giovedì 9 maggio 2013

Diario incompleto di tre mesi in Palestina

fonte: http://tuwaniresiste.operazionecolomba.it



Prima di affrontare la vita in Palestina non avevo mai riflettuto così a lungo sul significato della parola “Resistenza”:
 Resistenza è camminare
Resistenza è stare concentrati quattro ore di fila per scrutare un boschetto con un cannocchiale malfunzionante
Resistenza è stare concentrato sul video della telecamera quando sei circondato da una decina di soldati che imbracciano il mitra con evidente nervosismo
Resistenza è concentrarsi, dopo una giornata di lavoro, per scrivere un articolo sulla follia. Se va bene hai ancora un’ora e mezza
Resistenza è mangiare colazione alle 6.30 del mattino e pranzo alle 4 del pomeriggio
Resistenza è usare olio di semi per il soffritto perché l’olio d’oliva costa troppo
Resistenza è essere in due a fare le cose che andrebbero fatte in sei
Resistenza è uscire di casa alle 9.15, correre per chilometri in salita e discesa dalle 10 alle 13.30, rientrare a casa, mangiare e cadere finalmente in un sonno profondo… “svegliati dai, ci hanno chiamati, giù alla strada c’è un’emergenza”
Resistenza è correre veloce, più veloce dei tuoi muscoli e polmoni
Resistenza è sopportare un attacco d’asma giocando a palle di neve ai confini del deserto
 Resistenza è dormire per terra, insieme a tuoi compagni
Resistenza è “finalmente stanotte dovrebbe arrivare un’altra compagna” – “No, è stata respinta all’aeroporto”
Resistenza è andare a letto alle 20.30 dopo aver bevuto dodici bicchieri di tè e due di caffè arabo, sapendo benissimo che non ti addormenterai prima dell’una di notte
Resistenza è svegliarsi alle tre di notte per andare in bagno e scoprire che alcuni militari dentro una camionetta ti stanno tenendo d’occhio… dall’alto
Resistenza è non dormire affatto, perché la paura di un’incursione notturna dell’esercito israeliano non dà pace alla mente
 Resistenza è accompagnare due palestinesi disarmati nel bel mezzo di esercitazioni militari a cui partecipano centinaia di soldati
Resistenza è andare a visitare il villaggio circondato da centinaia di soldati israeliani per incontrare gli occhi dei suoi abitanti
Resistenza è stare insieme intorno a un fuoco scrutando, nella notte, i soldati con un cannocchiale
Resistenza è accettare di mangiare pop corn mentre le truppe israeliane si stanno esercitando nel buio, a pochi metri di distanza… e due commilitoni stanno visibilmente dirigendosi nella tua direzione
 Resistenza è visitare una famiglia che sta costruendo una nuova casa. In questa terra l’unico modo per farlo è farlo illegalmente e spesso sotto una tenda
 Resistenza è stare in piedi tra un pastore palestinese e un colono israeliano, sapendo benissimo che se quest’ultimo decide di attaccare non avrai neanche il tempo di pensare
Resistenza è sentirsi dire da un ebreo: “You like Nazi?”
Resistenza è assistere al parto di una pecora a qualche centinaio di metri da un avamposto di coloni nazional-religiosi
Resistenza è accompagnare un pastore nello stesso posto in cui era stato picchiato neanche 24 ore prima
Resistenza è apprendere che su quel pozzo c’era scritto, in ebraico: “Morte agli arabi. Il Rabbino Kahane aveva ragione”
Resistenza è continuare a sentire l’umanità dell’altro, nonostante il conflitto

Resistenza è impiegare due ore per accendere la stufa, perché piove da giorni e la legna è tutta bagnata
Resistenza è utilizzare un sacco di plastica e una maglia per accendere la stufa
Resistenza è rischiare di rimanere intossicati dal fumo che esce dalla parte sbagliata della stufa
Resistenza è cucinare la polenta sul fuoco della stufa
Resistenza è puzzare di fumo e di sudore: sempre e comunque
 Resistenza è assistere, di notte, al bendaggio e all’arresto di un palestinese sconosciuto senza poter far molto, se non chiedere spiegazioni e riprendere con la videocamera
Resistenza è ricevere minacce perché stai riprendendo un palestinese sconosciuto, bendato e ammanettato sul ciglio della strada
Resistenza è ascoltare canzoni di donne che inneggiano alla libertà, di fronte a decine di soldati
 Resistenza è convincere i soldati a farti riprendere mappe geografiche riportanti confini illegali
Resistenza è assistere allo scivolone maldestro di un soldato mentre sta cercando di raggiungerti per parlare… il fango ha otturato la canna del suo M-16
Resistenza è parlare per decine di minuti con soldati che si esprimono attraverso stereotipi e cliché
Resistenza è spiegare ad un soldato, per l’ennesima volta, che sta violando la sentenza della Corte Suprema Israeliana
Resistenza è scoprire che una soldatessa di leva la pensa come te
Resistenza è ascoltare la sofferenza umana, da qualsiasi parte arrivi
 Resistenza è litigare con il tuo compagno per non aver fatto abbastanza
Resistenza è arrabbiarsi con sé stessi per non aver dato abbastanza
Resistenza è guardare in faccia all’ingiustizia, giorno per giorno
Resistenza è essere presi in giro da chi “proteggi”
Resistenza è non riuscire più a capire chi protegge chi
Resistenza è cercare di esprimersi in arabo senza averlo mai studiato
Resistenza è sentirsi giudicati per non aver imparato abbastanza in fretta quella lingua altrimenti sconosciuta
Resistenza è non dare ascolto a quella vocina interiore che dice “se c’era qualcun’altro, sicuramente, avrebbe fatto meglio”
 Resistenza è sapere che ci sono palestinesi rinchiusi in carcere da mesi, da anni senza processo e senza motivazioni d’accusa
Resistenza è scoprire che molti di questi palestinesi sono in sciopero della fame da settimane o mesi… e in Europa sono veramente in pochi a saperlo

Resistenza è tornare insieme ai palestinesi sui campi che gli hanno proibito di coltivare… tutte le settimane
Resistenza è assistere all’arresto degli attivisti israeliani che si interpongono fisicamente per difendere i diritti di quei contadini
Resistenza è cooperare. Israelian*, palestinesi, italian*, inglesi, statunitensi, svedesi, cech*, polacch* insieme per raggiungere un unico fine senza confini: la giustizia
 Resistenza è fare tutto questo per amore,
E tanto altro ancora…


Foto di Hadeel Alramly
Brano: "Ali Je Sultani" di Daniele Sepe Und Rote Jazz Fraktion  

Editing: Luciano Granieri

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