lunedì 24 giugno 2013

La protesta ai tempi delle larghe intese

Luciano Granieri


Mentre  in Brasile e in Turchia s’infiamma la rivolta, in Italia la protesta ai tempi delle larghe intese si risolve nella gita a Roma “de li sindacati uniti”.  CGIL, CISL, UIL e UGL, nel nome della ritrovata armonia,  fra di loro e con i padroni,  decidono di festeggiare con una simpatica  e dissacrante rimpatriata a P.zza  San Giovanni.  Nell’accordo unitario di pacificazione è previsto  che l’organizzazione sindacale risultata minoritaria in una fabbrica non ha il diritto né di indire assemblee né tantomeno di organizzare scioperi. Se si perdono le elezioni fra gli operai si scompare.  Ma questa è una quisquilia, se confrontata con l’attendismo del governo Letta sui provvedimenti in favore del lavoro!  Lo stanziamento di un miliardo per finanziare la cassa integrazione in deroga, scoprono i nostri novelli paladini dei lavoratori,  è insufficiente.  Mamma mia come sono diventati schizzinosi Bonanni, Angeletti & c.!  Dopo aver firmato di tutto, dall’art. 8 della legge Sacconi sulla deroghe ai contratti nazionali, alla legge Fornero  con annessa alienazione dell’art.18, dopo aver fatto ingoiare la merda agli operai della Fiat adoperandosi affinchè trionfasse il  "SI" al piano  schiavista di Pomigliano imposto da Marchionne, la nuova ritrovata alleanza della triplice, diventata quadrupla inglobando il corporativismo fascista dell’UGL ,  si fa severa con il governo Letta. Così, tanto per ravvivare la gita nella capitale con slogan triti e ritriti. La sciagura della classe lavoratrice non è stata né Berlusconi, né la Fornero, ma questi sciamannati che pretendono di difendere i  lavoratori svendendone giorno dopo giorno  i diritti, soffocandone la forza d’urto con manifestazioni tipo scampagnate ai Castelli  simili a quella di sabato scorso. Non per scimmiottare Grillo ma se le organizzazioni sindacali sono quelle viste in piazza sabato scorso, allora è meglio che i lavoratori si organizzino da soli. 

3 commenti:

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  2. Caro Luciano, siamo nelle mani di delinquenti di prima specie arroganti e presuntuosi che, messisi la cravatta, sono diventati gli spompinatori ufficiali del governo (qualunque esso sia). Negano l'evidenza, fanno affermazioni struggenti nella loro pochezza, eppure riescono ancora a mobilitare migliaia di persone per le loro oscene rappresentazioni in piazza. Ma abbi fede, tutto ciò durerà poco: riconquisteremo la libertà, o subiremo una vera dittatura, ma questa finzione democratica durerà poco. Comunque, da quello che dici, deduco che, se va bene, di forche ne dobbiamo preparare quattro, e non tre. Bene, meglio saperlo che ci si organizza.

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  3. A dire la verità, caro Fiorenzo, e qui ne approfitto per un effettuare errata corrige, l'UGL non era presente in piazza assieme alla triplice come riportato dal gr lazio , ma è stata ben contenta di firmare con la triplice gli accordi sulla rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, assieme ai "PADRONI" . Dunque confermo che forse è meglio tenere in serbo i legni per la quarte forca.
    Luciano

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