giovedì 11 aprile 2013

Obbedienza civile in Parlamento, la lotta del Movimento 5 Stelle

Luciano Granieri


Non sono stato mai molto tenero con il Movimento5 stelle, dalle pagine del blog spesso sono state mosse critiche in relazione al metodo e  al merito della prassi grillina, ma la battaglia per il ripristino della legalità  sulla formazione delle commissioni permanenti di Camera e Senato che vede  protagonisti i parlamentari del movimento 5 merita tutto l’appoggio possibile. 

L’articolo 72 della Costituzione prevede l'istituzione  delle commissioni formate in modo da rispecchiare la proporzione numerica dei gruppi parlamentari. Si rimanda ai regolamenti di Camera e Senato per definire le modalità di insediamento delle commissioni permanenti. Nei regolamenti è prescritto che i gruppi parlamentari hanno l’obbligo, una volta costituitisi,  di  indicare in tempi brevissimi, al massimo 5  giorni dal loro insediamento,  i propri rappresentanti all’interno delle citate commissioni.  Inoltre le modalità di elezione dei rispettivi uffici di presidenza sono identiche a quelle in vigore per le elezioni dei presidenti delle Camere. Ossia maggioranze qualificate nelle prime votazioni e poi ballottaggio. In buona sostanza viene eletto chi raccoglie più voti indipendentemente dal colore della loro provenienza. Dunque le  motivazioni addotte dal Pd e dal Pdl, secondo le quali è necessario aspettare la formazione del governo per far partire le commissioni in quanto l’assegnazione degli uffici di presidenza deve procedere tenendo conto della composizione delle forze di maggioranza e opposizione,  sono false e pretestuose . La spartizione delle cariche non è prevista né dai regolamenti parlamentari, né dalla costituzione. 

E’ un vecchio e imperituro vizio delle burocrazie di Palazzo   talmente radicato da sembrare una regola che in realtà non esiste.  Non solo, ma costituisce una violazione delle regole parlamentari  che prevedono la formazione delle commissioni entro 5 giorni dall’insediamento dei gruppi parlamentari. Quindi le azioni di protesta dei grillini, non sono quel pittoresco tentativo di quattro disgraziati con lo zainetto, catapultati in una realtà più grande di loro, di fare i bastian contrario ad ogni costo, come la maggior parte della stampa, soprattutto riformista, li dipinge con sufficienza, ma sono una vera e propria lotta all’illegalità. Sono atti di “OBBEDIENZA CIVILE”.  Le questioni sono ben altre e attengono alla delicatezza di alcune commissioni, che la ferrea volontà di mantenere intatto il sistema di potere in vigore da un ventennio almeno, non vuole siano ad appannaggio di  grillini o di esponenti non controllabili. 

Pensiamo al Copasir (Comitato parlamentare per a sicurezza della repubblica)  che ha il controllo sui servizi segreti. Il rapimento di Abu Omar ad opera della Cia sarebbe stato possibile con la presidenza al Movimento 5 Stelle?  E nella commissione di vigilanza Rai? La salvaguardia degli interessi mediatici  berlusconiani sarebbe ancora attiva con una guida 5 stelle?  Ma soprattutto la commissione più pericolosa è quella per le elezioni del Senato. Per intenderci  è l’assise che dovrebbe decretare l’ineleggibilità di Berlusconi in base alla  LEGGE 361 DEL 1957. Il movimento 5 stelle ha già deciso  che voterà l’ineleggibilità di Berlusconi, il Pd ufficialmente  ha dichiarato, attraverso il presidente del gruppo parlamentare al Senato Zanda, di votare  anch’esso contro il Cavaliere , ma nella realtà dei fatti avrà il coraggio di espellere finalmente il cancro berlusconiano dalle dinamiche democratiche del Paese rinunciando a priori alla possibilità di formare il governissimo con gli inquisiti della libertà?  

Sono posizioni estremamente scomode e pericolose, per cui è meglio prendere tempo  per valutare i vantaggi e gli svantaggi di una trattativa con il Pdl tutta giocata non già sul carattere di provvedimenti necessari alla cittadinanza, ma sulle salvaguardie giudiziarie che il cavaliere chiede per se, questo è il problema che blocca il Parlamento.  Il nodo  che tiene in stallo la situazione  non è l’intransigenza grillina ma è ancora una volta il modo di assicurare a Berlusconi i salvacondotti necessari per non finire in galera. Ciò che sorprende in questa melmosa situazione è che i nuovi presidenti moralizzatori dei Camera e Senato, Boldrini e Grasso, pur dall’alto del loro spirito legalitario  lascino che i regolamenti parlamentari vengano violati per consentire a un puttaniere concussore ed evasore  di accordarsi sul come scampare dalle imminenti sentenze dei processi  Ruby e Mediaset.   

Voglio, in conclusione,  rivolgere un appello ai parlamentari di Sel e ad una parte  ragionevole del Pd, affinchè si attivino affianco al Movimento 5 stelle, per far rispettare il regolamento parlamentare e far partire al più presto le commissioni anche in assenza del governo. Rivolgo inoltre un preghiera   allo stesso Movimento 5 stelle affinchè inasprisca  la lotta fino all’occupazione PERMANENTE  della Camera e del Senato, di giorno, di notte, fino a quando le commissioni non verranno insediate. Possono farlo, non rischiano neanche la galera perché protetti dall’immunità parlamentare nella sua accezione più alta, ossia quella che difende i deputati dalla condanna per reati commessi nell’esercizio delle funzioni  istituzionali. Del resto anche Berlusconi ne ha usufruito. Il parlamento infatti votò l’immunità per il cavaliere sottraendolo   all’accusa di concussione, in quanto l’allora capo del governo,  per evitare guai diplomatici  con l’Egitto, telefonò alla questura per far rimettere in libertà la nipote minorenne di Mubarak arrestata per furto, e affidarla alle amorose cure della consigliera regionale Nicole Minetti ex igienista dentale e animatrice delle notti arcoriane. Una persona molto più affidabile di qualsiasi assistente sociale.

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