giovedì 23 maggio 2013

Tra vangelo e diritti

ANPI - Frosinone


Saranno in molti, oggi, a compiacersi della morte di Don Gallo. Le ipocrisie che una volta si celavano nelle penombre ammuffite dei palazzi e delle stanze riservate, e che oggi invece sono sbandierate come vanto di un potere senza più limiti, senza alcun freno non diciamo etico, ma neppure opportunistico, faranno  sentire meglio tanti di coloro che Gallo aveva messo davanti alle loro  responsabilità per una vita intera.

Per fortuna gli fu tolta la parrocchia, liberandolo delle catene della  disciplina, in modo che potesse dire e fare quello che le anime sanno giusto e  i portafogli borghesi temono. 
Quante ne hai salvate, di anime corrotte dalla miseria, Don Gallo? O meglio,  dalle miserie, non solo economiche, nelle quali i tuoi "ultimi" continuano a  nascere ed espiare altrui peccati mortali?  Non bastava la denuncia, li andavi a  raccogliere, li portavi al coperto, quei relitti pieni di disperazione, e lo  potevi fare perché eri forte.
La forza delle idee, delle ideologie anche, che non solo non hai rinnegato, ma  hai saputo sposare fra loro in un matrimonio misto che, manco a dirlo, per  molti è "contro natura": perché prete e comunista, col Vangelo e i diritti  civili e sociali come guida, come visione del mondo. cioè come ideologia.
Siamo contenti che tu ci abbia onorato della tua fraternità, saremmo più  contenti se fossimo capaci di raccogliere il tuo esempio, l'insegnamento  concreto e poeticamente rivoluzionario della tua molteplice fede.
Le nostre bandiere sono inchinate e ti rendono omaggio, come i nostri poveri  cuori, ancora una volta feriti ed orfani di un padre sereno.
Soffriamo in silenzio, torna alla terra con il nostro profondo rimpianto.



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