Io ti capisco, “italiano medio”, quando vai
alle urne portando con te qualcosa per "turarti" il naso, consapevole
di una scelta che tu stesso consideri il male minore ma necessario.
Io ti capisco,
quando credi alle sirene di chi sventola simboli tradendone il senso e la storia, senza rispetto per
cosa rappresentano davvero per te e per chi, ancora oggi, ci crede ancora.
Credere, come se in quelle urne ci fosse una qualche religione. E forse c'è.
Con i suoi cardinali, le sue regole, i suoi rituali.
Capisco anche come pensi a quei partigiani che per
tutto questo, dici, sono morti. Mi rendo conto che è questo che ci hanno fatto
credere, so che è li' che è iniziata la grande truffa in quel mito, in quei
morti, "per le urne".
Io ti capisco, italiano medio, quando vai alle urne
per rispetto a quella memoria, ma ti sbagli. O quando non vai pensando che
tanto non cambia niente. E poi non fai niente per cambiare. E anche qui,
sbagli.
Perché la verità è che TU non esisti, “italiano
medio”, perché esistono milioni di persone diverse, in quella che tu chiami
“Italia” (come fuori da questi confini dove la tua amata patria va a fare la
guerra chiamandola pace), e in quelle urne c'è lo schiaffo alla memoria di chi
non è morto per un voto, ma per darci la Libertà.
Io ti capisco, ma tu prova a capire anche me.
Quando penso che per quella libertà serva un po'
più di coraggio.
Quando ti dico che il male minore è sempre e
comunque un male che non possiamo tollerare.
Quando affermo che non si può rivoluzionare un sistema
usando quel sistema.
Io ti capisco, ma tu prova a capire me.
IO NON VOTO, SCELGO LA LOTTA.
Se vuoi, chiedimi perché. O come. Ma non chiedermi
SE.
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