giovedì 29 agosto 2013

Non siamo un Paese per comunisti

Luciano Granieri


 Che l’Italia non fosse un paese per comunisti  lo si era capito già dal giorno successivo la  promulgazione  della Costituzione. 

Le ultime decisioni prese nel consiglio dei ministri, su Imu, esodati, cassa integrazione e piano casa sono l’ennesima dimostrazione di come nella lotta di classe (ammesso che ancora esista)  a vincere  siano sempre loro.

 In un recente  POST avevo avanzato una mia proposta sull’Imu, quasi provocatoria  in verità,  per cui l’imposta avrebbe dovuta essere abolita per i proprietari di immobili residenziali, popolari  e il mancato gettito di questa agevolazione si sarebbe recuperato da un’aumento corrispondente dell’Imu sulle case di lusso. Scrissi che era un’idea da dittatura del proletariato. 

Infatti, dal momento che in Italia il proletariato non conta, non risulta, cancellato dall’assoluta mancanza di rappresentanza i provvedimenti governativi sono l’esatto opposto di ciò che avevo immodestamente suggerito. In pratica l’aggravio fiscale della service tax, che dal 2014 sostituirà l’Imu,  sarà trasferito dai padroni privati ai servizi collettivi pubblici. Se non è vittoria di classe questa!  

Prima di proseguire nella dotta trattazione sgombriamo il campo da false convinzioni. Contrariamente a quanto starnazzano falchi, colombe, pitonesse e pantegane del Pdl, l’imu non è stata abolita. E’ stata rinviata al prossimo anno inserita in un quadro fiscale che comprende la pianificazione di una nuova tassa, la service tax.

 A credere alla balla propagandistica dell’abolizione dell’Imu,  sbandierata come trionfo  dell’associazione a delinquere berlusconiana, guidata dal delinquente evasore fiscale di Arcore, sono solo i  penosi cortigiani parlamentari piddiellini   e quegli otto milioni di coglioni che hanno votato per l’avanzo di galera che oggi non vuole schiodare dalla sedia senatoriale. 

Solo la rata di giugno  è stata abbuonata. Il mancato gettito verrà  coperto attraverso la più tipica delle manovre tremontiane. Ovvero; condono fiscale tombale per tutti coloro che hanno contenziosi aperti con lo stato per irregolarità sulla gestione delle macchinette mangiasoldi.  Queste breve persone , se aderiranno alla sanatoria  dovranno pagare solo 750mila euro globali , tutti maledetti e subito, anziché i 4 miliardi dovuti.

 In più è previsto un vero colpo di finanza creativa.  Cioè  un incasso aggiuntivo derivante dall’Iva sui compensi che le imprese fornitrici di beni e servizi  per lo Stato devono ancora ricevere  e che acquisiranno a breve. 

 Niente di che dunque ma tanto basta a far cantare vittoria alle oche starnazzanti Berlusconiane. A dire il vero anche il Pd si intesta una vittoria. E’ quella  dei 750mila euro destinati ad alcune categorie di esodati e dei 500mila euro previsti per rifinanziare la cassa integrazione straordinaria. Ma i fondi stanziati sono talmente esigui che perfino il più allineato sindacalista  di regime, ll cislino Bonanni,  storce il naso sull’inadeguatezza economica del provvedimento. 

Dunque vincono tutti tranne  i cittadini. Non dimentichiamoci che ogni provvedimento di natura economica deve  muoversi all’interno dei vincoli costituzionali del  pareggio di bilancio da raggiungere entro il  2013. Per cui se si toglie una tassa il gettito mancante deve essere assicurato da un altro nuovo tributo. 

 In questa ottica, la definizione della service tax, che dall’anno prossimo sostituirà l’Imu, verrà rimodulata  compiutamente ad ottobre  al momento della redazione del patto di stabilità (la finanziaria di una volta). Per ora sembra che questa  verrà gestita dai Comuni e  commisurata alla grandezza dell’abitazione.  Sarà comprensiva di una parte relativa al tributo sulla proprietà dell’immobile e di  un altro capitolo riguardante il  pagamento dei servizi:  rifiuti, scuola bus e altro ancora.

Il peso percentuale delle due voci verrà deciso dai sindaci, i quali potranno scegliere se far pagare maggiormente la tassa sull’immobile o quella sui servizi.  La service tax, quindi dovrà essere pagata da tutti, anche da chi non possiede una casa e vive in un alloggio in affitto perché  comunque dovrà corrispondere  la sua   quota sui servizi. 

 Non oso immaginare cosa toccherà in sorte a noi poveri pre -dissestati cittadini frusinati. Il sindaco Ottaviani coglierà la palla al balzo per applicare le aliquota massime, magari gravando più sulla tassazione dei servizi che sull’imposta sulla casa vera e propria, mica si può fare un torto agli amici costruttori!!! 

Da manovra classista che si rispetti, la Chiesa non pagherà nulla, così come i proprietari di immobili vuoti. Io al contrario, avevo proposto l’esproprio di quegli alloggi che non fossero stati  venduti o  affittati entro un’anno dalla loro dichiarata agibilità. Niente di nuovo, quindi, tutto già visto. 

Sull’altare delle esigenze di sopravvivenza di una nomenclatura formata da delinquenti e avanzi di galera insieme ai  loro complici e conniventi si continuano a sacrificare enormi pezzi di dignità della gente comune, di lavoratori precari, disoccupati, studenti. E’ in questi frangenti che sale maggiormente una sana e decisa voglia di dittatura del proletariato.


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