martedì 4 dicembre 2012

MULTISERVIZI ENTE DI DIRITTO PUBBLICO

Luciano Granieri, Collettivo Ciociaro Anticapitalista


Sabato scorso i lavoratori della ex Multiservizi di Frosinone hanno dovuto interrompere l’occupazione della sala consiliare, fatti sgombrare dal sindaco Ottaviani con  l’intervento delle forze dell’ordine. Ormai per loro il tempo è scaduto. E’ scandaloso che   una amministrazione  non riesca a assicurare lavoro in un settore, come la cura del territorio urbano, che è servizio fondamentale per le città.  Le soluzioni, dopo rimpalli rinvii, scambi di accuse fra centro destra e centro sinistra, dalla Provincia, passando per Alatri, fino  a Frosinone, hanno causato sconforto fra i lavoratori. La scelta dell’attuale giunta di centrodestra è la privatizzazione, con l’obbligo alle ditte che si aggiudicheranno l’appalto di servirsi di alcuni lavoratori della Multiservizi, con quali mansioni, e con quali retribuzioni è facile immaginare. La proposta del centro sinistra è quella di proseguire nella costituzione di un'altra società in house, iter già avviato dalla giunta precedente, che possa rilevare i lavoratori della Multiservizi,   con retribuzioni inferiori e meno tutele. A queste si aggiunge una terza soluzione, che da questo blog invochiamo da tempo  e che la Corte dei Conti ha suggerito come la migliore, cioè  quella dell’assunzione diretta dei lavoratori da parte del comune. Non si capisce perché nei due documenti redatti dai giudici contabili, né i consulenti del centro sinistra, né quelli del centro destra riescono a leggere il capoverso, indicato chiaramente,  che suggerisce l’internalizzazione. Sarà incompetenza, o qualcosa d’altro, non è dato saperlo.  Se si fa notare che questa posizione è figlia di una mancata volontà politica   da parte di entrambi gli schieramenti, amministratori vecchi e nuovi si offendono. Ad un analisi più approfondita però, penso che la stessa ripubblicizzazione della Multiservizi sia una soluzione insufficiente .  Infatti il ritorno alla gestione pubblica, assicurerebbe senza dubbio migliori garanzie e  tutele per i lavoratori, ma non scongiurerebbe i rischi di una amministrazione dissennata. Spesso si accusa l’ente pubblico  di essere poco attento agli sprechi, di alimentare corruttele ed assicurare privilegi per consentire ai vari amministratori di mantenere il proprio bacino elettorale, provocando il dissesto del settore amministrato. In tutta sincerità  anche intorno alla Multiservizi , nonostante il fallimento sia stato causato chiaramente  dal  foraggiamento abnorme  di un nutrito stuolo di manager, si sono alimentati sospetti di assunzioni facili per alcuni addetti amici, di trattative con i sindacati per favorire certi  iscritti piuttosto che altri. La veridicità di queste voci non interessa. So per certo che nella Multiservizi c’è gente che lavora sodo e assicura servizi essenziali . Ciò che è importante rimarcare è che spesso per i motivi già citati  anche le società pubbliche falliscono,  innescando così il processo di privatizzazione. E’ già  accaduto alla  AMT , l’azienda dei trasporti  pubblici di Genova, che dopo  essere tornata di proprietà del comune grazie alla lotta di lavoratori e cittadini, oggi è in dissesto finanziario e il sindaco Doria, sicuramente non un pericoloso neo liberista, né sta ritentando la privatizzazione.  La soluzione ideale  in grado di assicurare un erogazione di qualità dei servizi e la tutela dei lavoratori è “L’ENTE DI DIRITTO PUBBLICO”.  Ovvero la forma societaria propria  dell’Azienda Speciale Acqua Bene Comune di Napoli. La forma  “Ente di diritto pubblico”, nasce dalla consapevolezza che in tutto il mondo le più recenti trasformazioni del diritto hanno prodotto l’emersione a livello costituzionale, normativo, giurisprudenziale e di politica del diritto della  categoria  dei  beni  comuni,  ossia  delle  cose  che  esprimono  utilità  funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali, nonché al libero sviluppo della persona e che vanno preservate anche nell’interesse delle generazioni future.  Come non considerare la cura della città  e dei suoi abitanti un’attività  utile e funzionale all’esercizio dei diritti fondamentali e al libero sviluppo della persona?  I  primi ad avere interesse che un’azienda  sia efficiente sono i clienti a cui si rivolgono i servizi e i lavoratori che questi servizi assicurano. Dunque la presenza nel consiglio di amministrazione di una rappresentanza di clienti e una di lavoratori sarebbe sufficiente garanzia di qualità e trasparenza.  Nella fattispecie della “MULTISERVIZI ENTE DI DIRITTO PUBBLICO”,  ad affiancare gli amministratori pubblici nel governo dell’ente dovrebbe figurare un “CONSIGLIO DI GESTIONE PARTECIPATO” composto da una rappresentanza di cittadini e da una rappresentanza di lavoratori. Il consiglio di gestione dovrebbe essere in grado di suggerire il piano industriale, indicando  dove e come investire i fondi, suggerendo le migliori modalità di intervento. Le maestranze che ogni giorno svolgono le attività sul territorio sicuramente avranno le competenze necessarie per individuare le soluzioni gestionali  migliori, magari affiancati da   esperti scelti da loro stessi. Al  Consiglio di gestione partecipato  spetterebbero inoltre funzioni di controllo sulla corretta erogazione del servizio vigilando e intervenendo su eventuali sprechi e dinamiche poco trasparenti. Dunque per una soluzione definitiva e efficace della questione Multiservizi, bisogna superare il concetto di gestione pubblica e assumere invece quello di gestione partecipata.  La solidità di un ente che eroga servizi ai cittadini, grazie all’opera di lavoratori competenti, è assicurata proprio dalla gestione  comune di cittadini e lavoratori.  E’ evidente che se è mancata la volontà politica di pubblcizzare la Multiservizi, sicuramente una gestione partecipata di cittadini e lavoratori è da evitare come la peste, per gli  attuali membri del consiglio cittadino, sia di maggioranza che di opposizione. Eppure a Napoli l’operazione è riuscita. Sarebbe il caso di provare anche per la Multiservizi ma  è chiaro che questa lotta non deve rimanere esclusivamente sulle spalle dei lavoratori, ma deve avere l’appoggio di tutta la cittadinanza, altrimenti sarà  una battaglia persa. Sarebbe una sconfitta non solo per gli addetti della Mutiservizi ma anche per la coscienza civile dei cittadini di Frosinone. 


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