giovedì 16 maggio 2013

Comune di Frosinone: Evviva le privatizzazioni

fonte: http://www.oltreloccidente.org/


La privatizzazione dei servizi pubblici è la logica conseguenza di chi prova a far pagare i proclamati debiti dell’ente alla popolazione tutta e in special modo alle persone che vivono con redditi medio/bassi.La proposta della privatizzazione avanzata dal Comune di Frosinone non è altro che uno dei tasselli della delibera del cosiddetto predissesto, il decreto salvacomuni, che per rientrare nei parametri del pareggio di bilancio, che viene calcolato su base annua e non pluriennale, produce l’effetto inevitabile del taglio continuo e permanente della spesa sociale, spingendo l’ente così definitivamente a svendere tutti gli averi e servizi.
Con l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario si prevede per l’intera cittadinanza e per 10 lunghi anni: ALIQUOTE E TARIFFE DEI TRIBUTI LOCALI NELLA MISURA MASSIMA CONSENTITA; RIDUZIONE DELLE SPESE DEL PERSONALE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE; RIDUZIONE DELLE SPESE PER PRESTAZIONI DI SERVIZI E INEVITABILE DIMINUZIONE DEGLI STESSI; VENDITA DEI BENI PATRIMONIALI DISPONIBILI; SERVIZI A DOMANDA INDIVIDUALE CON TARIFFE A COPERTURA TOTALE DEI RELATIVI COSTI e IL TAGLIO in bilancio dal 25 al 30% della posta per i servizi svolti dalla Frosinone MULTISERVIZI e dalle cooperative sociali e dei servizi.
Che la destra avesse una idea tutta “leggera” dell’operato dell’amministrazione comunale, questo si sapeva: soldi pubblici in mano ai privati, concorrenza, mercato, servizi solo a chi se li può permettere. I tempi spaventano. In meno di pochi mesi la città è stata ridotta senza servizi e con centinaia di lavoratori a spasso, con quei pochi servizi rimasti pagati da fame. Non contenta, l’amministrazione accelera il piano di dismissione e privatizza tutto il possibile.
Le prove di esternalizzazione dei servizi precedentemente gestiti dalla Frosinone Multiservizi sono in atto attraverso un selvaggio spezzatino di cui si avvalgono le cooperative che espletano servizi con approssimazione tecnica e professionale, alcuna esperienza, mancanza di strumenti tecnologici e macchine adeguate, a dimostrazione, se ce ne fosse ancora bisogno, della strumentalità dell’affidamento degli stessi.
Ma il Comune vuole avviare una più terribile e sottile privatizzazione a settori sensibili dei servizi pubblici essenziali, quelli tra l’altro che connotano la civiltà di una città.
Far gestire costi ed incassi a coloro che gestiranno i servizi significa che: il comune risparmia; pochi usufruiscono, a costo pieno, di ridotti servizi; salari ridotti e precarietà per i lavoratori.
Far pagare il costo per intero agli asili nido significa che le tariffe più basse saliranno di tre volte almeno, impedendo alla stragrande maggioranza delle famiglie, proprio quelle che hanno bambini piccoli, di potervi accedere. Qualche anno fa quando gli allora “sensibili” amministratori decisero che le famiglie a reddito zero ‘imbrogliavano’ la collettività, fecero pagare chi appunto non aveva reddito con il risultato che ci fu un perentorio calo di iscritti tra le famiglie più bisognose e più esposte al “mercato del lavoro”. Continuare su questa strada della privatizzazione conseguirà il solo risultato del taglio consistente del servizio (del 50%), la chiusura di 2 asili su 4.
Stesso discorso per gli scuolabus che saranno a costi elevati e con poche linee. Il pasto passerà a circa 4 euro a pasto per tutti (tanto costa al privato), con conseguente fuga dalle mense della maggior parte dei bambini.
I servizi sociali applicheranno le stesse aliquote? L’assistenza domiciliare, il trasporto dei disabili, il centro integrato saranno a costo pieno? Il centrosinistra già ci aveva in parte provato.
L’Amministrazione lamenta scarsi incassi nella copertura dei servizi da giustificare la privatizzazione. Ma i soldi delle tasse dei cittadini se non vanno a favorire i bambini, gli studenti, le famiglie, i disabili, i disagi temporanei, coloro che hanno bisogno, a cosa saranno indirizzati? Nella costruzione di cattedrali nel deserto? nel ripianare i debiti dell’utilizzo delle strutture pubbliche di privati che mai hanno coperto il costo dei servizi?
In ogni caso, se si disaggregano i dati, si scoprono numeri che non giustificherebbero un intervento così drastico, ma anzi scelte diametralmente opposte.
I costi maggiori dei servizi sono quelli del personale.Il personale degli asili nido è quasi tutto dipendente comunale (17 operatori sono della Multiservizi e “costano” circa 240.000 euro annui) di tre asili su quattro (il quarto è gestito in affidamento a cooperativa). Se intervengono i privati il personale oggi dipendente sarà spostato in altro settore e comunque il loro costo sarà sempre nelle spese correnti dell’ente. Il risparmio sarebbe veramente contenuto!
Negli scuolabus appena qualche anno fa sono stati assunti 10 autisti ed oggi li si vuole spostare in altro servizio. Le 14 assistenti scuolabus sono – erano – della Frosinone Multiservizi ed oggi costano 20000 euro al mese. Il risparmio quindi realisticamente sarebbe di circa 200 mila euro. E’ palese che se il servizio serve agli studenti, alle famiglie, alla riduzione di emissione di co2 il vero risparmio è la completa reinternalizzazione e completa riorganizzazione del servizio non certo la riduzione di esso con un costo proibitivo per le famiglie.
Lo stesso dicasi per il servizio mensa, che se reinternalizzato abbasserebbe i costi e consentirebbe a tutti i bambini di sedersi a tavola a pranzo e darebbe un salario dignitoso al personale impiegato.
Va da sé che anche per i servizi sociali. Se l’obiettivo è consentire l’accesso ai servizi per l’intera popolazione a costi contenuti la reale scelta sarebbe la reinternalizzazione non la completa privatizzazione.
Il Sindaco giustifica tali scelte anche per l’incapacità ad incassare le quote singole. Se tale motivazione  fosse un po’ vera perché non lavorare per il miglioramento del servizio riscossione? Quello dei tributi è già stato oggetto con delibera consiliare di volontà di esternalizzazione!
La cifra dell’80% di mancata riscossione è assolutamente buttata lì per spaventare: il servizio mensa, dove esiste il problema, aveva sì dei buchi neri negli incassi, circa il 15-20%, ma ciò è attribuibile alla gestione del servizio ed ad eventi collaterali, come previsioni di incassi sballati e appalti quindi sovradimensionati, ma non solo.
In verità il problema della riscossione non è nei servizi pubblici essenziali a cui i cittadini si rivolgono più per necessità che per scelta, ma per tutte quelle attività “ludico-ricreative” delle famiglie importanti del capoluogo che mentre si sollazzano dimenticano di pagare l’utilizzo di servizi e strutture alla città, e in qualche caso sono anche aiutate dalle altrettante smemorate amministrazioni che permettono, in caso di dovuto intervento, di arrivare a transazione ovviamente a favore del privato e a scapito della collettività per cifre veramente sostanziose.
Ma tant’è, l’arroganza del potere, di chi è abbiente e non rinuncia ad alcunché, è pressante e chiede ed ottiene il continuo impoverimento della città e dei cittadini. Questa è la politica di questa amministrazione. Non altra.

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