Sono molti i
segni di disagio che vive la popolazione della provincia di Frosinone e come
spesso accade, più questo fenomeno risulta elevato, e più le persone e le famiglie si rinchiudono in se stesse per
un senso di innata dignità, di fragilità, di vergogna.
Non è solo
la povertà di coloro che stendono la mano per le strade che ci preoccupa ma
anche quella di coloro che fino ad ieri vivevano una tranquilla esistenza e che oggi, purtroppo, non riescono più ad
assicurarsela. Dobbiamo raggiungere quelle famiglie bisognose che per pudore
non chiedono aiuto ma che sono in condizioni economiche gravissime. Finora il
sostegno rimane frammentario, parziale e troppo spesso impossibile al momento
della fase attuativa.
Nasce da qui
il mio interesse equello della Rete La Fenice per l’iniziativa “ Costruire
insieme il futuro della nostra terra “. L’ avvento di un Patto di solidarietà sociale tra i diversi attori istituzionali,
cittadinanza libera e volontariato che si impegni seriamente nel nostro entroterra
diverrebbe lievito per l’attivazione delle coscienze e per la creazione di un
movimento di pensiero sui valori ed equità al servizio dei cittadini. Tutti
sappiamo che lavorare bene insieme, lasciando da parte le spinte
regressive che porgono sempre il fianco
al personalismo, alle invidie, alle ambiguità- sentimenti questi da ascriversi
nella costellazione psicologica delle paure distruttive- produrrebbe forti
sinergie a difesa dei più deboli, degli ultimi,tra l’altro, a costo zero. Anche
Papa Francesco ci ricordava che la direzione giusta è quella della
collegialità, del decentramento e delle donne.
In tempi di
crisi non possiamo più accettare lo spreco di denaro pubblico ne del consumo
del territorio rimanendo a guardare.
Che fare ?
Intanto dare
vita ad un circuito di condivisione delle soluzioni del disagio a partire dallo
scambio periodico di informazioni sulle zone e situazioni emergenziali e
maggiormente a rischio sostenuti in questo dalle informazioni che gli
Osservatori esistenti sul territorio ci forniscono periodicamente contemporaneamente
attenzionando la proposta nazionale della Caritas e dell’Acli sull’inserimento
nel nostro sistema di sicurezza sociale del Reddito di inclusione sociale che può diventare una concreta
soluzione per le famiglie in povertà assoluta. Sappiamo bene che per
concretizzare ciò serve, innanzitutto, la volontà del Governo ma appare
altrettanto indispensabile sollecitare da subito un movimento d’opinione nelle
periferie che permetta al progetto di fuoriuscire da quell’isolamento tipico di
tutte le fasi di ricerca per divenire
concreta espressione di accoglienza del bisogno. Lo studio di fattibilità di
questo lavoro evidenzia che i fondi ci sono: concretizzarlo dipende solo dalla
volontà politica e di tutti noi. Non dimentichiamo che l’Italia –assieme alla
Grecia- destina alla povertà la quota più bassa tra i paesi aderenti
all’eurozona.
Il valore
aggiuntivo di questa proposta, che non riguarda solo la destinazione del
sostegno economico sta nell’avere previsto il concorso di tutte quelle
amministrazioni comunali, enti pubblici, associazione del Terzo settore come
co-partecipi dalla fase progettuale. Ciò darebbe vita ad un modello unitario di
nuovo welfare.
Evitiamo parole
vane e da subito, con semplicità, quale incubatore di idee mattiamoci al lavoro
insieme lasciandocicontaminare dalla buona pratica per un risveglio collettivo.
Frosinone,
20 settembre 2013
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