lunedì 29 aprile 2013

Il caso isolato

Luciano Granieri


  
  “E’ stato un caso isolato, il folle gesto di un disperato , ma è stato un caso isolato” Questo era il mantra che risuonava nei palazzi della politica nel commentare con molta preoccupazione il ferimento di due carabinieri davanti Palazzo Chigi da parte di Luigi Preiti.  Un caso isolato ripeteva Angelino Alfano neo vice premier e ministro degli interni del nuovo governo inciucista.  

Proprio la solerzia nell’invocare il gesto isolato   offre la misura di come onorevoli, senatori e maneggioni  del sottobosco parlamentare,  siano lontani dalla realtà di tutti i giorni. La sparatoria di Luigi Preiti, un cinquantenne ex muratore  disoccupato, separato dalla moglie con un figlio di 11 anni  non è un fatto isolato ma è l’ultimo di una lunga serie di episodi violenti e sanguinosi. 

Prima di lui a cadere vittime della disperazione sono stati  a Civitanova Marche, Anna Maria Sopranzi, Romeo Dionisi e il fratello di lei Giuseppe Sopranzi, anche loro  agnelli scarificali  della legge Fornero, sopraffatti dalla vergogna di essere rimasti senza reddito e senza neanche i soldi per procurarsi quotidianamente il cibo. E prima di loro centinaia di persone fra piccoli imprenditori e  dipendenti licenziati si sono suicidati cedendo alla disperazione di essere stati derubati della loro dignità . 

L’episodio di Luigi Preiti  è solo l’ultimo di tanti eventi tragici  provocati dalla devastazione sociale che il capitale finanziario per mano dei suoi  scagnozzi politici sta procurando a intere popolazioni. L’unica differenza è che questa volta la vittima designata non ha rivolto l’arma contro se stessa, ma ha fatto fischiare le pallottole vicino al palazzo del potere, coinvolgendo due carabinieri che nel contesto non c’entravano nulla. 

Non intendere  che ormai la gente è alla disperazione ed è disposta a tutto, trovare giustificazioni con l’auto convincimento  del gesto isolato, non capire la gravità della situazione è da irresponsabili, o meglio è tipico di chi  ormai pone attenzione alla propria opulenta  salvaguardia personale piuttosto che occuparsi della salute sociale del Paese. Sfruttare il sanguinoso evento per evocare la pace sociale ed isolare i dissenzienti con la scusa del comune impegno contro la violenza è un trucco  che ormai non funziona più. 

Già in passato è successo che in un clima di grave conflittualità episodi violenti, voluti dal destino, ma molto spesso organizzati dal potere deviato parallelo, siano riusciti ad imporre l’anestetizzazione del conflitto. Oggi la disperazione è la rabbia sono talmente diffuse che è sentimento  comune dell’uomo  della strada  quello di addossare  a Luigi Preiti la sola colpa di aver colpito il bersaglio sbagliato. Non sapremo mai se dietro la sparatoria che ha portato al ferimento dei carabinieri davanti  Palazzo Chigi ci siano altre entità che hanno armato la mano di Preiti . 

Non lo sapremo mai perché il ministero degli interni è stato affidato al plurinquisito  Berlusconi che lo controlla attraverso il suo picciotto Angelino Alfano. Ciò  di cui siamo certi è che questo governo, in linea con gli esecutivi precedenti, non ha la minima potenzialità e volontà di alleggerire la situazione. Nel discorso del neo presidente del consiglio inciucista non c’è nulla che indichi la volontà di cambiare rotta. 

Al di la degli annunci propagandistici imposti da Berlusconi, eliminazione dell’Imu  sulla prima casa, aiuti alle aziende che assumono giovani,    blocco dell' aumento dell’Iva in giugno , non c’è altro. Manca soprattutto l’indicazione di dove si troveranno le risorse economiche per pagare queste cambiali in bianco utili alla prossima campagna elettorale del cavaliere. In verità l’apprezzamento del capitale finanziario per il nuovo  governo con il successo odierno dell’asta di Btp a 5 e 10 anni, indica   che anche con questo esecutivo a pagare la crisi e le promesse elettorali di Berlusconi saranno i soliti noti.  

Nel discorso programmatico che Letta ha tenuto alla Camera, pur emergendo l’ineludibilità  di sostenere l’occupazione, non vi è traccia, non dico dell’abrogazione della legge Fornero, ma neanche di una sua rimodulazione. Manca un programma di recupero di capitali basato sulla tassazione delle rendite finanziarie, non è prevista   una seria politica contro la corruzione e l’evasione fiscale.  Dietro la vernice fresca  dei ministri Josefa Idem e Cècil Kyenge agisce l’affidabile (per i potentati finanziari)  banchiere Saccomanni. Purtroppo  non saranno queste marionette da inciucio ad evitare il verificarsi di  altri gesti disperati e sanguinosi, resta però da capire che direzione prenderanno le pallottole.


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