Il Comitato in
difesa della Costituzione sollecita
tutti coloro che vogliono
difendere lo Stato di diritto, a partecipare alla manifestazione nazionale in difesa della Costituzione denominata
“Costituzione la via maestra”, organizzata dai costituzionalisti, Stefano
Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Lorenza
Carlassare, dal segretario generale
della FIOM Maurizio Landini e da Don Luigi Ciotti di Libera. E’ fondamentale
partecipare in massa al corteo che sabato 12 ottobre partirà alle 14,30 da
Piazza della Repubblica e giungerà in
Piazza del Popolo, per difendere la Costituzione quale elemento fondante di uno
Stato democratico e solidale. Il comitato esorta, inoltre, ad esibire un segno di lutto per ricordare la
tragedia di Lampedusa, così come richiesto dagli stessi organizzatori. Ciò per
evidenziare come l’articolo 10
della Costituzione preveda che “Lo
straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle
libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha dritto d’asilo
nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. Difendere la Costituzione è difendere i
diritti di tutti, chiunque siano e da qualunque parte vengano. Uno Stato che
fonda i propri obbiettivi legislativi sulla tutela dei privilegi e non sulla difesa dei diritti dei
cittadini, non è uno Stato democratico. Per evitare una tale deriva antidemocratica lo Stato si dota della Costituzione, una elaborazione superiore in cui si
identificano i principi in base ai quali si deve indirizzare l’impianto normativo. Nel
caso della nostra Costituzione tali principi si fondano sul rispetto della dignità umana,
sulla partecipazione dei cittadini alla vita politica, sull’assicurazione dei diritti, umani, civili e politici, fondamentali alla vita di ciascuno. E’ inutile negarlo, molte delle leggi
emanate dai governi della Repubblica, succedutisi
dal dopoguerra ad oggi, hanno
sempre avuto come obbiettivo più o meno celato la tutela dei privilegi di
pochi, in danno dei principi
democratici . Se ciò non è avvenuto in maniera definitiva
lo si deve alla presenza della nostra Costituzione, baluardo estremo posto al
rispetto dei diritti di ogni cittadino.
Per questo motivo la Carta Costituzionale è stata fatta oggetto di
continui tentativi di sovvertimento e di manomissione. L’idea di cambiarne la seconda parte, quella attuativa, con il mal celato
intento di procedere al sovvertimento della prima parte,
quella relativa ai principi fondamentali , ha sempre ispirato i governi
succedutisi alla guida del paese,
esecutivi rappresentativi delle èlite
economico-finanziarie impegnate a
tutelare i propri privilegi. Oggi, dopo il breve impasse imposto da una finta quanto kafkiana
crisi politica , il disegno ha ripreso vigore. Il governo Letta 2.0 ha
ribadito la necessità di modificare l’articolo 138 della Costituzione per
consentire che il disegno di riforma costituzionale, messo a punto dai 42 saggi nominati con
decreto, del tutto illegittimo, dallo
stesso Letta, con l’avallo del presidente Napolitano, possa finalmente
infettare l’equilibrio democratico determinato dalla Carta eludendo i principi
di garanzia imposti dallo stesso
138. La riscrittura in senso oligarchico
dell’organizzazione statuale, collide
con il principio di repubblica democratica partecipata sancita nella prima parte
della Costituzione. Si sta
cercando di assestare il colpo definitivo allo Stato di diritto per decretare
il dominio assoluto dello Stato di privilegio.
Comitato
in difesa della Costituzione della Provincia di Frosinone.
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