giovedì 19 settembre 2013

L'osservatorio Peppino Impastato di Frosinone partecipa a"L'arte contro il femminicidio"

Osservatorio Peppino Impastato Frosinone



Chi sono le streghe?  Sono state chiamate streghe quelle donne che non hanno accettato passivamente il ruolo loro imposto da una lunga tradizione che le vuole mogli e madri e che hanno preso una via diversa  da quella indicata e obbligata  da chi, da sempre detiene il potere saldamente in mano. Esse furono perseguitate per un periodo che si estese per oltre quattro secoli (1300-1700) partendo dalla Germania e allargandosi a macchia d’olio, a tutta l’Europa. La “caccia alle streghe” prese forme diverse in  momenti e luoghi diversi, ma non perse mai  le caratteristiche essenziali come quella di essere una campagna di terrore scatenata e controllata dalla classe dominante rivolta contro la popolazione contadina di sesso femminile. Quali erano le accuse così gravi tali da provocare una repressione tanto violenta?
1)   Le streghe venivano accusate di crimini sessuali contro i maschi
2)   Erano accusate di essere organizzate

Ancora oggi la “Caccia alle streghe” continua con metodi più sottili contro ogni donna che tenta di aprirsi un nuovo sentiero, vivendo la propria esistenza nei modi a lei più congeniali. Per far sì che questa nuova consapevolezza abbia una validità storica, noi donne vogliamo collegarci a quelle che nel passato hanno lottato da sole contro il potere maschile. La rappresentazione “Le streghe” si inserisce in questo tentativo di riappropriazione della nostra storia di donne, finora represse dalla cultura dominante”.


Il testo sopra riportato è un estratto del volantino prodotto dal “Collettivo Femminista di Cinisi” . Fu scritto per denunciare la violenza subita da Lucia Cilluffo, una ragazza di 14 anni, figlia di pescatori di Terrasini, afflitta da meningite fin da bambina, violentata da due “vecchi porci” del luogo. 

Il Collettivo, nacque e si sviluppò all’interno del Cricolo Musica e Cultura voluto e organizzato da Peppino Impastato a Cinisi nel 1976.  Queste ragazze riuscirono caparbiamente a porre in  risalto la questione della violenza sulle donne, esponendosi con comizi in pubblica piazza. Subirono azoni repressive  e  insulti. Le donne del collettivo erano considerate “buttane”, lesbiche, avrebbero fatto meglio a starsene a casa per accudire ai lavori domestici.  

Come dimostra questa testimonianza tratta dal libro di Sandro Vitale “Nel Cuore dei Coralli, Peppino Impastato una vita contro la mafia” La piaga della violenza sulle donne ha sempre avvelenato nei secoli ogni tipo di organizzazione sociale. Una logica criminale ma funzionale alla necessità di esibire l’ineluttabilità  di  rapporti di forza secolari  fra l’uomo e la  donna. Raffigurazione  portante di una rappresentazione più ampia riguardante   il consolidato dominio   degli elementi dominanti ( maschio,  potere politico–finanziario, mafia) sul   resto della collettività.

 Nel solco tracciato  dal Collettivo Femminista nato e cresciuto nell’ambito del Cricolo Musica e Cultura voluto da Peppino, l’Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone intende battersi contro ogni forma di violenza sulle donne con le armi della condivisione e  sensibilizzazione  a forme di convivenza non violenta, consapevole che la repressione violenta di ogni atto di ribellione,   o  di un  semplice rifiuto di una donna è una delle basi  sui cui le culture dominanti anche mafiose e crimonogene fondano  la loro inossidabile tirannia. 

Per questo motivo abbiamo accettato con   piacere di partecipare all’evento organizzato dalle associazioni  Rete La Fenice di Giuseppina Bonaviri e Collettivo cinque dal titolo: “L’arte contro il femminicidio” che si terrà domenica prossima 22 settembre presso la Villa Comunale di Frosinone. Per tutta la giornata, si terranno concerti, dibattiti, si ascolteranno testimonianze, si leggeranno testi, che avranno in comune la tematica della violenza sulla donna.

Il metodo della connessone di strutture sociali, che agendo sul territorio possano promuovere la cultura di una convivenza non violenta, la prassi di affrontare con l’arte e altre forme culturali di aggregazione   problematiche dure, crudeli, criminogene,  costituiscono il sistema più efficace per combattere il flagello della violenza sulla donna. 

Una legge su questa materia  può essere utile, ma rischia di risultare insufficiente, parziale ed in qualche caso deleteria. La lotta contro il femminicidio va combattuta innanzitutto  sul piano culturale e sociale con processi di  sensibilizzazione, e coinvolgimento di tutti. Giovani, donne e uomini. Una manifestazione come “L’arte contro il femmincidio” va esattamente in questa direzione e anzi sarebbe auspicabile  che ad essa se ne aggiungessero altre.

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