venerdì 1 marzo 2013

Disinneschiamo la grettezza

Luciano Granieri


  Politologi, analisti, maitre à penser di ogni risma si arrovellano nell’ ipotizzare quale sarà il futuro che il risultato uscito dalle urne riserverà all’Italia. Le ipotesi ormai sono su tutti i giornali:  Governo Bersani con l’appoggio del M5S basato su una piattaforma di pochi provvedimenti graditi anche ai 5 stelle. Incarico a formare il governo ad un esponente grillino, probabilmente Grillo stesso, con un appoggio esterno del Pd, grande coalizione con l’indegna e ritrita collaborazione fra Pd Pdl, e Grillo all’opposizione. A dire il vero la questione non tormenta solo gli osservatori, ma agita anche gli attori principali. All’interno del Pd e del M5S, militanti e inscritti tirano per la giacchetta i rispettivi leader, o nel senso di una coalizione Pd/M5S o in una direzione autoctona . I grillini da soli contro tutti  - per mandare a casa la vecchia classe  politica, tornare a breve davanti agli elettori e attendere sulla riva del fiume  i cadaveri di Bersani e Berlusconi  - i piddini nella grande ammucchiata  insieme con il Pdl . Da quanto trapela, per il detto, il gridato, ma soprattutto per il non detto e il sussurrato dalle rispettive voci “di dentro”, la strada per una collaborazione fra Pd e Grillo, pur se strettissima e densa di difficoltà, sembra la più percorribile.  Per amor di coerenza   il M5S, dovrebbe rifiutarsi di votare la fiducia a qualsiasi governo che presenti come presidente del consiglio un membro della vecchia guardia e puntare decisamente ad una nuova tornata elettorale forte di un consenso che dovrebbe diventare ancora più straripante. Ma su questa strada pesa un macigno grosso come una casa. Mi riferisco a quei settemilioni  e passa di cittadini  ignoranti, culturalmente grossolani, succubi del tubo catodico- pensiero che ad ogni elezioni fanno dei danni incommensurabili. E'  lo zoccolo duro berlusconiano  che,  ad ogni tornata elettorale,  resuscita lo psiconano e i suoi imbarazzanti lacchè .Così, puntualmente,  per difendersi  dalle proprie questioni giudiziarie il cialtrone di Arcore si mette in mezzo bloccando ogni tipo di analisi sui problemi che veramente affliggono il paese. In poche parole, siamo sicuri che qualora si dovesse votare di nuovo fra qualche mese, Grillo vincerebbe in carrozza ? Siamo sicuri che Berlusconi grazie ai quei setti milioni e passa di cittadini non riuscirebbe di nuovo  ad ottenere un consenso tale da poter contrastare il M5S, magari facendo campagna acquisti presso qualche melmoso apparato montiano ed  ex democristiano ?  Le ultime elezioni hanno dimostrato ancora una volta che l’Italia va liberata. E’ necessario disinnescare il potenziale socialmente devastante  sprigionato dalla  grettezza cronica di questi sette milioni di elettori, con un atto rivoluzionario. Dal momento che non è possibile, anche se sarebbe auspicabile, togliere   il diritto di voto a costoro, bisogna puntare ad eliminare il ladro che scelgono come loro rappresentante  ossia Berlusconi. E questa rivoluzione si può fare semplicemente applicando una legge che dal 1994 ad oggi non è stata mai applicata. La norma come già scritto in altro  POST è la 361 del 1957 sul conflitto di interessi.  Come da prassi istituzionale la Giunta delle elezioni del Senato si dovrà riunire e decidere se convalidare l’elezione di Berlusconi in base ai dettami della 361. Come già accennato Berlusconi, essendo il beneficiario, reale, anche se non ufficiale, dei profitti che le sue aziende realizzano grazie a concessioni statali, non avrebbe dovuto partecipare  alla elezioni, dunque è da dichiararsi “INELETTO”.  La conseguenza immediata sarebbe  che,  non più protetto da immunità e legittimi impedimenti, Berlusconi dovrebbe affrontare da comune cittadino i processi che lo riguardano, e si vedrebbe ristabilito quel concetto fondamentale espresso   dalla costituzione per cui “I CITTADINI SONO UGUALI DAVANTI ALLA LEGGE”. Sapranno i membri grillini della Giunta delle elezioni ripristinare quella legalità che nessuna giunta precedente, neanche quelle a maggioranza di centro sinistra, ha saputo o voluto imporre?  “Mandiamo tutti a casa” è il grido di battaglia con cui il M5S, ha di fatto vinto le elezioni. Bene l’occasione di mandare subito a casa qualcuno, si presenta su un piatto d’argento. Sapranno sfruttarla i grillini, oppure si uniformeranno  a chi li ha preceduti, mandando i primi  segnali inquietanti per cui anche quelli del M5S, una volta entrati nelle stanze del potere, diventano  membri  a tutti gli effetti della casta?

Nessun commento:

Posta un commento