sabato 13 aprile 2013

Si elegga Stefano Rodotà Presidente della Repubblica.


Serve un garante della normalità democratica.

Si elegga Stefano Rodotà Presidente della Repubblica.
 


Ai: Deputati e ai Senatori della Repubblica.
Ai: Delegati delle Regioni.
Da: Petitori e firmatari aderenti in calce.
Re: Esposizione di “comune necessità”.
 
Art. 50, Costituzione: “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità”.
 
Serve un garante della normalità democratica.
Si elegga Stefano Rodotà Presidente della Repubblica.
 
Dall’estate 2009 l’Italia vive in uno stato di eccezione democratica. Successivamente ai referendum del giugno 2011, l’attacco speculativo dell’estate motivato dalla presunta insostenibilità del nostro debito pubblico e la lettera della BCE al Presidente del Consiglio Berlusconi sembrano aver interrotto la corrispondenza fra volontà popolare e vita politica.  Si sono dapprima prodotte misure urgenti (decreto di ferragosto) in gran parte dichiarate incostituzionali meno di un anno dopo e poi si è cercata una soluzione “tecnica” per produrre riforme (lavoro, pensioni, servizi pubblici, IMU) del tutto distoniche rispetto alla volontà popolare espressa soltanto pochi mesi prima. In poco più di un anno la cosiddetta “strana maggioranza” non è riuscita a risolvere neppure in parte i problemi gravissimi del paese ma ha introdotto il pareggio di bilancio nella Costituzione, con un consenso parlamentare tanto largo da impedire il referendum confermativo di cui all’art. 138, Costituzione. Il voto politico anticipato, cui gli italiani sono stati chiamati in febbraio, nonostante il fallimento di ogni tentativo di riformare una legge elettorale dichiarata dalla Corte Costituzionale  gravemente sospetta di incostituzionalità, ha confermato l’ impossibilità di trovare una maggioranza politica. Il semestre bianco rende impossibile un nuovo scioglimento delle Camere prima dell’elezione del successore del Presidente Napolitano sicché i tempi della crisi politica paiono pericolosamente allungarsi.
Come in ogni momento di drammatica congiuntura economica, il paese è polarizzato. La necessità di un immediato ritorno alla normalità democratica non è più procrastinabile a pena di gravi rischi. Serve oggi un Presidente della Repubblica che sia un coraggioso, rigoroso interprete della Costituzione e un esempio altissimo di etica pubblica, autorevolezza e disinteressata passione civile. Serve un Presidente che allo stesso tempo sia parte del popolo, un uomo che non sia stato solamente chiuso per anni nel palazzo, nei luoghi del potere o nelle accademie, ma abbia attraversato anche fisicamente i luoghi politicamente più vitali del paese, frequentandone i movimenti e comprendendone i bisogni in modo partecipato.
Serve un Presidente garante di cui possano fidarsi tutti gli italiani, tanto quelli che si riconoscono nel sistema dei partiti che quelli, sempre più numerosi, che in quel sistema non si riconoscono più. Serve un Presidente che ci riporti alla normalità democratica riprendendo le fila di un discorso di cambiamento che sembra essersi interrotto. Serve un Presidente che sappia riportare la nostra vita democratica nell’ambito della più rigorosa e legittima legalità costituzionale di un popolo sovrano che ha scelto un sistema politico parlamentare.
Noi portatori di storie, culture ed esperienze politiche e civili anche radicalmente diverse, riteniamo che la migliore figura di garanzia possibile in questa fase sia Stefano Rodotà. Uomo politico di lunga esperienza ma non di partito, giurista di fama internazionale, intellettuale coraggioso e saggio che da sempre rifugge il potere per condurre un’ esistenza sobria a contatto col popolo, Rodotà già garante della privacy, può garantire anche il nostro ritorno alla normalità costituzionale. Teorico dei beni comuni e di un rinnovato costituzionalismo dei bisogni, Rodotà interpreta la più onesta volontà di cambiamento presente nel nostro paese e rappresenta in questa fase la sola figura in cui può riconoscersi davvero la maggioranza degli italiani che credono in un ordine costituzionale solidale ed inclusivo.
Carlo Freccero (Direttore Rai 4 TV)
Ugo Mattei (Giurista, già Vicepresidente Commissione Rodotà)
 
Prime adesioni:
Paolo Maddalena, (Vicepresidente emerito Corte Costituzionale)  Alberto Perino (Attivista Movimento No Tav Valsusa), Loretta Napoleoni (Economista), Giovanni Giuliani (Notaio, Presidente Fondazione per l’Arte), Maurizio Pallante (Pubblicista, Teorico della decrescita felice), Maurizio Ferraris (Filosofo); Benedetta Cappon (Fondazione Teatro Valle Bene Comune); Luciano Gallino, (Sociologo). 

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