sabato 27 luglio 2013

Un bel libro esempio di valori ed eventi straordinari

Giuseppe Grilli. fonte: http://www.unoetre.it/


Il bel libro di Lucia Fabi e Angelino Loffredi di cui si parla oggi è un esempio di come valori ed eventi straordinari siano autentici proprio nella loro irriducibile "località". CECCANO CON GLI OPERAI DEL SAPONIFICIO ANNUNZIATA  (1951-1962) racconta una storia italiana, anzi racconta la storia italiana nel suo momento di maggior crisi della seconda metà del Novecento, una storia senza la quale la stessa realtà odierna, del terzo millennio risulta incomprensibile.
Il libro è strutturato come un racconto, profondamente documentato, ma sul piano della retorica formale, è una narrazione piuttosto convenzionale: due o tre premesse o antifatto per giungere al climax che ricostruisce il nodo centrale, datato 1961-1962. La ricostruzione è sostanzialmente tesa verso l'esito tragico, la morte. A morire è in realtà un eroe innocente, non direttamente coinvolto nell'epico scontro tra il Padrone e gli Operai. Luigi Mastrogiacomo colpito a morte dal fuoco delle forze dell'ordine (un reparto speciale, si racconta, forgiato per sorreggere, forse, le avventure golpiste che saranno tentate dal Principe Borghese e dal generale De Lorenzo) era sì un dipendente del saponificio, ma quando fu ucciso rientrava a casa dai campi, perché il salario era innanzi tutto il surplus per la costruzione della casa. Il libro riporta il quadro che ne tracciò Paese sera: un'Italia in transito tra condizione contadina e mutazione industriale il cui obiettivo non era tanto il benessere di una società moderna, quanto una mutazione antropologica e la diffusione del modello della piccola borghesia, già esaltato dal ventennio fascista. Luigi fu la vittima sacrificale (il farmakòs) di questo straordinario passaggio che coinvolse la Ciociaria e ne face, per un attimo, il simbolo di una realtà in movimento.
Lo sciopero all'Annunziata che finì in uno scontro tra la cittadina e il suo popolo e un imprenditore difeso dalla componente più retriva dello schieramento politico nazionale (non di quello locale!) si svolse, infatti, nel breve e inteso periodo della costruzione del disegno moroteo e fanfaniano di costruzione degli equilibri che avrebbero dato vita al centro sinistra e al governo Fanfani-Nenni. In un articolo su Rinascita opportunamente ripreso e citato nel libro, il leader massimo, il Migliore, decreta l'ineluttabile fallimento del progetto che avrebbe potuto cambiare l'indirizzo del paese. Ceccano, nella prospettiva tagliatina, è relegata all'identità di realtà "del Mezzogiorno": amen!
È assolutamente vero. Il centro sinistra fallì, e il suo stratega – nel 1975 – assassinato in una trama dai risvolti ancora in parte oscuri. Il libro, in proposito, ovviamente non interviene, ma ci sono tanti spunti che possono essere ripresi. Il MSI, sostenuto direttamente da Giorgio Almirante, nella sua realtà ceccanese è tra i maggiori sostenitori della resistenza operaia nel periodo in cui la fabbrica cerca di emanciparsi dalla conduzione paternalistica e familistica dell'industria Annunziata. La Cisl, a lungo asservita al padrone, lentamente si emancipa e diventa rappresentanza di interessi popolari, proprio in quella congiunzione di identità contadine e operaie (non a caso, il massimo interpreta della lotta è l'On. Angelo Compagnone, nota per la sua battaglia legislativa sulla miniriforma agraria della "colonia migliorataria"). Ma l'espressione dell'ambiguità e dell'interclassimo è resa esplicita (a p. 40) con la documentata seppur minima biografia di Francesco Battista: un politico di lungo corso la cui vicenda rispecchia, credo, abbastanza fedelmente la storia imprenditoriale di Antonio Annunziata, quel Francesco Battista che in straordinaria sintonia con la svolta politica e la costituzione del centro-sinistra nazionale viene eletto sindaco di Ceccano con la medesima formula politica che mette fine all'esperienza della giunta di sinistra (o social comunista).
Ancora due postille. Il libro dedica un capito (ai miei occhi il più avvincente) al ritratto di Annunziata. Ne viene fuori un esempio egregio di quello che è stata la formazione piuttosto banditesca del capitalismo italiano, nelle sue intuizioni come nelle sue miserie. L'origine è quanto mai oscura e modesta: il padre, e poi, lui stesso nei primi decenni del secolo breve (il '900) sono artigiani dediti all'elaborazione di sapone su basi e ricette tutte interne al mondo agricolo. Già durante il ventennio c'è la prima evoluzione, favorita dalla costituzione autarchica dell'economia. Ma l'esplosione è con il dopoguerra in cui l'intuizione imprenditoriale è in una ricetta semplice: buon prodotto a prezzi imbattibili. Questo risultato si ottiene con metodi che definirei laurini (forse non aveva tutti i torti Togliatti nel definire la matrice "meridionale" dell'epicentro ceccanese). Su queste basi imprenditoriali il successo è assicurato, ma non dura. Annunziata prende i soldi, infatti, e scappa. A Cortina d'Ampezzo, dove fissa la sua residenza. Nel frattempo ha anche ottenuto il titolo di Cavaliere del Lavoro. Un lavoro in parte suo, in massima parte degli operai contadini di Ceccano.
Seconda postilla. Il modello Annunziata con la sua scala rovesciata e quello della sinistra mi paiono sulla distanza (e ciò si evince dal libro, seppure non appare come la sua tesi di fondo), abbastanza prossimi. L'idea di costruire isole di solidarietà locale, fondate su di una convergenza di interessi "comuni" o accomunabili non ha retto alla trasformazione. La seconda industrializzazione della Valle del Sacco si è svolta con modalità diverse rispetto a quelle dell'imprenditoria rampante, con l'ingresso delle multinazionali, fino all'arrivo della Fiat nel sud della Provincia. Parimenti, dopo un prolungato, eppure effimero, successo del modello di rappresentanza di un nuovo centro-sinistra (interpretato localmente dal duo Scalia-De Angelis) ha fatto anch'esso bancarotta.
L'oggi è questo. Deindustrializzazione, crisi del modello sociale di riferimento, crollo dei valori piccoli borghesi. Sinistra senza idee e senza nessun progetto di società condivisa. Evviva!


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