martedì 13 agosto 2013

CREARE L'INFERNO

Samantha Comizioli


Jalud, Palestina. Oggi ho visitato per la prima volta il villaggio di Jalud. In particolare un nucleo di case abitate da 4 fratelli con rispettive famiglie. Mi hanno offerto di tutto, com'è solita l'ospitalità palestinese. Ma, non era una visita casuale: ieri, per l'ennesima volta, queste famiglie hanno subito l'attacco dei coloni.
Arrivano incappucciati, a piedi, dall'insediamento illegale a pochi metri che si chiama "Esh Kodesh". Sapete qual'è la traduzione in italiano? "Santo Fuoco". E così è: hanno appiccato il fuoco intorno alle case di queste famiglie, poi, non paghi hanno bruciato anche una decina di ulivi.
Mi raccontano di un pò di episodi.... Una volta sono arrivati di notte e hanno buttato le molotov, un'altra volta sono arrivati assieme all'esercito (un anno fa) e hanno sparato i gas dentro alle case provocando il soffocamento di due bambine. Quelle de bambine, bellissime, sono davanti a me e mi guardano negli occhi...
Mentre sono lì sul posto con l'ISM ci accorgiamo usando lo zoom delle videocamere che sulla collina di fronte ci sono i coloni con qualche soldato, ci guardano.
Vivere in queste case di Jalud significa essere sempre sotto pressione, sempre a rischio d'attacco. Per questo motivo, non stanno mai tutti all'interno della casa in tranquillità. C'è sempre uno a turno che sta fuori a guardare se arrivano gli incappucciati..... Sulle finestre delle case ci sono le reti per essere protetti dalle pietre che i coloni gli tirano, come ad Hebron. Queste reti sono l'unico aiuto che le famiglie hanno ricevuto dall'autorità palestinese. L'odore della vegetazione bruciata, i loro racconti e il nome all'insediamento mi portanto a pensare solo una cosa: è l'inferno. Come ho detto sopra, ci hanno offerto di tutto, anche i loro sorrisi. E' incredibile la forza di queste persone, la loro umanità è ad un tale livello che li porta a sorridere anche se sono all'inferno.
























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