giovedì 26 settembre 2013

Ma che davvero c'ho scritto "giocondo"

Luciano Granieri




E’ con disgusto che mi accingo a scrivere le note che seguono. Come ben sa chi  segue il nostro blog, della vicenda Berlusconi ci siamo occupati solo marginalmente e in chiave ironica, perché una così servile miseria e melmoso squallore tanto meritava. 

Se un’accozzaglia di lacchè  cortigiane e cortigiani ammette di  stare in Parlamento grazie alla luce riflessa del  grande capo che li ha candidati ,  rivendica  altresì che senza il loro mentore sarebbero una nullità,  ne deriva che in Parlamento siede una folla di nullità in cui  sono presenti  anche dei  ministri . Ciò dovrebbe essere abbastanza per sconsigliare    qualsiasi altra forza politica a  condividere con costoro l’emiciclo e men che meno fare le riforme istituzionali.  

Detto questo mi vedo costretto a scrivere della nullità, perché, personalmente   non mi va di essere preso per il culo da loro signori.  Tanto per cominciare:  La  storia della retroattività della legge Severino, per  cui  la pena della decadenza non si applicherebbe a Berlusconi perché i reati sono stati commessi   prima della sua promulgazione, è  una grande presa per il culo.  

La legge Severino non commina una pena, questa è gia stata determinata a seguito  della condanna passata in giudicato per frode fiscale.  La legge Severino , per altro votata dalle nullità di cui sopra, prende atto della pena e   determina,  in conseguenza di questa,   un    provvedimento di opportunità morale.  Non si può parlare di retroattività della pena, semplicemente perché in questo caso  non esiste la pena. 

 In merito a   tale  tematica, non solo le nullità più volte citate ci pigliano per il culo, ma anche autorevoli giuristi, che  evidentemente o ci fanno e ci sono.  Sorvolo su altre prese per il culo come il ricorso alla corte costituzionale per determinare i requisiti di costituzionalità della legge, e vengo alla stretta attualità. 

Le dimissioni  dei parlamentari del Pdl,  nel caso, spero  certo,   che la giunta per le elezioni del Senato voti la decadenza di Berlusconi, sono una farsa, un ricattuccio da quattro soldi,  una presa per il culo colossale per chi vuole crederci. 

Punto primo: le dimissioni in blocco devono essere  seriamente motivate e sottoposte all’approvazione dell’aula.  Per cui, potrebbero essere respinte dal voto contrario di Sel M5S e Pd che insieme sommano più voti del Pdl. 

Punto Secondo: nel caso fossero approvate    anche i subentranti ai dimissionari dovranno a loro volta presentare le dimissioni e gli altri dopo di loro ,    questi ultimi, fino ad oggi , non hanno firmato alcun impegno. Senza contare che l’articolo 67 della costituzione renderebbe inaccettabile quanto Berlusconi ha imposto ai suoi parlamentari . Perché ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione, non un pregiudicato,  ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.  

E’ del tutto evidente che credere veramente alla realizzazione di un tale scenario è da crucchi. Spero vivamente che le altre forze parlamentari, per quanto inette,  valutino questa minaccia per quello che è, una colossale bufala, ultima spiaggia di una congrega di disperati giunti al capolinea delle loro malefatte,  e si comportino di conseguenza.  

 In conclusione quindi  i casi sono due. O questi signori sono talmente ignoranti da non sapere neanche  quali siano le procedure necessarie per  presentarsi dimissionari   ,  oppure ci stanno ancora una  volta prendendo per il culo.  Ma possono  sussistere  entrambe le cose. 

Quindi   io, qui  ed ora,  ci tengo ad affermare che mi rifiuto di essere preso per  il culo da nullità ignoranti e sarebbe auspicabile che finalmente si colga l’occasione per liberare il Paese da questa associazione a delinquere. E’  questo un impegno che il Pd si sente di prendere? E’  ancora disposto il Pd a dividere le responsabilità di governo con tali millantatori? Sarebbe tutto ciò nell’interesse reale del Paese?  E il Capo dello Stato fino a quando  sarà in grado di tollerare la presenza di un’associazione a delinquere in Parlamento?

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