giovedì 4 luglio 2013

Thank you Egypt

Simonetta Zandiri


E ora il mondo che farà, dopo l'Egitto? Come reagiranno i capi di stato?

Non potranno dire che l'esercito ha appoggiato le istanze del popolo perché così facendo ammetterebbero che non bastano le urne per fare una democrazia. Ammetterebbero che 22milioni di firme raccolte (ben più dei 13 milioni di voti con i quali era stato eletto Morsi) ed una mobilitazione senza precedenti sono un segnale forte e chiaro che supera e annulla quelle urne. Si chiama partecipazione. Ne conseguirebbe che la nostra democrazia è imperfetta, e che quello che è successo in Egitto non andrebbe definito GOLPE ma legittima presa di posizione dell'Esercito per tutelare il benessere del popolo, al netto di eventuali interessi superiori o manovre oscure.
Di fatto, quindi, temo che la stampa occidentale, cosi' come gli esponenti politici di rilievo, dovranno definirlo golpe. I più prudenziali potranno glissare auspicando che la transizione verso nuove elezioni si svolta rapidamente e "democraticamente". In ogni caso sarà un precedente importante, anche per noi. Perché di fatto l'Egitto ha fatto qualcosa che a noi non riesce mai. Vedere le armi, che pur non ci piacciono, puntate verso i veri criminali.
E un popolo in festa. Un popolo che ha iniziato una rivoluzione e che, come dovrebbe essere per tutte le rivoluzioni, speriamo non abbia mai fine!
THANK YOU, EGYPT!
E, a proposito, italiani... vogliamo iniziare almeno a raccogliere 10 milioni di firme?


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