lunedì 15 aprile 2013

Lettera aperta alle compagne e ai compagni della sinistra


Care compagne e compagni,
le frammentazioni e la divisione della sinistra italiana sono l’esito della radicale sconfitta sociale e politica degli ultimi decenni, ma anche dei nostri errori soggettivi.
La ristrutturazione capitalistica prima e la crisi economica poi hanno causato un’impressionante regressione delle condizioni di vita delle persone, una crisi sociale che – al contrario di quanto accade in altri paesi europei e nonostante l’aggressione a diritti fondamentali conquistati in un secolo di lotte – non ha prodotto un conflitto sociale adeguato alla fase, anzi, si è determinata una vera e propria eclissi delle organizzazioni di massa. Solitudine, isolamento e un profondo sentimento di impotenza delle lotte difensive costrette a manifestarsi nelle forme più estreme, ne sono la conseguenza.
La medesima ristrutturazione ha investito il sistema politico-istituzionale: l’introduzione del sistema maggioritario e del bipolarismo ha condannato le forze e le culture di sinistra, a dover scegliere ad ogni appuntamento elettorale tra l’impotenza dentro il centrosinistra egemonizzato dal pensiero neoliberista e la testimonianza ininfluente all’opposizione, in un processo di continua erosione della propria credibilità.
Per altro verso i tentativi di riaggregazione che in questi anni abbiamo insistito a promuovere sono stati viziati da limiti soggettivi relativi alla natura stessa dei processi unitari messi in campo. Non si può costruire l’unità a partire da accordi di vertice fra organizzazioni ed aggregazioni che nel corso del tempo si sono divise, senza percorsi reali di condivisione democratica e partecipata di contenuti e priorità. Non si può costruire l’unità solo sulla base delle scadenze elettorali e meno ancora con l’unico obiettivo di superare quorum e sbarramenti con liste improvvisate ed espressione di equilibri incomprensibili ai più. Non si può costruire l’unità sulla base di pregiudiziali ideologiche od organizzative tese a pretendere scioglimenti, abiure ed ulteriori divisioni nelle già troppe organizzazioni esistenti.
Riteniamo sia necessario fare un salto di qualità che non ripeta gli errori del passato.
Per questi motivi la Direzione del PRC ritiene – autocriticamente e conscia dei propri limiti e della propria non autosufficienza – di offrire ad una libera discussione, non predefinita negli esisti, alcune idee che ritiene utili per poter determinare il salto di qualità che tutte e tutti sentono necessario.
1. sarebbe necessario avviare un processo fondativo di un soggetto politico unitario della sinistra sulla base della costruzione di una piattaforma antiliberista che delinei l’uscita a sinistra dalla crisi, che si connoti per l’autonomia e l’alterità rispetto al centrosinistra, per l’esplicito collegamento con tutto il sindacalismo di classe e i movimenti di trasformazione,  per il riferimento in Europa alla Sinistra Europea e al GUE.
2. sarebbe importante che tale soggetto assumesse come centrale una piattaforma per la ricostruzione della sovranità popolare e la rifondazione democratica di ogni ambito della vita sociale e politica. Dalla democrazia nei luoghi di lavoro, allo sviluppo della democrazia partecipativa e diretta, alla ripresa di un’iniziativa costante per il sistema proporzionale sul terreno della democrazia rappresentativa.
3. è indispensabile che il processo di costruzione di tale soggetto, non avvenga in modo verticista e pattizio ma attraverso il coinvolgimento democratico e partecipato di tutte le persone concordi con gli obiettivi unitari, sulla base del principio una testa un voto. Che il soggetto unitario abbia piena titolarità sulla rappresentanza elettorale. Che le forze organizzate, locali e nazionali, che scelgano di attivarsi per il processo unitario senza sciogliersi, si impegnino a non esercitare vincoli di mandato ed a garantire la libera scelta individuale nell’adesione al nuovo soggetto politico da parte dei propri iscritti e iscritte.
E’ questa la proposta che mettiamo a disposizione del confronto a sinistra, nella convinzione che il popolo della sinistra debba e possa  costruire un nuovo soggetto politico unitario per la lotta, la partecipazione, la trasformazione.
Roma, 10 aprile 2013
La direzione nazionale di Rifondazione Comunista


Nessun commento:

Posta un commento