domenica 14 luglio 2013

Liste di proscrizione anche nel governo Letta.

Luciano Granieri

Evviva il governo del fare, anzi del farò, anzi del forse farò, anzi del  non so’ se farò dipende da quello che dice Berlusconi. Lo "score" di questo esecutivo è di tutto rispetto dal suo insediamento ad oggi. Di leggi e riforme neanche a parlarne, salvo pochi provvedimenti, ma  nulla di quelle poche cose urgenti, che hanno giustificato la formazione di una così strana e perversa maggioranza.

 Però  sul conto di ministri,  vice presidenti e saggi la performance è    straordinaria. Si conta un ministro già dimesso (Josefa Idem)  per aver anticipato, pro domo sua,   il provvedimento sul taglio dell’Imu.  Anche un membro della commissione dei saggi nominata dal governo  per accompagnare il precorso delle riforme (la professoressa Lorenza Carlassare) ha salutato disgustata la compagnia dimettendosi  venerdì mattina. 

Per la costituzionalista la decisione è maturata in quanto  non ritiene di  continuare a far parte della Commissione di un governo sostenuto da una maggioranza che decide di fermare i lavori del parlamento, perché la data di una sentenza non consente a un imputato eccellente di fruire della prescrizioneLa  faccenda del blocco del parlamento per le magagne  processuali di Berlusconi è un rospo che le persone di buon senso difficilmente possono ingoiare, figuriamoci se sono stimati costituzionalisti . Fuori due quindi. 

Fra i dischi caldi, cioè fra coloro che potrebbero subire mozione di sfiducia e quindi essere indotti a dimettersi annoveriamo: Il ministro degli interni nonché vice premier , Angelino Alfano. Lo si accusa di non essersi accorto che in una tiepida notte di inizio estate, su pressione dell’ambasciatore kazako a  Roma,  50 agenti della digos, in modo molto discreto per carità,  hanno assaltato una villa  a Casalpalocco, rapito Alma Shalabayeva, moglie del rifugiato politico  ed ex banchiere, nonché faccendiere inviso al potere  kazako,  Mukthar Ablyazov,  e la figlia Alua di sei anni. 

Alfano impegnato a difendere dalle angherie dei giudici il suo capo, non ha neanche minimamente sospettato che dopo la detenzione di Alma Shalabayeva nel CIE di Ponte Galeria,  il suo imbarco  su un aereo privato kazako che ne ha completato la procedura di espulsione con  il rientro in patria,  fosse un tantino irrituale, se non irregolare. 

Pronta sulla pista delle dimissioni anche il ministro degli esteri Emma Bonino, la quale impegnata a tutelare i diritti i dei rifugiati politici nel Liechtenstein,  piuttosto che nel principato di Filettino,  o in Alaska, non si è accorta che proprio sotto il suo naso, qui in Italia,  un rifugiato politico stava subendo il grave abuso di un’espulsione illegittima. Il suo ufficio si è limitato a confermare  alla questura di Roma  che Alma Shalabayeva non aveva copertura diplomatica, ignorando però che la donna era rifugiata politica riconosciuta dal governo inglese e dunque bisognosa delle necessarie tutele. 

Da ieri anche il vice presidente del Senato il "trogloleghista"  Calderoli è in predicato di togliere le tende. I suoi deliri sulla morfologia fisica del ministro dell'integrazione, con delega alle politiche giovanili,  Kyenge, paragonata ad un orango, hanno fatto incazzare anche il tollerante Presidente della Repubblica Napolitano, oltre che i membri dell’opposizione e della maggioranza democrat. , la quale  ha invocato  le dimissioni del vice presidente, che vede la pagliuzza “orango” negli occhi della Kyenge e non vede la trave nei suoi occhi da bestia cerebro lesa,  con tutto il rispetto per le bestie cerebro lese. 

Riepilogando: leggi poco o niente, ma un ministro e un saggio sono  già fuori, più altri due ministri fra cui il vice premier, e un vice presidente del senato rischiano  di essere espulsi dalla squadra. Se a rinviare le decisioni già si stanno perdendo per strada tre ministri un saggio e un vice presidente, figuriamoci cosa sarebbe accaduto, se il governo avesse realmente iniziato a governare. Probabilmente al suo posto sarebbe rimasta solo Cècile Kyenge, ministro all’integrazione, forse l’unica persona seria in mezzo a questa banda di abusivi. Il resto tutti a casa con ignominia.

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