sabato 21 settembre 2013

Lettera aperta a Monsignor Spreafico Vescovo di Frosinone

 Francesco Notarcola – Presidente della Consulta delle associazioni del Capoluogo

Presidente dell’Osservatorio Peppino Impastato

L’assemblea diocesana di ieri sera(venerdì) ha rappresentato un momento di confronto molto interessante, partecipato ed utile nella difficile ricerca di un forte e serio impegno comune che ci porti fuori dalla drammatica realtà di degrado e di desolazione, di impoverimento progressivo che stringe in una morsa soffocante l’economia dell’intera  provincia e le già difficili  condizioni di vita della sua popolazione. Sarebbe un grande peccato ed un grave errore considerare questo momento fine a se stesso.
Ci è parso che le proposte avanzate, in quella sede, dal rappresentante di  Unindustria hanno il sapore del vecchio. Esse vanno, perciò,  attentamente  esaminate, smontate, ricostruite, adeguate in un’ altra e diversa occasione di incontro e  di approfondimento che Lei potrebbe organizzare.
C’è la necessità, a nostro parere,  di cambiare ruoli e comportamenti della classe dirigente locale per garantire la massima trasparenza alla gestione della cosa pubblica e per finalizzare l’uso delle risorse finanziarie ed umane alla ripresa dello sviluppo ed al soddisfacimento dei bisogni primari della gente che vive del proprio lavoro. A tal fine, occorre uno stop deciso ed urgente  alla gestione clientelare e di parte,  mettere fine ai colossali sprechi del denaro pubblico ed alla corruzione dilagante, battere il consolidato e sempre più esteso intreccio tra politica ed affari.
 Occorre ripristinare la  legalità e i  diritti del cittadino, sempre più umiliato ed offeso nella sua dignità e nei fondamentali valori morali.
 Noi raccogliamo convinti il suo appello a ribellarci perché, da sempre, sappiamo  che solo il protagonismo attivo dei cittadini può permetterci di superare questo stato di disagio profondo  e di crisi. Riteniamo, però, che la ribellione individuale è perdente e motivo di ritorsione e di ricatto.
La ribellione deve essere, quindi,  organizzata e finalizzata e deve svolgersi in modo pacifico e sereno, nel più assoluto rispetto delle regole democratiche  e della normativa vigente. Per essere vincente,la ribellione  deve avere una strategia precisa, partecipata, elaborata e condivisa da cittadini e associazioni. Si deve saper indicare gli  obbiettivi da conseguire ed un percorso  di iniziative e di impegno senza soluzione di continuità.
Intorno alla Sua persona si possono raccogliere tutte le forze vive ed attive del Capoluogo, dei comuni della diocesi e dell’intera provincia.
E’ per questo che Le proponiamo di considerare la possibilità di indire,  al più presto, una marcia per il lavoro e la salute da tenersi a Frosinone. Una manifestazione silenziosa che percorre le vie del Capoluogo, conclusa da un Suo dire. Potrebbe essere il primo momento importante della ribellione e del risveglio di tante coscienze addormentate, un’occasione di partecipazione dei tanti giovani disoccupati, un attimo di riflessione e di ripensamento per i rappresentanti delle Istituzioni e per  la nostra classe dirigente, esperta nell’aggredire, nel saccheggiare e nell’avvelenare il territorio, l’acqua e l’aria, incapace di concepire e valutare il profitto come elemento di sviluppo e di progresso.
Mentre i giovani sono senza lavoro e chiudono fabbriche, scuole ed ospedali e ci riempiono di rifiuti da Colleferro a S.Vittore del Lazio abbiamo l’obbligo di ribellarci.
Noi faremo, come sempre, la nostra parte per mobilitare al massimo l’associazionismo ed i cittadini.

Frosinone 21 settembre 2013

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