domenica 6 ottobre 2013

Competenze costituzionali

Luciano Granieri


Barbera Augusto, De Vergottini Giuseppe, docenti dell’Università di Bologna, Salazar Carmela, dell’Università di Reggio Calabria, Violini Lorenza, dell’Università di Milano, Caravita di Toritto  Beniamino,  della sapienza di Roma, sono fra le 38 persone denunciate dalla guardia di finanza di Bari per truffa, corruzione,  atti contrari ai doveri d’ufficio e falso ideologico per aver costituito un’associazione a delinquere allo scopo di pilotare negli ultimi tre anni i concorsi nella università italiane. 

Che c’è di così clamoroso!  Ci  troviamo di fronte all’ennesima brutta storia di corruzione  maturata nell’ambiente accademico. Ma non è tutto. La professoressa Violini aveva appoggiato la legge ad personam del legittimo impedimento, dichiarata incostituzionale dalla Consulta. De Vergottini e Caravita di Toritto avevano firmato un’appello in favore del lodo Alfano, anch’esso cassato dalla Corte Costituzionale perché violava gli articoli: 3 (principio di uguaglianza) e 138 (procedimento per la revisione della Costituzione e per l’approvazione delle leggi costituzionali) quest’ultimo non a caso ritornato sotto attacco del governo   Letta 2.0. 

Inoltre Caravita di Toritto e De Vergottini, insieme con un certo Zanon,  firmavano un parere “pro veritate” a sostegno del ricorso inoltrato a Strasburgo da Berlusconi contro la legge Severino. Un documento  nel quale si sosteneva la ben nota tesi delle inapplicabilità della pena di decadenza per reati commessi prima della promulgazione della legge stessa. Parere originale in quanto, come spiegato più volte da illustri giuristi,  la Severino non determina una pena, ma un atto da applicare in conseguenza di una pena, per cui se non si definisce una pena non si possono neanche definire i tempi della sua applicabilità. Ma perché scandalizzarsi anche di questo?  

Non sarà né la prima né l’ultima volta che accademici  indagati   per truffa e associazione a delinquere, si spendono a venire in soccorso di ben noti e accertati delinquenti, mostrando consapevolmente o inconsapevolmente la loro incompetenza in materia costituzionale. Già perché scandalizzarsi? 

Stavolta un motivo ci sarebbe.  Si da il caso infatti che Barbera, De Vergottini, Salazar, Violini e Caravita di Toritto, facciano parte dei 42 saggi, nominati per decreto da Letta, su  input di Napolitano, incaricati di stravolgere la Costituzione. E per approvare in tempi brevi i loro strafalcioni si sta tentando di manomettere per via parlamentare le difese dell’articolo 138. 

Dal momento che  si aspira  a modificare, di fatto,   anche la prima parte della Carta, ossia i  principi fondamentali,  ammesso che tale   operazione fosse ritenuta così indispensabile, decenza vorrebbe che in luogo dei saggi si eleggesse  una costituente formata da giuristi votati dal popolo. 

Perché è chiaro che la Costituzione non va toccata, ma se proprio si ritenesse necessario il suo sovvertimento, che sia un collegio di rappresentanti democraticamente eletti  a farlo e non ambigui giuristi definiti insigni solo dalla parte politica a cui interessa lo smembramento di importanti tutele sociali. 

E’ evidente come  tutta questa operazione sia l’ennesimo e forse più subdolo tentativo di rimuovere l’ultimo ostacolo all’alienazione della partecipazione politica dei cittadini, al   pieno dispiegamento del potere capitalistico finanziario, al libero fluire dell’accumulazione di risorse per pochi, con il conseguente aumento della diffusione della povertà per molti. 

E’ quindi ancora più   impellente scendere in piazza sabato 12 ottobre per difendere la Costituzione come ultimo baluardo dei principi di uguaglianza e solidarietà. E, a seguito del genocidio di Lampedusa, è necessario esibire, durente il corteo,   il lutto al braccio perché le stragi del mediterraneo indicano brutalmente che anche l’articolo 10 della Costituzione non viene rispettato nel suo principio per cui  si afferma che “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Arrivederci a Roma

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