giovedì 22 novembre 2012

Una giornata di mobilitazione contro l’accorpamento delle province


Francesco Notarcola  a nome della Consulta della Città di Frosinone e delle associazioni aderenti al Gruppo “Frosinone che vorrei”


Prepariamo insieme una giornata di mobilitazione contro l’accorpamento delle province e la soppressione del Capoluogo

La  classe dirigente della Ciociaria e del Cassinate sembra non essere affatto interessata dalle pesanti e drammatiche  ripercussioni  che si  abbatteranno sul nostro territorio a  seguito dell’accorpamento delle province di Frosinone e Latina ed alla perdita del ruolo di capoluogo della nostra Città.  
Finora si è levata qualche voce e si è promosso qualche incontro di vertice con coloro che, responsabili del quadro di desolazione e di degrado  che hanno determinato con il loro operare, dovrebbero diventare, oggi, strenui difensori del nostro territorio ed opporsi alle decisioni ed ai comportamenti dei loro partiti e dei  loro gruppi parlamentari. Perché i nostri rappresentanti al Parlamento europeo, al Parlamento nazionale  ed al Consiglio regionale del Lazio non si sono attivati prima presentando emendamenti e proposte di revisione? 
Perché da parte del Presidente della Provincia e del Sindaco del Capoluogo, unitamente a tutti i sindaci,  non si è promossa un’azione capillare d’informazione dell’opinione pubblica e dei cittadini?  
Le poche voci levatesi sembrano abbaiare alla luna. Mancano  proposte precise concordate e condivise di tutte le espressioni organizzate della nostra vita sociale  per cercare di tentare un recupero all’ultimo momento.
NON SI  E’ CERCATO DI COSTRUIRE L’UNITA’ TRA CITTADINI E ISTITUZIONI  PER DARE FORZA E SOSTEGNO AD UNA GIUSTA  RIVENDICAZIONE
Fino ad oggi dei 91  consigli comunali si è riunito solo quello di Ceccano per dire la propria su questi temi, per votare un documento che potesse  rappresentare  la protesta,  la rabbia e la volontà di cambiamento tanto auspicato dai cittadini,  per incalzare il governo, i gruppi parlamentari ed  i partiti che sorreggono la maggioranza di governo.
                                            Non hanno fatto sentire la loro voce:
I consigli comunali dei grandi centri della provincia ( Veroli-M.S.Giovanni Campano-Isola Liri-Sora- Atina-Cassino-Pontecorvo- Ceprano-Ferentino-Anagni-Alatri-Fiuggi, ); le Comunità montane; la Camera del commercio; Il Consorzio ASI gli ordini professionali: (avvocati, ingegneri, medici, commercialisti e consulenti, ) le rappresentanze sindacali dei luoghi di lavoro pubblici e privati; le organizzazioni sindacali dei lavoratori dipendenti;  le organizzazioni imprenditoriali( industriali, commercianti, artigiani, agricoltori). 
Perchè tutto questo silenzio, nonostante intorno a noi,  oltre alla desolazione ed al degrado  ambientale, sociale ed economico, dilagano l’illegalità e la  corruzione, la  povertà e la disoccupazione?
La perdita del capoluogo ci farebbe  sprofondare nel baratro e renderebbe molto più difficile la possibilità di ripresa e di rilancio del territorio,  di ricostruzione di una economia e di una organizzazione sociale  che partendo dalle ricchezze e dalle risorse locali potrebbe garantire  maggiori prospettive occupazionali e di sviluppo 
 Per questi motivi e per altri si ritiene necessario dover dare una risposta forte, immediata, unitaria e condivisa che esprima la volontà di tutta la popolazione, per far rientrare decisioni scellerate e per porre le premesse per aprire una vertenza con il Governo e con la Regione Lazio. Le prossime, vicine elezioni potrebbero essere un importante momento di confronto e di elaborazione progettuale.
E’, però, indispensabile e decisivo che  i sindaci cambino atteggiamento svolgendo a pieno il ruolo e  il  potere  loro conferito nell’interesse della collettività. 
Essi non possono stare zitti quando si chiudono gli uffici postali com’è accaduto in questi giorni. Essi non possono far finta di niente quando il Tar condanna L’Acea ato5 s.p.a.a rimborsare gli utenti per il costo della depurazione versato e non dovuto. Essi non possono essere spettatori quando si chiude il PRONTO  SOCCORSO di Anagni, quando si sopprimono ospedali, reparti e posti letto e si riduce la sanità alla precarietà.
Il protagonismo dei sindaci, delle associazioni e dei cittadini costituisce  la chiave di volta decisi per progettare e realizzare la rinascita di questa nostra  terra troppo maltrattata e vituperata proprio da chi la dovrebbe amare e difendere.
Una risposta forte si può e si deve dare subito, prima che si pronunci il Tar.
Si propone, perciò, una GIORNATA DI MOBILITAZIONE con la presenza di  tutti i consigli comunali convocati a Frosinone, in seduta straordinaria, insieme al Consiglio provinciale,con la partecipazione delle associazioni di ogni tipo, di delegazioni di ogni luogo di lavoro pubblico e privato, degli Ordini professionali, dei sindacati tutti ( Imprenditori e lavoratori dipendenti), dei Consigli d’Istituto e degli studenti di ogni ordine e grado.
Per approfondire le tematiche esposte e per decidere insieme il giorno e le modalità della organizzazione e dello svolgimento della manifestazione è convocato un incontro, aperto a tutti, presso la SALETTA  “Gualdini”, Viale   Giacomo Matteotti, alle ore 17,30 di lunedì 26 novembre.
Sono invitati a partecipare  tutti i soggetti menzionati in questo documento, le associazioni, i comitati, i cittadini.
  

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