sabato 25 maggio 2013

Tam-tam d'ultimora- Sabato 25 maggio 2013

Oreste Scalzone

Rompo il silenzio-''stampa'' (silenzio provvisorio, da troppo di ''parole in corso'', che per ora almeno – poi che ''tutto'' è 'in corso d'opera', semi-lavorato, anacoluto, parolazione 'a fondo perduto', 'a somma zero', al vento, ''pieno a perdere'' – si risolve in nulla-di-fatto [e finito]...), per far 'rimbalzare' un'informazione, e un appello.

 
''Cass'integrati'' della Fiat di Pomigliano d'Arco e 'deportati' nel reparto-confino di Nola stanno facendo un picchetto nella piazzetta attigua alla Villa comunale di Pomigliano d'Arco antistante il caseificio «SanGennaro».
Lì, la settimana scorsa avevano occupato uno spazio, una specie di stanzone da anni dismesso e inutilizzato, per farne un centro di discussione e azione sociale.
Naturalmente, le forze di polizia erano prontamente intervenuti a sgomberarli, a sbaraccare quella piccola infrastruttura d'intelligenza, resistenza e lotta sociale.
Naturalmente, i varî Letta/Alfano & relativi complici, servi, padroni, servopadroni, giullari, pagliacci, sbirri e teppa – in senso salamoviano – varia ; prosseneti sociali, sicofanti, comparse di batracomiomachìe, cortigiani, 'bravacci', affaristi, giovinsignori, tenori e soprano, baritoni e bassi di cospirazionismi antiterroristi, forcajoli peraltro 'a corrente alternata', micro-despoti, Caligola, cavalli, Rodomonti parvenus del politicantismo... –, naturalmente quest'armata Brancaleone, demenziale e decerebrata/decerebrante, moralista an-etica, coi relativi cap'in testa, a cominciare ''r'o megli'e tutt'' , il Presidente della Repubblica [fondata sul Lavoro sfruttato], il Capo dello Stato Napolitano, con i relativi mèntori tipo Citizen-Scalfari e via degradando, naturalmente questo nauseabondo 'generone' senza scuorno spande chiacchiere, nel mentre che tiene naturaliter bordone al Signor Fiat del momento, il vampirico Marchionne. Naturalmente, i sensali e 'faccendieri' sindacali, in prim'ultima analisi ruffiani della padronalità e fabbricatori di servo/padronilità, assordano col loro silenzio-assenso.
Così, 'alla fine della fiera', davanti allo stanzone alla Villa comunale di Pomigliano c'erano dalle 8 di stamattina decine di poliziotti, carabinieri ed elementi della polizia municipale, pronti a impedire una ri-occupazione del luogo.
Naturalmente, LorSignori ci tengono a che la vera e propria guerra sociale scatenata dall'alto che sta sotto tutto il florilegio di vaniloqui su crisi, baratri, « crescite » e « Lavoro » [Valore del-], possa proseguirsi con un belligerante solo, e col « nemico » disarmato, inerme e quanto più è possibile reso abietto, servile anzi servo/padronile, anestetizzato e dirottato su diversivi, 'specchietti per allodole', spaventapasseri e
fantasmi varî.
Naturalmente, questa larga oligarchia si presenta nella forma più volgarmente demagogica, in un legame di doppia dipendenza democrato-crazìa/oclocrazia [da oclos, folla], dove, per dirla con Walter Benjamin, la nozione di « classe » si decompone, e le genti sono 'formattate' come 'popolaccio', segnato da « desiderio mimetico », vuoi nella forma concorrenziale che nel grande malinteso della ritorsione. 
Ridotti a ''proprietarî d'identità'' (legittimista, vittimaria, avvelenata dalla nuvola di fiele del risentimento, e basta) come massimo di ''ribellione'' – sfogatoio ad una indignazione rinfocolata e attizzata a condizione che non si traduca in consapevolezza critica e azione comune indipendente, comune autonomia –, come orizzonte del sogno riescono a pensare solo
e soltanto alla galera. Galera per qualcuno, tirato fuori dal mazzo e agitato come uno spaventapasseri – è relativamente secondario chi sia in questione, il dato rilevante è che l'orizzonte mentale e affettivo di tanta gente è divenuto un orizzonte, esclusivamente o quasi, giudiziario-carcerario. Come dire : l'indignazione si traduce in niente di più che « cazzimme » [Cfr. Dizionario italiano-napoletano]... 
Coi mezzi tecnici già a disposizione e a venire, questo, questa risoluta mutazione antropologica, questa ''controrivoluzione, controinsurrezione preventiva'' può, certo, realizzarsi sempre più ; ma non è detto che il 'corso delle cose' non possa essere arrovesciato (per ora, dato che time's out, rinvierei in proposito – e ci torneremo in seguito – ad alcuni passaggi di un'ultima intervista di Gunther Anders...).
Per ora ci fermiamo qui, invitando chi si trova nell'area napoletana e dovesse per avventura leggere in quasi-tempo reale queste righe, a raggiungere Pomigliano già oggi, o nelle prossime scadenze che verranno indicate.
[Un piccolo poscritto strettamente personale e anche un po' imbarazzantemente sentimentale : inchiodato (finalmente ?) ad esser ''cavia'' in un protocollo sperimentale di terapia contro il virus dell'epatite C, più che trentennale ricordo di trasfusione in Centro clinico penitenziario, 'stavolta non posso 'essere della partita', non ho potuto raggiungere compagni & compagne ''della tenda rossa'' davanti ai cancelli della fabbrica di Pomigliano, come tante altre volte, compresa la 'trasferta' a Taranto-Ilva contro il doppio vincolo ''pane & veleno''... Se qualcuno/a ci va, oggi o nelle prossime scadenze, lo fa un po', se gli va, anche da parte mia].

Un saluto ''comunàuta''* libertario
[* comun'autonomo, per l' accomunazione, 'comunardo' 
– anzi, tenendoci all'autodefinizione, «comunalista»],
o.s. 
Paris, 25 maggio 2013  

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