mercoledì 25 settembre 2013

MOZIONE CONCLUSIVA DELL’ASSEMBLEA FONDATIVA DI SINISTRA ANTICAPITALISTA

Sinistra Anticapitalista



L’assemblea fondativa seminariale svoltasi a Chianciano nei giorni 20, 21 e 22 settembre 2013 approva con forza la proposta di dare vita, a partire da oggi, a Sinistra Anticapitalista, come organizzazione politica comunista, femminista, ecologista e internazionalista che lavorerà per promuovere le lotte contro ogni forma di sfruttamento, di oppressione, di dominazione sulle persone e sulla natura.
Le donne e gli uomini di Sinistra Anticapitalista si organizzano per far vivere la prospettiva di una rottura rivoluzionaria che permetta di iniziare a costruire una società socialista autogestita, libera dallo sfruttamento, dall’alienazione e dall’oppressione, nella quale tutte e tutti possano partecipare in modo democratico e pluralista alla scelta per il nuovo futuro.
L’assemblea approva il documento “Dalla classe lavoratrice e dai movimenti sociali un progetto rivoluzionario e libertario per il socialismo” proposto alla base della discussione e le conclusioni di Franco Turigliatto, assume il documento “Lavoro e non lavoro al tempo del Fiscal Compact” approvato dal convegno operaio di Torino del 1 e 2 giugno, adotta il simbolo scelto al termine dell’assemblea. [Il video delle conclusioni di F. Turigliatto e il simbolo sono in corso di preparazione per la pubblicazione su questo sito]
L’assemblea ringrazia i numerosi ospiti nazionali e esteri che hanno contribuito ad arricchirne la discussione e a consolidarne l’impostazione internazionalista.
In particolare vuole sottolineare la propria solidarietà con le lotte delpopolo greco contro la politica del governo Samaras e della troika europea, con la battaglia della coalizione di Syriza e, soprattutto, con l’iniziativa delle compagne e dei compagni di DEA e della piattaforma di sinistra.
Sinistra Anticapitalista, richiamandosi e facendo proprio il percorso di Sinistra Critica, in particolare per l’esperienza della rottura con il governo Prodi nel 2007 e la successiva uscita dal Partito della Rifondazione comunista, intende oggi lavorare per costruire una forteorganizzazione indipendente, che superi anche i limiti e le ambiguità presenti nell’esperienza di Sinistra Critica e che hanno contribuito ad accelerarne la conclusione.
Il primo compito politico e organizzativo sarà quello di costruire o ricostruire e rafforzare i circoli locali, dotandoli di direzioni capaci di coordinarne il lavoro e di mantenere il loro progetto all’interno del più complessivo progetto di Sinistra Anticapitalista. Parallelamente andranno definite e fatte funzionare le direzioni e le responsabilità di settore, con l’obiettivo di articolare nei vari ambiti di movimento il nostro progetto complessivo.
Andrà curata un’attenta politica delle sedi, andrà affrontato il problema di una sede nazionale e di un funzionamento organizzativo ordinato e strutturato.
Va rafforzato il funzionamento del Coordinamento nazionale, come organismo di collegamento tra i territori e come strumento di direzione politica. L’esecutivo dovrà essere l’organismo di gestione dell’attività quotidiana dell’organizzazione e dei suoi settori di intervento.
La rottura politica che si è realizzata in Sinistra Critica fa sì che Sinistra Anticapitalista nasca con un più forte squilibrio generazionale e di genere nelle sue fila e nel suo quadro dirigente. Questo problema sarà tematizzato e affrontato quanto prima dal Coordinamento nazionale, al fine di adottare in tempi politicamente rapidi tutte le iniziative utili per avviarsi a risolverlo, anche nell’ambito della ridefinizione della nostra presenza e del nostro radicamento territoriale.
Andrà sviluppata la più ampia campagna di adesioni alla nostra organizzazione, in particolare a partire da dicembre, quando sarà aperto il tesseramento 2014.
Contestualmente andrà condotta la campagna “30.000 euro per la sottoscrizione, 30.000 schiaffi alla rassegnazione”, con l’obiettivo di raccogliere questa cifra entro la fine del 2013, allo scopo di mettere in grado l’organizzazione di sviluppare il proprio progetto che, come è noto, sul piano delle risorse economiche, è completamente basato sull’autofinanziamento e sui contributi volontari delle/degli iscritti.
Sarà sviluppata una puntuale attività di formazione, che prenderà l’avvio con il seminario sulla concezione marxista dell’economiamesso a punto dal nuovo “Centro Livio Maitan”.
Sulla questione ambientale e, più in generale, sul tema dell’ecosocialismo, Sinistra Anticapitalista organizzerà nei prossimi mesi un seminario di approfondimento e di elaborazione nel quale, tra l’altro, verranno meglio definite le forme di coordinamento dell’intervento delle/dei nostre/i compagne/i nei movimenti di difesa del territorio della natura e dei beni comuni.
Andrà continuato il confronto tra le compagne di Sinistra Anticapitalista, già avviato durante questa assemblea; verranno attivati tutti quegli strumenti individuati dalle compagne per la comunicazione circolare tra di loro e in direzione del complesso dell’organizzazione. All’inizio del 2014 verrà organizzato un seminario dedicato al lavoro nei movimenti e alla presenza dell’agire femminista nel complesso dell’attività e dell’identità di Sinistra Anticapitalista.
Sul piano dell’iniziativa politica sarà messa a punto nelle prossime settimane una proposta di campagna politica sull’Europa, sulla natura padronale e antipopolare della sua azione e sulle rivendicazioni necessarie sul piano democratico, sociale e politico, anche definendo la proposta di un piano d’azione d’emergenza per la lotta contro le politiche dell’austerità.
Confermiamo l’impostazione unitaria che già improntò l’azione di Sinistra Critica fin dalla sua apparizione come organizzazione indipendente nel 2008 e il suo tentativo di creare una sinistra unitaria ispirata all’anticapitalismo e radicalmente alternativa al centrosinistra social-liberale. Oggi quell’esigenza, di fronte all’aggravarsi dell’offensiva neoliberale del padronato e dei governi e ai frutti avvelenati di cinque anni di gravissima crisi economica, trova nuova e più forte attualità.
Per questo Sinistra Anticapitalista è impegnata a fondo nel progetto e nella costruzione di Ross@, movimento unitario anticapitalista e libertario, e nel lavorare per il suo successo politico e organizzativo, contribuendo alla sua costruzione con le proposte che ci sono proprie. Le compagne e i compagni di Sinistra Anticapitalista aderiscono individualmente a Ross@, mantenendo il doppio tesseramento (come previsto dallo statuto di quel movimento), e lavorano, assieme a tutte e tutti gli altri sotenitori di Ross@ per svilupparne al massimo le caratteristiche e le potenzialità.
Anche a questo scopo e al fine di sostenere all’interno di Ross@ le impostazioni più efficaci (come esplicitato nel capitolo 4 del documento “Dalla classe lavoratrice e dai movimenti sociali un progetto rivoluzionario e libertario per il socialismo”) sarà estremamente preziosa la crescita della nostra organizzazione.
Tutto ciò andrà fatto all’interno di una più generale iniziativa perché si aggreghi nel paese il più ampio fronte sociale e politico di opposizione alle politiche di austerità. Occorrerà lavorare perché convergano tutte le aree e le organizzazioni sindacali classiste, i movimenti di difesa del territorio e dell’ambiente, i movimenti per i diritto alla casa, quelli per i “beni comuni”, quelli contro le guerre e per la pace.
Va sviluppato un programma di emergenza contro la crisi e contro l’austerità, con al centro la lotta contro la disoccupazione, la nazionalizzazione delle aziende che chiudono o che licenziano, di quelle che non rispettano l’ambiente e la salute dei dipendenti e dei cittadini, la difesa della natura pubblica dei servizi, della loro qualità e la ripubblicizzazione di quelli già privatizzati, il rilancio di quella che fu la nostra proposta di legge sul salario, la nazionalizzazione delle banche.
La settimana di mobilitazione del 12-19 ottobre costituisce un’occasione importante per far avanzare in questa direzione.
La manifestazione nazionale “La via maestra” del 12 ottobre in difesa della Costituzione indica giustamente i pericoli di ulteriore stravolgimento autoritario dell’assetto istituzionale del nostro paese, ma elude la denuncia della evidente e centrale responsabilità in questo disegno del centrosinistra e del presidente della Repubblica, oltre che gli stravolgimenti costituzionali già prodotti, primo fra tutti quello dell’articolo 81 con l’introduzione dell’obbligo del pareggio di bilancio. Inoltre l’appello per la mobilitazione tace sul fatto che la costituzione non è stata in grado di impedire nessuno dei massacri sociali operati indifferentemente dai governi di destra o di centrosinistra sul terreno delle pensioni, del lavoro e delle condizioni di vita delle classi popolari. E’ dunque con questo approccio critico che parteciperemo a quell’appuntamento.
Lo sciopero e la manifestazione del 18 ottobre sono un appuntamento di grande importanza perché non si limitano ad essere una pur legittima iniziativa “di bandiera” delle organizzazioni sindacali di base e conflittuali. Infatti il 18 ottobre è l’unico appuntamento di lotta finora indetto per il mondo del lavoro contro le politiche sociali ed economiche padronali e governative. Consapevoli di questo sosterremo quello sciopero e quella manifestazione, spingendo, come è nostra posizione tradizionale verso la sempre maggiore coesione e convergenza tra tutte le aree e le organizzazioni sindacali classiste.
Il 19 ottobre saremo in piazza a Roma assieme ai movimenti per la casa, per la difesa del territorio e dei beni comuni e dei servizi pubblici. Quella manifestazione sarà una prima esperienza di convergenza in piazza tra tanti movimenti diversi. E il suo collegamento esplicito con lo sciopero del giorno precedente allude concretamente alla convergenza anche con le lotte delle/dei lavoratrici/tori.
Nel congresso nazionale della Cgil che sta per aprirsi, il gruppo dirigente cercherà di mascherare le proprie responsabilità riguardo il deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro della classe lavoratrice (a partire dalla passività con cui è stata avallata la riforma Fornero delle pensioni, lo scellerato patto del 31 maggio e il patto di Genova a sostegno delle rivendicazioni confindustriali) attraverso una unanimità di facciata, dietro la quale si giocheranno le consuete lotte di potere tra le varie cordate burocratiche. La posizione coraggiosamente alternativa della Rete 28 aprile e delle altre aree sindacali disponibili dunque andrà sostenuta con la massima forza, impegnando in questa lotta congressuale tutte/i le/i compagne/i possibili, al fine di creare nella confederazione e nelle sue strutture una corrente sindacale organizzata capace di dare il suo contributo decisivo alla ricostruzione del sindacalismo di classe, anche unitariamente con i sindacati di base.
Vanno combattute tutte le tendenze alla guerra, insite nella politica di un capitalismo in profonda crisi e di fronte ad un assetto geopolitico che sta rimettendo in discussione tutte le gerarchie di potere a livello globale.
Vanno sostenute le lotte in corso in tanti paesi contro le politiche di austerità e contro l’impoverimento generalizzato che quelle politiche provocano. In particolare vanno sostenute le lotte rivoluzionarie di numerosi popoli arabi contro le dittature del medio Oriente e del Maghreb che in modo autoritario o totalitario gestiscono i loro paesi. Anche per questo va contrastata ogni tentazione imperialistica di trovare o inventare pretesti per scatenare azioni di aggressione contro questi paesi, che può avere solo la conseguenza di rilegittimare il dittatore di turno facendolo riapparire come eroe antimperialista e parallelamente mettere ai margini le correnti laiche, democratiche e socialiste, dando al contrario fiato a quelle integraliste e terroriste.

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