di Francesco Bachis . fonte http://popoff.globalist.it/
Io non provo umana commozione. Almeno non solo quella. Io provo odio, odio profondo e disprezzo per chi ha progettato e gestito le politiche migratorie in Europa e in Italia. Vogliamo farli i nomi, almeno quelli italiani? Partiamo da chi si 'prese la responsabilità' di offrire a questo paese una legge sull'immigrazione: Giorgio Napolitano e Livia Turco, importatori del modello di detenzione amministrativa del CPT, autori del Testo Unico e diffusori della categoria di clandestino, che, proprio da quel periodo, anche grazie alla solerte campagna stampadi quotidiani come 'la Repubblica' (1997), cominciò a circolare come frame interpretativo delle migrazioni in Italia; Umberto Bossi e Gianfranco Fini, l'uno definito incautamente 'costola della sinistra', l'altro assurto a salvatore della patria per essersi fatto tardivamente folgorare sulla via di Damasco; assieme scrissero la legge vigente che rende un calvario la vita di chi si muove nella direzione sbagliata; e ci metto anche gli ultimi ministri competenti in materia, da Pisanu ad Alfano, da Cancellieri a Riccardi fino ad arrivare a Cécile Kyenge: con una storia come la sua, se una non è in grado di imporre una sterzata alle politiche migratorie, se non è in grado di proporre una prospettiva diversa al sangue e alla galera della Bossi-Fini per i suoi fratelli meno fortunati, se non ha la possibilità di farlo perché il suo governo è impegnato a lisciare il pelo ai Giovanardi di turno, abbia uno scatto d'orgoglio e si dimetta.
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