascisti, certi di essere squalificati
dal voto popolare , hanno studiato
proprio per neutralizzare l’effetto, per
loro devastante, della consultazione popolare .
Il giochetto di modificare la legge elettorale ad uso e consumo del Demofascismo non è nuovo.
Ha avuto il suo massimo splendore nell’era berlusconiana. Il
funzionamento è semplice. Quando il Demofascismo è in vantaggio nei sondaggi, la legge
elettorale sarà funzionale a consolidare la vittoria, al contrario quando il Demofascismo è in svantaggio le regole saranno concepite in modo di ridurre il divario con la coalizione che vincerà. E, comunque, costringere questa a trattare con i demofascisti, i quali alla fine, riusciranno a preservare i privilegi di cui hanno sempre goduto.
Secondo tradizione i Democristi e
i Fascisti – in combutta con avventurieri e ladri di galline che nel Pdl hanno trovato prosperità
dietro la grande ala protettrice di
Berlusconi -insieme con i Democristi doc
quelli peggiori , quelli contraddistinti
dal trasformismo e opportunismo, quelli come
Pierferdinando Casini per capirci, hanno votato un sistema in cui per
ottenere il premio di maggioranza la coalizione vincente deve racimolare
il 42,5% dei consensi. Con questa legge l’armata
riformista, data per favorita, ma lungi
dal raggiungere il 42,5% dei voti, dovrà trattare con il democristo per eccellenza: Casini, che dall’alto del suo 5 o 6%,
potrà come al solito, insieme agli altri demofascisti
, condurre per l’ennesima volta il gioco, oppure benedire un nuovo governo
tecnico guidato dal banchiere, democristo anche lui, Mario Monti. Questo acuto dispositivo, fra
l’altro, crea una barriera difensiva
imperforabile all’attacco dei grillini. Un movimento outsider che , a causa dell’impresentabilità di demofascisti e riformisti, potrebbe
raggiungere una percentuale di voti in doppia cifra tale da diventare
addirittura il primo partito. Sciagura da evitare. Una vittoria dei riformisti
può essere gestita -in fondo nelle loro fila militano diversi democristi,
molti sono favorevoli ad un nuovo
governo Monti e poi i riformisti
italiani sembrano la Roma di Zeman
capaci di perdere 3 a 2 dopo essere
andati in vantaggio 2 a 0 . Un’affermazione
del M5S, invece sarebbe ingestibile. Non
se ne conosce la permeabilità all’inciucio e soprattutto è contro il banchiere democristo. Una mina vagante
che va assolutamente disinnescata, tanto che il presidente del Senato, il demofascista
di lunga tradizione Schifani, ha candidamente ammesso che questa
legge elettorale deve essere approvata anche per impedire al M5S di vincere le
elezioni. Alla faccia dell’imparzialità che costituzionalmente dovrebbe
contraddistinguere la seconda carica
dello Stato. Dunque per cambiare veramente il destino che ci sta trascinando in
fondo al baratro è necessario finalmente liberarsi dalla teppaglia fascista e democrista. Non è impresa semplice perché è necessario
cambiare completamente la coscienza politica
della gente che da sempre,
lassista e pigra, si è fatta confondere
dai demofascisti,
dal loro borghese finto paternalismo che spaccia
i diritti per privilegi da concedere in cambio del voto.
Occorre, attraverso la presenza militante , città per città, quartiere
per quartiere, a partire dai contesti
locali, dimostrare che i Demofascisti da sempre sono stati i catalizzatori del predominio del capitale sul lavoro. Una atavica lotta di classe che oggi si è
trasformata, tout court, in contrasto
fra povertà e ricchezza. Per fare questo
è necessario tempo e costanza, nel scendere sempre in piazza , creare e
supportare momenti di conflitto che oggi stanno proliferando in tutta Europa,
connettere tutte queste conflittualità allo scopo di costruire e consolidare un
blocco sociale granitico che sia in grado di rimuovere l’impenetrabile barriera
che i Democristi hanno costruito a difesa del captale. Poi, finalmente, colpire direttamente il potere del capitalismo
finanziario. Un’operazione incerta e di
lunga prospettiva, che però può avere una piccola accelerazione dalla rabbia di
pezzi di società che piano piano stanno scoprendo l’imbroglio del Demofascismo. A tal proposito un nuova opportunità può
affiancare la strategia della conflittualità sociale, necessaria ma dai lunghi tempi di attuazione. L’occasione da cogliere è offerta
dal contesto delle prossime elezioni politiche. Facciamo in modo che il movimento outsider,
oggi dato come secondo partito, sparigli i giochi e arrivi molto vicino a
quella soglia del 42,5% . Facciamo in
modo che i Demofascisti non
si trovino davanti la solita accondiscendenza dei riformisti, ma un osso
che, a meno di sconfessioni clamorose, sia molto più duro, indigesto e
soprattutto contrario al governo
Monti. Avete capito bene sto dicendo di
votare per Grillo. Pur non condividendo
nulla del metodo dittatoriale con cui il
movimento è gestito , pur cosciente che il programma dei grillini è lacunoso,
monocorde nel denunciare la corruzione, pur consapevole che il M5S è comunque l’espressione
di un’insoddisfazione tutta borghese che sfocia nel populismo, che non ha la minima valenza ideologica, né una
coscienza di classe e presenta una prospettiva politica di corto raggio , devo ammettere che è l’unico appiglio per provare a scardinare il Demofascismo. Oggi è questa l’urgenza. Usiamo quindi il M5S
populista quanto, si vuole, dispotico, e volgare, per toglierci di torno la cancrena demofascista. Poi ,rimosso l’ostacolo, con la speranza che
nel frattempo il conflitto sociale abbia ottenuto qualche risultato, ci si può concentrare nella lotta senza se e
senza ma al vero nemico, il capitalismo finanziario, abbandonando le invettive
grilline utili per aizzare la rabbia ma destinate a far
deperire il movimento per l’ inconsistenza
propositiva. E’ un discorso cinico,
soprattutto verso il M5S, ma la guerra è guerra. L’unico rischio è che i grillini, una volta passati
dall’altra parte della barricata, non si
facciano a loro volta imbrattare dalla melma demofascista , qualche avvisaglia si è avuta già in Sicilia nel
consiglio regionale guidato da Crocetta . E’ evidente che in questo caso, ci sarà ben poco da fare, se non……. Meglio
non scrivere altro.
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