venerdì 12 luglio 2013

Di che parlano quelli del Pd?

Luciano Granieri


Di cosa parlano oggi quelli del Pd?

I loro antenati, Bordiga, Gramsci, Terracini, Togliatti,  parlavano di III  internazionale, di Partito Comunista Rivoluzionario, parlavano dei consigli di fabbrica ,  di lotta di classe  erano gli strenui difensori del lavoro contro il capitale.

Dopo,  decenni più tardi, si parlava di lotta partigiana, antifascismo, costituzione, si discuteva se il primo articolo della Carta  dovesse  recare la frase “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro ,oppure se in luogo della parola lavoro dovesse essere scritto “ lavoratori”

E poi ancora,  la generazione dopo i progenitori di quelli del Pd, discuteva   della presa di distanza dall’Unione Sovietica in relazione alla primavera di  Praga, la discussione aspra provocò scissioni, si  discettava di realismo sovietico.

Ancora qualche anno dopo i genitori di quelli del Pd, da Berlinguer  ad Ingrao e Amendola, discutevano sulla possibilità di costruire un aggregazione comunista europea che vedesse coinvolti  il partito comunista  francese di Marchè e quello spagnolo di Carrillo. Ma soprattutto si discuteva di compromesso storico con la DC di Aldo Moro. Si parlava dell’opportunità di appoggiare o prendere le distanze dal conflitto sociale che infiammava le strade europee e italiane , che vedeva fianco a fianco studenti e lavoratori impegnati nella  lotta per il diritto  a condizioni di lavoro umane,  ad una scuola pubblica di qualità e ad un sistema sanitario pubblico efficiente.  Si cominciava a sentire il peso di quella falce e martello disegnata sulla bandiera.

In seguito, fra  i fratelli più grandi di quelli del Pd, si fece largo una sorta di pentimento  per la militanza comunista. Sotto i colpi reaganiani  e thatcheriani,  l’anticapitalismo divenne un feticcio, un concetto vecchio, la  lotta di classe iniziava a fare posto alla pacificazione con i detentori, non solo dei mezzi di produzione,  ma anche dei profitti finanziari. Si discuteva di keynesismo, di capitalismo buono e liberismo cattivo. Gli  operai cominciarono a non riconoscersi più nel partito. Anzi finalmente, grazie anche all’impegno dell’attuale  Presidente della Repubblica,  caddero  i  tabù della falce e martello sulla bandiera e della parola comunismo nell’acronimo del partito. Vecchi  armamentari ormai  usati da altre formazioni uscite dalla galassia centrale. Era l’epoca di Occhetto con un D’Alema che iniziava la sua scalata.

Di cosa parlano quelli del Pd oggi?

I più consumati di loro trenta anni fa cominciarono a discutere di antiberlusconismo , di conflitto di interessi, di patito liquido.  Una grande questione fu quella del superamento del contrasto fascismo/ antifascismo, con la riabilitazione dei ragazzi di Salò.  Si iniziava a  parlare di riforme e a discutere, con quelli che ancora avevano la falce e martello sulla bandiera e si definivano comunisti, di probabili alleanze per battere Berlusconi.

Nell’era subito  successiva, da una parte si discettava di Antiberlusconismo  e ancora di conflitto di interessi, dall’altra si valutava la possibilità di sedersi al tavolo con l’inquisito Berlusconi per fare le riforme istituzionali. Spuntò l’idolatria del sistema bipolare e cominciò a far capolino  il concetto di premier indicato  dal popolo.  Iniziarono  i finanziamenti  pubblici  e scuole e ospedali  privati  e cominciò  l’attacco ai diritti dei lavoratori.  Finalmente i fascisti ricoprivano ruoli di governo.

In una sequenza veloce i fratelli maggiori di quelli del Pd cominciarono a discutere…sempre di Antiberlusconismo,ma anche di rompere definitivamente con i dissidenti che a loro tempo scelsero di chiamarsi comunisti e di sfoggiare la falce e martello sulle loro bandiere. Già bandiere, perché anche questi si  erano ulteriormente divisi. Iniziò l’era di Veltroni  e la  contrapposizione con D’Alema. Si discusse di primarie per scegliere il segretario del partito e il candidato più attrezzato per  battere  Berlusconi .  Si subì una legge elettorale pessima, si dissolse ulteriormente il legame con la base dei militanti che cominciava a non capirci più niente.

Di cosa parlano quelli del Pd oggi?

L’altro ieri parlavano di antiberlusconismo, di conflitto di interessi,  l’era della primarie raggiunse il punto di massimo successo . Si discuteva sulle regole della consultazione popolare , per soli iscritti o per  iscritti e simpatizzanti,   alo sccopo di scegliere il candidato premier . Questa parola ormai, in dispregio aperto con il dettato costituzionale,  riempiva ogni discorso. Ci si legava mani e piedi al capitalismo finanziario i cui interessi sono rappresentati dalla troika Ue Bce e Fmi. Ai militanti non si pensava ormai più anzi le loro istanze provocavano fastidio

Di cosa parlano quelli del Pd oggi?

Ieri parlavano di antiberlusconismo di conflitto di interessi, di impresentabilità di Berlusconi e dei suoi, scagnozzi, di ineleggibilità.

Quelli del Pd oggi, condividono il governo con Berlusconi, obbediscono ad ogni suo capriccio e ricatto, subiscono le vicende giudiziarie del delinquente di Arcore, sono la sua migliore garanzia.  Gli hanno concesso la scelta del Presidente della Repubblica e,  ubbidienti, accordano  la sospensione dei lavori parlamentari ai suoi scagnozzi. Sospensione decisa dai Berluscones  per protestare contro  magistrati  che pretendono di giudicare il loro capo per confermargli  in via definitiva lo status delinquenziale di mega evasore   fiscale .  Per il conflitto di interessi poi sono  proprio quelli del Pd che scrivono una legge all’acqua di rose  per disinnescare la mina dell’ineleggibilità, così come definita nella norma del 1957, in base alla quale Berlusconi  non potrebbe sedere in Parlamento.

Di che cosa parlano quelli del Pd oggi?

Non di antiberlusconismo, né di conflitto di interessi. Non dei diritti dei lavoratori, e delle classi più deboli, né di anticapitalismo.

Di cosa parlano quelli del Pd oggii?

DEL NULLA!!!!

E quale potrà essere il futuro di un partito che

NON HA PIU’ NULLA D DIRE?

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