Come nelle migliori
tradizioni dei partiti moderni anche il Movimento 5 stelle ha il suo cognato
eccellente. Dopo Pillitteri, cognato
tangentista di Craxi, già sindaco di
Milano e Tulliani cognato immobiliarista
di Fini, oggi al centro delle bocche di fuoco dei media c’è la cognata di
Grillo Nadareh Tadjik. Sulla parente grillina penderebbe l’ignominia di comparire in tredici
società aperte dal collaboratore di Grillo, Walter Vezzoli, una sorta di Mangano “demafizzato” , autista
e factotum del comico genovese .
Tali attività, con sede in Costa Rica,
paradiso fiscale all’epoca dei fatti, avevano lo scopo di gestire diversi affari fra cui
l’apertura di un resort di lusso con tutti i benefici, sopratutto fiscali, del caso. Per conoscere più a fondo la vicenda
invito a leggere l’Espresso, personalmente la cosa mi interessa
il giusto. Del resto, checché i militanti del M5S ne dicano, i loro capi sono esperti e navigati
frequentatori dei salotti finanziari collaterali a quelle lobby che si propongono
di combattere. Gianroberto Casaleggio, socio di Grillo e creatore del Movimento
5 Stelle, è a capo della Casaleggio Associati, un’impresa di
punta del web marketing che ha sviluppato una rete di relazioni e
partenrship con confindustria, con lobby
italiane come Aspen, o internazionali come l’American Chamber of Commerce.
Dunque non dovrebbe sorprendere che anche i guru puristi della rete possano avere
le mani in pasta in qualche affaruccio border line. Questo per dire che
nella tanto sbandierata diversità qualche analogia con i comitati elettorali
che si vorrebbe mandare a casa c’è, compresa la sciagurata abitudine di sparare
cazzate sui fascisti buoni. E
figuriamoci se i giornali dei partiti, o emanazione dei partiti non ci inzuppano il pane. “A chi tocca
non si ingrugna” dice un vecchio detto popolare, per cui ecco che anche al Movimento 5 stelle
tocca sopportare il suo bravo scandaluccio. Quest’ultimo episodio, relativo al movimento della premiata ditta
Grillo-Casaleggio &C. come potrà
influire sulla possibilità di formare un governo? Inasprirà ancora di più l’intransigenza
grillesca? Rafforzerà il fronte
dialogante piddino, o la parte dei
demcorat favorevole all’inciucio con Berlusconi? E il cieco di Arcore come reagirà? Innescherà
la macchina del fango alimentata dai
suoi immondi giornaletti per attaccare il Movimento 5 Stelle? Mistero. L’unica cosa certa è che il
presidente Napolitano invoca un governo.
Soprattutto dopo che l’associazione a delinquere, agenzia di rating Finch, ha declassato l’Italia da A, a
+ Bbb. Per Napolitano è
fondamentale che qualcuno si prenda la responsabilità di portare avanti il
programma lacrime e sangue che la troika europea, sotto dettatura dei potentati
finanziari, ha messo a punto per l’Italia. Dunque non importa che sia un
governo del presidente, del Papa, del camerlengo, del
faccendiere, o del boss mafioso , non
importa che sia un governo di minoranza, di
desistenza, di inconsistenza, di
astinenza, o di incontinenza, l’importante
è che si faccia al più presto e senza
certe strambe idee di rinegoziazione dei trattati europei. Ma si uscirà dallo stallo? E come se ne uscirà? Questo è il dilemma che
riempie le pagine dei giornali del web e le TV. Personalmente sono convinto che
alla fine la soluzione si troverà. Basta considerare quali sono gli interessi
reali delle forze che hanno ottenuto i maggiori consensi elettorali. Il Pd, ha
tutto l’interesse a formare un governo con a capo Bersani, ossia il leader scelto democraticamente dai militanti.
Ciò per
evitare di sputtanare l’alto esercizio democratico e partecipativo delle
primarie e per invertire la tendenza
per cui il Partito Democratico non ha mai espresso un presidente del consiglio,
eletto dai cittadini, interno al Partito. D’Alema non è stato
eletto, Prodi non era esponente del Pd. Il Pdl ha interesse a partecipare ad un
governo, qualsiasi esso sia, l’importante è assicurare al suo capo afflitto
da problemi giudiziario-oculistici, una carica che gli consenta di arginare la
devastante onda giudiziaria che lo sta per investire. Il Movimento 5 stelle ha
interesse a rimanere all’opposizione da cui potrebbe continuare a strillare “tutti
a casa” senza così deludere l’amalgama informe del suo elettorato, senza
mettere la faccia su un esecutivo che dovrà continuare l’opera di devastazione
sociale che ci chiede l’Europa dei banchieri
e senza impegnare i propri
inadeguati eletti nell’estenuante compito di inventarsi leggi, o diventare
ministri. Quale potrà essere la
soluzione atta a realizzare questo scenario? Semplice il via libera ad un governo Bersani,
basato sui ben noti otto punti che
dovevano piacere ai grillini, da realizzarsi grazie all’astensione del Pdl e con il voto
contrario del Movimento 5 Stelle. In questo modo il Pd guiderebbe il Paese scongiurando le accuse di aver cercato l’inciucio con Berlusconi. L’astensione piddiellina dovrebbe essere sufficiente a scongiurare
l’ignominia. Il Pdl, pur in disaccordo con il programma dei democratici, potrebbe
giustificare l’astensione come necessaria. E’ infatti grazie a questo enorme sacrificio
di responsabilità che il Popolo delle libertà risulterebbe il salvatore della Patria e salvatore del culo
del suo capo al quale almeno uno misero scranno di presidente del Senato andrebbe
assicurato. A ben vedere non è che la legge sul conflitto di interesse
proposta dal Pd nei suoi otto punti sia così punitiva, è una riedizione della
legge Frattini in cui non è prevista alcuna ineleggibilità del titolare delle
imprese oggetto del conflitto, sarà un
caso? Il Movimento 5 Stelle, dai banche dell’opposizione, potrà aprire il Parlamento come una scatola di
tonno, facendo attenzione però che i propri eletti non ci finiscano dentro
tentati da qualche prebenda extra elargita all’insaputa dei capi. Saranno duri
e puri ma anche loro tengono famiglia. Questa mia previsione si avvererà, o è farneticazione
pura? Chi vivrà vedrà. Di una cosa sono
certo e mi sento di rassicurare tutti coloro che temono la rivolta di piazza
provocata dall’attuale disperazione sociale e dal vuoto governativo. Un
popolo che si tiene per venti anni Mussolini, mal sopporta il dono di libertà
che la lotta partigiana gli ha regalato
e continua a incensare Berlusconi è
talmente pigro e inetto che al solo
pensiero di scendere in piazza accende la TV e scarica la sua rabbia prendendo
le parti di uno dei tronisti di “Amici”
e inveendo contro il suo avversario . E’
così che lo stallo è destinato a risolversi nel merdaio di una stalla.
sabato 9 marzo 2013
Ascensore inclinato si blocca: 5 persone salvate dai Vigili del Fuoco
fonte: http://ciociaria.ogginotizie.it
.
Frosinone – Paura questo pomeriggio all’interno dell’ascensore inclinato di Frosinone rimasto bloccato a metà percorso a causa della rottura di una corda di acciaio che alimentava il funzionamento dello stesso. All’interno della cabina erano presenti tre adulti, una bambina ed un neonato. Il fatto è avvenuto poco dopo le 16 e le persone che si trovavano all’interno hanno subito chiamato Polizia e Vigili del Fuoco di Frosinone rimanendo all’interno dell’ascensore per circa 20 minuti fin quando non sono stati tratti in salvo dai pompieri che hanno raggiunto la cabina tramite le scale laterali di emergenza forzando la porta d’accesso. L’ascensore è stato chiuso e dichiarato non fruibile in attesa di manutenzione. L'assessore comunale Fabio Tagliaferri si è subito attivato convocando per domani una riunione urgente al fine di comprendere le cause di quanto accaduto e provvedendo subito a disporre la manutenzione dell'ascensore. Già in serata il comune ha rassicurato la cittadinanza (come riportiamo in altro articolo) confermando che da domani, domenica 10 marzo, l'ascensore inclinato sarà nuovamente attivo a seguito di alcuni controlli effettuati nel pomeriggio che ne garantiscono la fruibilità
.
Ovviamente la clip andrebbe aggiornata con le immagini almeno dell'attuale sindaco Nicola Ottaviani e del suo assessore Fabio Tagliaferri. La funiculì funiculà frusinate è un bel monumento bipartizan all'inefficienza e al pressapochismo amministrativo . Già domani assicura l'assessore l'ascensore tornerà di nuovo funzionante. Sarà ma io andrei a piedi.
Luciano Granieri.
venerdì 8 marzo 2013
Combattiamo i sintomi per debellare la malattia
Luciano Granieri
Mercoledì mattina altri tre lavoratori sono
stati trucidati a Perugia dal
capitalismo finanziario. A morire, vittima di un’arma da fuoco innescata dalla
disperazione, è stato Andrea Zampi piccolo imprenditore umbro, il
quale, sconvolto per non aver ricevuto
un finanziamento dalla Regione necessario al prosieguo della sua attività,
prima di uccidersi ha rivolto la sua rabbia verso due impiegate della Regione Umbria
uccidendole. Così sotto i colpi di
quella pistola innescata dalla disperazione sono cadute altre due vittime.
Daniela Crispolti, 46 anni lavoratrice precaria e Margherita Peccati 61 anni,
in attesa di raggiungere la sospirata pensione dopo decenni passati a lavorare sodo e rendersi utile alla comunità.
Le due dipendenti regionali, fra l’altro, non avevano nulla a che fare con la
richiesta degli aiuti avanzata da Andrea
Zampi. Questo ennesimo esito drammatico e luttuoso è la conseguenza della strategia
della frantumazione classista, principale e più atroce arma a disposizione del capitalismo finanziario.
Dividere e porre l’uno contro l’altro, i dipendenti privati e i dipendenti pubblici,
il lavoro dipendente dalla piccola imprenditoria, è un sistema che consente al
capitale finanziario di disgregare, o ancora meglio, di impedire la coesione del mondo del lavoro.
La violenta reazione disperata di un lavoratore piccolo imprenditore si è rivolta verso altre lavoratrici,
quando colpevole della precarietà sociale è l’attuale
sistema capitalistico ultra liberista. Né è sufficiente prendersela con la
burocrazia e l’indifferenza della politica tesa ad assicurarsi privilegi e
prebende a scapito dei cittadini lavoratori attraverso un perfetto sistema di illegalità
diffusa radicata fin nei gangli amministrativi più periferici. I comitati elettorali
con la loro rete di corruttele e la loro vorace e famelica avidità di denaro
pubblico, sono solo una parte dell’apparato, infatti la complessa ed efficiente macchina da guerra
capitalista è ben strutturata . Oltre ai partiti politici -sostanziosamente
foraggiati sia per legiferare nell’interesse del capitale, sia per addormentare
la rivolta sociale - figurano le più importanti organizzazioni sindacali - necessarie a disperdere e neutralizzare i conflitti - e particolari movimenti di protesta che hanno
il compito di indirizzare la rabbia di una
collettività sempre più depredata della
ricchezza che produce con il proprio lavoro, verso altri obbiettivi lontani
dall’insidiare il sistema ultra liberista. E’ il caso del Movimento 5 Selle in
Italia, e di formazioni neo naziste e
fasciste in Europa. Dunque, come già più volte espresso in altri post, una soluzione efficace passa attraverso la lotta
al sistema capitalista ultraliberista
messa in atto da una rinnovata classe lavoratrice che comprenda al suo
interno lavoratori dipendenti, privati e pubblici, nonché artigiani e piccoli
imprenditori. Purtroppo l’esito delle ultime elezioni politiche ha determinato l’ulteriore
marginalizzazione, fino quasi alla scomparsa, di quelle forze che si
erano proposte agli elettori proprio presentando queste argomentazioni all’interno
del proprio programma. Mi riferisco al Pcl e al Pdac. Oserei dire anzi che la
scelta di partecipare alle elezioni ha prodotto il dissolvimento dalle ragioni
della lotta al capitalismo nel melmoso
acquitrino alimentato dalle forze del capitale composto dai soliti falsi luoghi comuni dell’anacronistico
e desueto vetero -comunismo, provocando invero la totale destrutturazione e delegittimazione della
lotta al capitalismo stesso. Dopo anni
passati a promuovere la lotta anticapitalista con manifestazioni, convegni e
partecipazioni elettorali ci si rende
conto che il messaggio non è compreso da una collettività che la crisi ha reso
meno coesa e molto più propensa ad accettare l’uovo, anzi il guscio d’uovo,
oggi - rappresentato da un piccolo lavoro precario magari ottenuto con
comportamenti poco ortodossi, o da una bolletta pagata - piuttosto della
gallina domani, incarnata nella costituzione di una società più giusta liberata dal giogo del
capitalismo finanziario. E’ dunque
necessario cambiare strategia e concentrarsi prima sui sintomi della malattia
per poi un giorno attaccare i veri agenti patogeni del morbo. Su queste basi Aut ha deciso di riprendere il
discorso sulla promozione della legalità, della rivalutazione dei valori
costituzionali. Stiamo mettendo a punto un programma che prevede il
coinvolgimento dei giovani nelle scuole, e di tutta la società civile in un
percorso di formazione e di educazione alla legalità che comincia dai singoli
comportamenti personali, proseguendo con l’analisi di atti amministrativi della
nostra città in cui è palese il processo
illegale e clientelare. Insieme ad altri compagni stiamo prendendo contatto con esperti nel settore che potranno darci una
mano nel perfezionare e rendere esecutivo questo progetto. Se la l’assuefazione
culturale all’illegalità, la trasformazione del diritto in privilegio, la
corruzione, sono alcuni dei sintomi del
sistema capitalistico, cominciamo ad attrezzarci per debellarli. Combattendo sintomo per sintomo, un giorno si arriverà a sconfiggere la malattia nella sua totalità e riusciremo
finalmente a liberarci della dittatura del capitalismo finanziario.
I comunisti resistono
Coordinatore della Segreteria del
PdCi di Frosinone
Della Posta Oreste
Si è tenuto
la riunione del Comitato federale dei Comunisti Italiani della provincia di
Frosinone per analizzare il risultato elettorale avuto nelle recenti elezioni
regionali e politiche.
Dopo
un’approfondita analisi e discussione, è emerso che:
1) L’insuccesso elettorale della lista
Ingroia è dovuto in primo luogo alla esplosione del consenso verso Grillo che
ha catalizzato i voti di protesta; in secondo luogo dal voto utile verso il Pd
e dalla mancata esposizione nei mass media del programma elettorale di Ingroia;
2) Il risultato elettorale, pur se non
soddisfacente, rappresenta la percentuale più alta di consenso nella regione
Lazio con il 2,39%; questo sta a dimostrare che il consenso deriva da un lavoro
politico effettuato sul territorio;
3) Il comitato federale ha ringraziato
il compagno Ugo Moro per lo sforzo durante la campagna elettorale che gli ha
permesso di raggiungere il secondo posto per preferenze nel Lazio tra i
candidati dei Comunisti Italiani;
4) Il comitato federale ritiene
opportuno rilanciare il partito in tutta la provincia con l’obiettivo di
realizzare l’unità dei comunisti come strumento di difesa dei lavoratori e dei
cittadini.
Il comitato federale lancia un appello a tutti i comunisti
della provincia affinché si costituiscano in tutti i comuni sezioni di
comunisti pronti a ripartire per creare un unico grande partito comunista.
Inoltre ringrazia il compagno Ingroia per l’impegno durante la campagna
elettorale e per la sua voglia di cambiare l’Italia con onestà, competenza e
trasparenza.
mercoledì 6 marzo 2013
8 marzo Unità degli uomini e delle donne lavoratrici contro il capitalismo!
dichiarazione della
Segreteria internazionale
delle donne
Lit-Quarta
Internazionale
Sul fronte della guerra civile in Siria,
nelle mobilitazioni di Piazza Tahrir, negli scioperi e nelle manifestazioni in
Europa, nella sollevazione indignata contro gli stupri in India, ci sono
migliaia e migliaia di donne lavoratrici che hanno spezzato le barriere
dell’oppressione, il divorzio costruito ad arte fra la donna e la politica e
dimostrato che il posto delle donne è nella rivoluzione.
Con e senza velo le donne arabe sono nelle strade come parte attiva della rivoluzioni del nord-Africa e del medio Oriente. In Europa non è diverso: nello sciopero generale del 14 novembre, nelle lotte contro gli sfratti, nello sciopero radicale delle Asturie, nei movimenti dei giovani disoccupati e nelle lotte studentesche, le donne combattono fianco a fianco con gli uomini nella resistenza contro i piani di austerity.
In India le strade sono state invase dalle proteste contro la violenza sulla donna. A Nuova Delhi, una ragazza di 23 anni è stata vittima di un brutale stupro al ritorno da una passeggiata con un amico. È stata aggredita e violentata dentro un autobus, quindi lanciata in strada dal veicolo in movimento. Il 29 dicembre, 13 giorni dopo lo stupro, la ragazza è morta in un ospedale di Singapur.
Il crimine, che non è stato un atto isolato, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione diventata insopportabile: fra i delitti più in crescita in India, sette su dieci hanno le donne come vittime, e lo stupro è in cima alla lista. Uno studio del 2010 rivela che l’80% delle donne ha già subito molestie verbali a Nuova Delhi e un terzo ha subito violenza sessuale, (The New York Times, 8/4/2011).
La novità è che questa volta, spinti da questa situazione generalizzata, uomini e donne sono scesi nelle strade, facendo uscire dalla “sfera privata” un problema sociale che affligge migliaia di donne in tutto il mondo. Le mobilitazioni hanno acquisito un carattere politico, mettendo in discussione le risposte insufficienti del governo e della polizia.
In America Latina, scontrandosi con le pressioni conservatrici della chiesa, le donne dell’Uruguay hanno ottenuto, grazie alle loro mobilitazione, la depenalizzazione dell’aborto che, nonostante tutti i limiti che ha, costituisce un grande conquista che deve servire da esempio a tutto il continente.
Con e senza velo le donne arabe sono nelle strade come parte attiva della rivoluzioni del nord-Africa e del medio Oriente. In Europa non è diverso: nello sciopero generale del 14 novembre, nelle lotte contro gli sfratti, nello sciopero radicale delle Asturie, nei movimenti dei giovani disoccupati e nelle lotte studentesche, le donne combattono fianco a fianco con gli uomini nella resistenza contro i piani di austerity.
In India le strade sono state invase dalle proteste contro la violenza sulla donna. A Nuova Delhi, una ragazza di 23 anni è stata vittima di un brutale stupro al ritorno da una passeggiata con un amico. È stata aggredita e violentata dentro un autobus, quindi lanciata in strada dal veicolo in movimento. Il 29 dicembre, 13 giorni dopo lo stupro, la ragazza è morta in un ospedale di Singapur.
Il crimine, che non è stato un atto isolato, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una situazione diventata insopportabile: fra i delitti più in crescita in India, sette su dieci hanno le donne come vittime, e lo stupro è in cima alla lista. Uno studio del 2010 rivela che l’80% delle donne ha già subito molestie verbali a Nuova Delhi e un terzo ha subito violenza sessuale, (The New York Times, 8/4/2011).
La novità è che questa volta, spinti da questa situazione generalizzata, uomini e donne sono scesi nelle strade, facendo uscire dalla “sfera privata” un problema sociale che affligge migliaia di donne in tutto il mondo. Le mobilitazioni hanno acquisito un carattere politico, mettendo in discussione le risposte insufficienti del governo e della polizia.
In America Latina, scontrandosi con le pressioni conservatrici della chiesa, le donne dell’Uruguay hanno ottenuto, grazie alle loro mobilitazione, la depenalizzazione dell’aborto che, nonostante tutti i limiti che ha, costituisce un grande conquista che deve servire da esempio a tutto il continente.
Sul
fronte degli attacchi
Contraddicendo la forte propaganda ideologica secondo cui il maschilismo sarebbe terminato, i dati mostrano che l’oppressione della donna continua. Uno studio dell’Onu rivela che il 70% dei poveri sono donne (Studio Imbroglio di Genere: Donne, Violenza e Povertà – 2010)
In tempo di crisi la situazione è peggiorata. Secondo lo studio dell’Oil (Tendenze Mondiali del lavoro fra le donne – Oil 2013) la crisi economica mondiale ha lasciato senza lavoro 13 milioni di donne. In Europa, le donne sono il bersaglio preferito degli attacchi dei governi. Esse sono la maggioranza nei lavori del servizio pubblico (costituiscono l’85% nel settore della salute e dell’istruzione), che è tra i più attaccati dai piani di austerità. Tra il 2011 e il 2012, l’istruzione ha subito un taglio di 2,3 miliardi di euro nel bilancio europeo.
Le differenze salariali sono cresciute con la crisi. Il doppio delle donne rispetto agli uomini riceve il salario minimo. In Portogallo la disuguaglianza salariale tra uomini e donne è aumentata del 4,4% tra il 2007 e il 2010. (Per l’inclusione di una prospettiva di genere nella Commissione di revisione contabile e sul debito pubblico – Studio pubblicato nel gennaio 2013 dalla Campagna Femminista Anti Austerità).
Il doppio lavoro femminile è mostrato anche nei dati. Uno studio dell’Ocse del 2011, mostra che le donne dedicano in media quattro ore al giorno in più degli uomini al lavoro domestico e, inoltre, che sono quelle che maggiormente risentono dei tagli in materia di diritti sociali e servizi pubblici, dato che esse sono le “responsabili” della cura della casa e della salute della famiglia.
Le politiche volte a sostenere la gravidanza e la maternità, il diritto all’aborto, vengono costantemente attaccati. Cosa che è particolarmente grave in un contesto sociale in cui la vita è più difficile per le donne, in particolare per le madri. Per le ragazze madri il rischio di povertà è del 34% mentre per i padri single è praticamente nullo. (Per l’inclusione in una prospettiva di genere nella Commissione di revisione contabile e sul debito pubblico – Studio pubblicato nel gennaio 2013 dalla Campagna Femminista Anti Austerità).
Contemporaneamente, esiste una campagna ideologica di settori conservatori, che propongono come soluzione alla crisi e alla disoccupazione il ritorno delle donne alla casa.
La spiegazione di tutto questo sta nel fatto che il capitalismo ha bisogno di imporre un nuovo modello di sfruttamento mondiale, smantellando completamente le conquiste sociali della classe lavoratrice europea nel tentativo di superare la crisi economica.
Contraddicendo la forte propaganda ideologica secondo cui il maschilismo sarebbe terminato, i dati mostrano che l’oppressione della donna continua. Uno studio dell’Onu rivela che il 70% dei poveri sono donne (Studio Imbroglio di Genere: Donne, Violenza e Povertà – 2010)
In tempo di crisi la situazione è peggiorata. Secondo lo studio dell’Oil (Tendenze Mondiali del lavoro fra le donne – Oil 2013) la crisi economica mondiale ha lasciato senza lavoro 13 milioni di donne. In Europa, le donne sono il bersaglio preferito degli attacchi dei governi. Esse sono la maggioranza nei lavori del servizio pubblico (costituiscono l’85% nel settore della salute e dell’istruzione), che è tra i più attaccati dai piani di austerità. Tra il 2011 e il 2012, l’istruzione ha subito un taglio di 2,3 miliardi di euro nel bilancio europeo.
Le differenze salariali sono cresciute con la crisi. Il doppio delle donne rispetto agli uomini riceve il salario minimo. In Portogallo la disuguaglianza salariale tra uomini e donne è aumentata del 4,4% tra il 2007 e il 2010. (Per l’inclusione di una prospettiva di genere nella Commissione di revisione contabile e sul debito pubblico – Studio pubblicato nel gennaio 2013 dalla Campagna Femminista Anti Austerità).
Il doppio lavoro femminile è mostrato anche nei dati. Uno studio dell’Ocse del 2011, mostra che le donne dedicano in media quattro ore al giorno in più degli uomini al lavoro domestico e, inoltre, che sono quelle che maggiormente risentono dei tagli in materia di diritti sociali e servizi pubblici, dato che esse sono le “responsabili” della cura della casa e della salute della famiglia.
Le politiche volte a sostenere la gravidanza e la maternità, il diritto all’aborto, vengono costantemente attaccati. Cosa che è particolarmente grave in un contesto sociale in cui la vita è più difficile per le donne, in particolare per le madri. Per le ragazze madri il rischio di povertà è del 34% mentre per i padri single è praticamente nullo. (Per l’inclusione in una prospettiva di genere nella Commissione di revisione contabile e sul debito pubblico – Studio pubblicato nel gennaio 2013 dalla Campagna Femminista Anti Austerità).
Contemporaneamente, esiste una campagna ideologica di settori conservatori, che propongono come soluzione alla crisi e alla disoccupazione il ritorno delle donne alla casa.
La spiegazione di tutto questo sta nel fatto che il capitalismo ha bisogno di imporre un nuovo modello di sfruttamento mondiale, smantellando completamente le conquiste sociali della classe lavoratrice europea nel tentativo di superare la crisi economica.
Violenza
domestica e sessuale
Le conseguenze di questo sistema diseguale e ingiusto, non sono solo economiche per le donne. Vi è una profonda degenerazione morale della società, il denaro vale più delle persone, la vita vale molto poco e le donne sono sempre più merce da vendere e comprare.
È nel contesto di un sistema che incoraggia quotidianamente una visione delle donne come proprietà degli uomini che la violenza domestica e i reati sessuali, le molestie, lo stupro e il traffico di persone, hanno raggiunto livelli allarmanti. Secondo l’Onu, un miliardo di donne subisce maltrattamenti o abusi nell’arco della loro vita.
Le donne giovani sono le principali vittime di reati a sfondo sessuale. Il traffico di esseri umani è una forma barbara di violenza con cui giovani donne vengono ridotte in schiavitù sessuale. Per la borghesia è un business redditizio. Secondo i dati dell’Oil, si calcola che la tratta di persone smuove profitti per 32 miliardi di dollari all’anno.
Tutto questo si verifica grazie alla negligenza e, spesso, alla complicità dei governi capitalisti. Il caso della scomparsa di Carolina Garzón giovane militante della Lit è un esempio di ciò che accade a migliaia di donne in tutto il mondo. La nostra compagna colombiana è scomparsa in Ecuador il 28 aprile dello scorso anno. Quasi un anno dopo, la polizia ecuadoriana vuole archiviare le indagini, argomentando, senza prove, che la giovane sarebbe accidentalmente caduta in un fiume, annegando. Come Carolina, migliaia di donne in tutto il mondo sono scomparse, vittime della barbarie capitalista.
Le conseguenze di questo sistema diseguale e ingiusto, non sono solo economiche per le donne. Vi è una profonda degenerazione morale della società, il denaro vale più delle persone, la vita vale molto poco e le donne sono sempre più merce da vendere e comprare.
È nel contesto di un sistema che incoraggia quotidianamente una visione delle donne come proprietà degli uomini che la violenza domestica e i reati sessuali, le molestie, lo stupro e il traffico di persone, hanno raggiunto livelli allarmanti. Secondo l’Onu, un miliardo di donne subisce maltrattamenti o abusi nell’arco della loro vita.
Le donne giovani sono le principali vittime di reati a sfondo sessuale. Il traffico di esseri umani è una forma barbara di violenza con cui giovani donne vengono ridotte in schiavitù sessuale. Per la borghesia è un business redditizio. Secondo i dati dell’Oil, si calcola che la tratta di persone smuove profitti per 32 miliardi di dollari all’anno.
Tutto questo si verifica grazie alla negligenza e, spesso, alla complicità dei governi capitalisti. Il caso della scomparsa di Carolina Garzón giovane militante della Lit è un esempio di ciò che accade a migliaia di donne in tutto il mondo. La nostra compagna colombiana è scomparsa in Ecuador il 28 aprile dello scorso anno. Quasi un anno dopo, la polizia ecuadoriana vuole archiviare le indagini, argomentando, senza prove, che la giovane sarebbe accidentalmente caduta in un fiume, annegando. Come Carolina, migliaia di donne in tutto il mondo sono scomparse, vittime della barbarie capitalista.
Qual è la
via d’uscita?
La borghesia, consapevole del ruolo del maschilismo nella società capitalistica, incoraggia questa ideologia reazionaria che divide la classe lavoratrice e stimola la sottomissione ed il servilismo delle donne.
Al contempo, settori borghesi cercano di disputare la direzione delle lotte delle donne, Dando un volto nuovo alla vecchie risposte riformiste, organizzazioni come la Marcia mondiale delle Donne propagandano dappertutto la cosiddetta “teoria della conquista del potere”, secondo cui il raggiungimento di posti di potere da parte delle donne, come nel caso di Angela Merkel, Cristina Kirchner e Dilma Rousseff, rappresenta la soluzione per i problemi delle donne stesse. È la vecchia proposta della “sorellanza delle donne”, vale a dire le donne unite nella lotta contro gli uomini possono liberarsi dal patriarcato.
Nel frattempo, le donne lavoratrici di questi Paesi governati da donne, continuano nella povertà. E, inoltre, queste donne a capo di governi, dirigono l’applicazione dei piani di austerità.
La borghesia, consapevole del ruolo del maschilismo nella società capitalistica, incoraggia questa ideologia reazionaria che divide la classe lavoratrice e stimola la sottomissione ed il servilismo delle donne.
Al contempo, settori borghesi cercano di disputare la direzione delle lotte delle donne, Dando un volto nuovo alla vecchie risposte riformiste, organizzazioni come la Marcia mondiale delle Donne propagandano dappertutto la cosiddetta “teoria della conquista del potere”, secondo cui il raggiungimento di posti di potere da parte delle donne, come nel caso di Angela Merkel, Cristina Kirchner e Dilma Rousseff, rappresenta la soluzione per i problemi delle donne stesse. È la vecchia proposta della “sorellanza delle donne”, vale a dire le donne unite nella lotta contro gli uomini possono liberarsi dal patriarcato.
Nel frattempo, le donne lavoratrici di questi Paesi governati da donne, continuano nella povertà. E, inoltre, queste donne a capo di governi, dirigono l’applicazione dei piani di austerità.
Uomini e
donne della classe lavoratrice uniti contro il capitalismo e il
maschilismo
Ogni lotta dei lavoratori per il più basilare diritto è importante e deve essere permanente, dal momento che nessuna conquista è definitiva in questo sistema. In un momento di crisi internazionale, ciò è ancora più vero, Il supersfruttamento si abbatte violentemente sui settori oppressi, fra cui le donne. Ma non tutte, in quanto vi è una distinzione tra di loro: quelle che attaccano e quelle che sono attaccate.
Benché subiscano l’oppressione, le donne borghesi o quelle che ricoprono alte cariche di governo non sono nelle stesse condizioni delle lavoratrici; non subiscono lo sfruttamento, tuttavia contribuiscono allo sfruttamento delle lavoratrici.
Le donne che sono in prima linea e che hanno partecipato attivamente nelle mobilitazioni in corso sia in Europa che nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, sono le lavoratrici.
Le lavoratrici possono praticare momentaneamente con le donne borghesi l’unità d’azione in difesa di qualche diritto democratico, come ad esempio il diritto all’aborto. Ma questi accordi si romperanno immediatamente non appena si scontreranno con i limiti del capitalismo.
È per questo che l’unita strategica delle donne lavoratrici è quella con la propria classe, l’unica in grado di sconfiggere il capitalismo e promuovere le condizioni di una società socialista, che a sua volta aprirà la strada per la realizzazione della piena eguaglianza.
Gli uomini lavoratori che praticano atti di maschilismo e difendono questa ideologia finiscono, più o meno consapevolmente, per difendere i padroni. Quando un lavoratore smette di praticare atti machisti e assume le rivendicazioni contro l’oppressione, indebolisce l’obiettivo dei padroni di dividere per sfruttare.
Ad ogni diritto che viene strappato alle donne il capitalismo commette un sopruso in più ai danni dei diritti di tutta la classe. Il maschilismo favorisce solo la borghesia. Per questo le organizzazioni dei lavoratori debbono assumere come proprie le rivendicazioni delle donne; in caso contrario, le donne resteranno in balia delle alternative frontepopuliste che condurranno le loro lotte alla sconfitta.
In questo 8 marzo, la Lit-Quarta Internazionale fa appello a tutte le donne lavoratrici affinché si organizzino e lottino insieme agli uomini della loro classe per la difesa di tutti i loro diritti e le invita a sommarsi alla costruzione del partito rivoluzionario, strumento centrale nella lotta per sconfiggere il capitalismo e costruire il socialismo, unica strada per porre fine ad ogni tipo di oppressione e sfruttamento.
Ogni lotta dei lavoratori per il più basilare diritto è importante e deve essere permanente, dal momento che nessuna conquista è definitiva in questo sistema. In un momento di crisi internazionale, ciò è ancora più vero, Il supersfruttamento si abbatte violentemente sui settori oppressi, fra cui le donne. Ma non tutte, in quanto vi è una distinzione tra di loro: quelle che attaccano e quelle che sono attaccate.
Benché subiscano l’oppressione, le donne borghesi o quelle che ricoprono alte cariche di governo non sono nelle stesse condizioni delle lavoratrici; non subiscono lo sfruttamento, tuttavia contribuiscono allo sfruttamento delle lavoratrici.
Le donne che sono in prima linea e che hanno partecipato attivamente nelle mobilitazioni in corso sia in Europa che nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, sono le lavoratrici.
Le lavoratrici possono praticare momentaneamente con le donne borghesi l’unità d’azione in difesa di qualche diritto democratico, come ad esempio il diritto all’aborto. Ma questi accordi si romperanno immediatamente non appena si scontreranno con i limiti del capitalismo.
È per questo che l’unita strategica delle donne lavoratrici è quella con la propria classe, l’unica in grado di sconfiggere il capitalismo e promuovere le condizioni di una società socialista, che a sua volta aprirà la strada per la realizzazione della piena eguaglianza.
Gli uomini lavoratori che praticano atti di maschilismo e difendono questa ideologia finiscono, più o meno consapevolmente, per difendere i padroni. Quando un lavoratore smette di praticare atti machisti e assume le rivendicazioni contro l’oppressione, indebolisce l’obiettivo dei padroni di dividere per sfruttare.
Ad ogni diritto che viene strappato alle donne il capitalismo commette un sopruso in più ai danni dei diritti di tutta la classe. Il maschilismo favorisce solo la borghesia. Per questo le organizzazioni dei lavoratori debbono assumere come proprie le rivendicazioni delle donne; in caso contrario, le donne resteranno in balia delle alternative frontepopuliste che condurranno le loro lotte alla sconfitta.
In questo 8 marzo, la Lit-Quarta Internazionale fa appello a tutte le donne lavoratrici affinché si organizzino e lottino insieme agli uomini della loro classe per la difesa di tutti i loro diritti e le invita a sommarsi alla costruzione del partito rivoluzionario, strumento centrale nella lotta per sconfiggere il capitalismo e costruire il socialismo, unica strada per porre fine ad ogni tipo di oppressione e sfruttamento.
Video a Cura di Luciano Granieri
“Salviamo Khaled Natour”: mail bombing alle autorità saudite
Forum Palestina
Di seguito il testo del messaggio da inviare:
Dalla Giordania arriva l'invito a bombardare di messaggi, fino
al 7 marzo, le rappresentanze diplomatiche dell'Arabia Saudita per chiedere la
liberazione immediata di un attivista arrestato due mesi fa a Riyadh e scomparso
nel nulla.
Cari amici, difensori dei diritti umani e della libertà di tutto il
mondo,
È urgente inviare la seguente lettera alle ambasciate del Regno dell’Arabia
Saudita nei vostri paesi di residenza. Per favore spedite il testo via fax o via
email nei seguenti giorni: martedì 5, mercoledì 6 e giovedì 7 marzo 2013. Noi
siamo seriamente preoccupati della sorte di Khaled Natour perché non abbiamo
ricevuto nessuna informazione su di lui ormai da due mesi, da quando cioè è
stato arrestato. Noi contiamo sul vostro appoggio nel sostegno di questa causa a
livello internazionale.
Allegati trovate gli indirizzi di contatto delle ambasciate dell’Arabia
Saudita in molti paesi e anche un messaggio comune da inviare alle autorità
saudite nei prossimi giorni in diverse lingue.
L’indirizzo email dell’ambasciata saudita di Roma alla quale inviare il
messaggio: itemb@mofa.gov.sa
Per maggiori informazioni sul caso di Khaled Natour per favore visitate
questo link:
Di seguito il testo del messaggio da inviare:
Cari
rappresentanti del governo dell’Arabia Saudita
Il 6 di
gennaio del 2013 Khaled Al-Natour (26 anni), un cittadino della Giordania, ha
viaggiato da Amman all’Arabia Saudita per un soggiorno di lavoro di un mese.
Khaled aveva ricevuto un visto di lavoro dall’ambasciata dell’Arabia Saudita in
Giordania. Quando Khaled e altri suoi quattro colleghi di lavoro sono arrivati
all’aeroporto internazionale di Ryad, le autorità saudite hanno arrestato Khaled
mentre gli altri suoi compagni passavano senza problemi. Dal momento della sua
detenzione sia le autorità giordane sia i famigliari di Khaled non hanno
ricevuto alcuna informazione sulle ragioni dell’arresto o sul luogo dove è
rinchiuso e neanche sulla natura delle accuse rivolte nei suoi confronti (se ce
ne sono).
In
seguito a questa situazione, Amnesty International ha rivolto un appello ai
difensori dei diritti umani in tutto il mondo a esercitare pressioni sul governo
dell’Arabia Saudita.
Io ….
………… cittadino/a di....................... chiedo a voi rappresentanti del Regno
dell’Arabia Saudita di rispettare e di aderire alle leggi e ai trattati
internazionali e di rilasciare immediatamente Khaled Natour.
Sinceramente (Nome Cognome e paese)
Anpi contro M5s: dov'è il fascismo buono?
La Redazione
Il presidente dell'associazione partigiani Carlo Smuraglia critica la capogruppo Roberta Lombardi: mi chiedo su dove posi la cultura di certi esponenti politici.
In merito alle dichiarazioni della neodeputato Roberta Lomabrdi, interviene il presidente dell'Anpi, Associazione nazionale partigiani d'Italia, Carlo Smuraglia: «A proposito delle affermazioni di una esponente del gruppo dei "grillini" in Parlamento, Roberta Lombardi, rilevo ancora una volta che i pregiudizi, come quello del "fascismo buono", sono duri a morire, anche quando confliggono con la realtà storica».
«Sarei curioso di sapere - dice Smuraglia - in che modo e quando il fascismo avrebbe dimostrato un "altissimo senso dello Stato". Sarei curioso di sapere quando sarebbe cominciata le "degenerazione", se prima o dopo gli incendi delle Case del popolo, le aggressioni, le botte e le purghe a chi veniva considerato antifascista, la marcia su Roma, la progettata occupazione del Parlamento, gli omicidi compiuti gi prima che il fascismo salisse al potere; e, magari, se prima o dopo le leggi razziali».
E continua: «Se quella del "fascismo buono" può essere ancora considerata una tesi proponibile - conclude Smuraglia - c'è da chiedersi cosa si insegni nelle scuole e su quali fondamenta riposi la cultura di certi esponenti politici».
Il presidente dell'associazione partigiani Carlo Smuraglia critica la capogruppo Roberta Lombardi: mi chiedo su dove posi la cultura di certi esponenti politici.
In merito alle dichiarazioni della neodeputato Roberta Lomabrdi, interviene il presidente dell'Anpi, Associazione nazionale partigiani d'Italia, Carlo Smuraglia: «A proposito delle affermazioni di una esponente del gruppo dei "grillini" in Parlamento, Roberta Lombardi, rilevo ancora una volta che i pregiudizi, come quello del "fascismo buono", sono duri a morire, anche quando confliggono con la realtà storica».
«Sarei curioso di sapere - dice Smuraglia - in che modo e quando il fascismo avrebbe dimostrato un "altissimo senso dello Stato". Sarei curioso di sapere quando sarebbe cominciata le "degenerazione", se prima o dopo gli incendi delle Case del popolo, le aggressioni, le botte e le purghe a chi veniva considerato antifascista, la marcia su Roma, la progettata occupazione del Parlamento, gli omicidi compiuti gi prima che il fascismo salisse al potere; e, magari, se prima o dopo le leggi razziali».
E continua: «Se quella del "fascismo buono" può essere ancora considerata una tesi proponibile - conclude Smuraglia - c'è da chiedersi cosa si insegni nelle scuole e su quali fondamenta riposi la cultura di certi esponenti politici».
Viva il Comandante Hugo Chavez Frias!
(nuovo) Partito Comunista Italiano
Hugo
Chavez ha dato un grande impulso alla causa dell’emancipazione delle classi e
dei popoli oppressi dalle catene del sistema imperialista mondiale!
La
sua vita e la sua opera continuano nella seconda ondata della rivoluzione
proletaria che avanza in tutto il mondo!
Hugo Chavez Frias resterà nella storia e
avrà un posto crescente nel cuore e nella memoria di tutti i popoli del mondo.
Col passare degli anni risalterà sempre più
che l’opera che egli ha compiuto negli anni che è stato alla guida del
Venezuela ha avuto un’importanza storica per tutti i popoli del mondo.
Hugo Chavez ha proiettato dal Venezuela in
tutto il mondo una grande luce di speranza in un momento che per l’umanità era
particolarmente difficile. La Repubblica Popolare Cinese aveva rinunciato al
suo ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale, l’Unione
Sovietica dopo anni di decadenza era crollata, la prima ondata della
rivoluzione proletaria si era esaurita, i movimenti progressisti erano in
difficoltà in tutto il mondo. I gruppi imperialisti europei, americani e
sionisti avevano ripreso a spadroneggiare e proiettavano la loro ombra oscura e
criminale sul mondo intero. Nei paesi imperialisti la rassegnazione e la
disperazione si combinavano con l’evasione dalla realtà e il ricorso alle
droghe a rendere amara la vita di milioni e milioni di sfruttati e oppressi. La
causa delle classi sfruttate e dei popoli oppressi del mondo intero sembrava
senza speranza. La denigrazione del socialismo e del comunismo imperversava.
Francis Fukuyama proclamava la fine della lotta di classe con la vittoria
dell’imperialismo USA. Toni Negri consigliava di evadere dal triste presente
scavandosi nicchie beate.
In questo periodo oscuro della storia
dell’umanità, Hugo Chavez ha acceso una luce di speranza che dal Venezuela si è
sparsa sull’America Latina e sul mondo. Ha levato alta la bandiera della
fiducia che le classi e i popoli oppressi di tutto il mondo devono avere in se
stessi, della fiducia che ad essi appartiene il futuro, che essi possono e
devono cambiare il mondo e fare la storia. Ha fatto soffiare nel mondo un vento
di resistenza, di coraggio, di solidarietà e di lotta. Egli ha combinato
l’amore per il suo paese, il Venezuela, la passione e il lavoro instancabile
per migliorare le condizioni minute della vita di ogni giorno delle masse
popolari del suo paese, con la generosa collaborazione senza frontiere con i
popoli, i paesi e i movimenti che in quale parte del mondo resistevano
all’imperialismo. In un momento difficile, egli ha guidato le masse popolari
del suo paese a impiegare per migliorare le proprie condizioni e per sostenere
la Cuba di Fidel Castro e i movimenti progressisti di un grande numero di
paesi, le risorse che fino allora i ricchi avevano dissipato per i loro lussi e
sprechi o usato per rafforzare il loro potere. Egli ha ampiamente meritato
l’amore e la devozione degli oppressi e degli sfruttati e l’odio irriducibile dei
loro sfruttatori e oppressori. Perché ha assunto un ruolo centrale nella lotta
in cui si decide del futuro dell’umanità.
martedì 5 marzo 2013
Piani di evacuazione: stiamo ancora aspettando
Consulta
delle associazioni della Città di Frosinone
Cittadinanzattiva-Tribunale
difesa malato
Associazione
Italiana Pazienti Anticoagulati
Nei
giorni scorsi, la stampa locale ha
pubblicato una dichiarazione del dott.
Claudio Berna, direttore della struttura complessa di prevenzione e protezione della ASL, con la quale si porta
a conoscenza che “gli ospedali ciociari
sono dotati di Piano di emergenza e soccorso”.
Si
pretende con ciò di dare una risposta ad una precisa denuncia delle
associazioni sulla assenza di un piano di evacuazione nell’ospedale del capoluogo.
Il
comportamento della ASL appare strano ed anormale anche in questa occasione.
Infatti:
Le
Associazioni con lettera del 18 giugno 2012 indirizzata al Direttore sanitario
chiedevano di essere minuziosamente informati dell’esistenza del Piano di
evacuazione dell’ospedale di F.Spaziani del Capoluogo;
in data 4 luglio 2012 il Direttore
dell’ospedale del Capoluogo comunicava che il Piano di evacuazione era in fase
avanzata di stesura da parte della struttura complessa prevenzione e
protezione;
il
26 luglio la Segreteria
del Direttore Generale comunicava che il Piano di evacuazione sarebbe stato
completato nei minimi dettagli entro il 31 dicembre 2012.
Il
3 dicembre 2012 le Associazioni hanno riproposto il problema del Piano di
evacuazione insieme ad altre tematiche in un incontro con il dott. Narciso
Mostarda (Direttore Socio Sanitario della ASL) incaricato dal Direttore
Generale f.f. di trattare argomenti e questioni che aspettano da tempo di avere
una risposta;
Il
25 gennaio 2013 le Associazioni hanno avuto un altro incontro con il dott. Mostarda,
sempre per trattare anche il Piano di emergenza-evacuazione.
Nel
coso dell’incontro il dott. Mostarda ha chiesto telefonicamente al Dirigente
responsabile l’esistenza di questo documento, riferendoci, seduta stante, che il giorno dopo
ci avrebbe consegnato il documento esistente che, però, non si sapeva se era il
Piano di evacuazione o meno.
Inoltre,
ci ha comunicato che questo documento era stato inviato alla Regione Lazio ma
non si sapeva se era stato approvato.
Per
quanto ci riguarda stiamo ancora aspettando la consegna del documento.
Questo
è quanto dovevamo per ristabilire la verità.
TOCCA AI LAVORATORI COSTRUIRE UN’ALTERNATIVA IN PIENA AUTONOMIA DAI PARTITI PADRONALI E DAI COMICI GURU
Partito Comunista dei Lavoratori
Le
elezioni hanno visto il successo di un vecchio miliardario imbroglione
(Berlusconi) e soprattutto di un comico milionario (Grillo).
Un
“guru” che propone tra le altre cose (in sintonia con il progetto del “guru del
guru”, il padrone milionario Casaleggio) l'abolizione pura e semplice del
sindacato in quanto tale (“roba dell'800”), proprio nel momento della massima
aggressione padronale contro il lavoro e i diritti sindacali. Che a Parma, dove
governa, alza le rette di asili e mense per pagare gli interessi alle banche.
Che rivendica licenziamenti di massa nel pubblico impiego e la riduzione di
tutte le pensioni per ridurre le tasse ai padroni (con l’abolizione dell
‘IRAP).
Perché
tanti giovani, tanti lavoratori, tanti precari, sbagliando clamorosamente,
hanno finito con l'affidarsi a un guru milionario che non ha nulla a che
spartire con i loro interessi? Perché si è sentita priva di riferimenti,
rappresentanza, prospettive, dentro la crisi sociale più drammatica del
dopoguerra.
Per
anni tutti i governi (Prodi, Berlusconi, Monti) hanno colpito i lavoratori per
conto degli industriali e dei banchieri. Tutti i partiti dominanti, di ogni
colore (dal PD al PDL) hanno servito gli interessi dei capitalisti da cui sono
finanziati (basta vedere i loro bilanci) contro i lavoratori, i precari, i
disoccupati.
Ma
soprattutto le sinistre sindacali e politiche che avrebbero dovuto difendere i
lavoratori, li hanno abbandonati a loro stessi. La direzione della
CGIL ha prima concertato coi governi di Centrosinistra le politiche
antioperaie, e poi ha consentito al governo Monti le peggiori misure contro
lavoro e pensioni (pur di coprire il PD di Bersani). Le sinistre cosiddette
“radicali” prima hanno votato (unite) guerre e sacrifici in cambio di ministeri
nei governi di centrosinistra e poi hanno finito col rifugiarsi (divise) sotto
il comando del PD o dei pubblici ministeri (Ingroia), sino a cancellare
l'autonomia delle ragioni del lavoro e la propria stessa riconoscibilità
elettorale.
C'è
da stupirsi se una disperazione sociale, allo sbando, si affida al primo
ciarlatano, magari ottimo comiziante, e pure “simpatico”?
Ricostruire
una rappresentanza indipendente del lavoro, per un'alternativa alla dittatura
degli industriali e delle banche: questa è la vera necessità. Unire lavoratori,
precari, disoccupati in una mobilitazione straordinaria: senza di questo le
condizioni sociali di milioni di lavoratori e di giovani continueranno a
peggiorare. Perché il sistema capitalistico non ha più niente da offrire ma
solo da togliere, chiunque governi (Berlusconi, Monti, Bersani.. o
Grillo-Casaleggio).
Solo
i lavoratori possono costruire, con la propria forza, un'alternativa vera,
imponendo un proprio governo che rovesci il capitale finanziario e riorganizzi
alla radice l'intera società. Senza una lotta per questa prospettiva, i
lavoratori resteranno divisi, senza difese e senza risultati. E nella loro
disperazione inzupperanno il pane, a proprio vantaggio, padroni e truffatori di
ogni specie. Magari comici.
Ricostruire
tra i lavoratori la coscienza dei propri interessi, della propria forza, della
necessità di una soluzione anticapitalista, è la ragione d'essere del Partito
Comunista dei Lavoratori (PCL). E’ solo per questo che ci siamo presentati
alle elezioni, ed è solo per questo che una sia pur modesta avanguardia di
lavoratori e giovani ha sostenuto le nostre liste.
Certo: siamo un piccolo
partito, dentro un maremoto, che nuota contro corrente. Ma siamo l'unico
partito della sinistra che non si è mai compromesso con politiche antioperaie.
L'unico che non si subordina né al PD, né ai magistrati, né ai comici guru. L'unico
che si batte, in ogni lotta, per una prospettiva di governo dei lavoratori e di
rivoluzione sociale: la sola rivoluzione vera per eliminare sfruttamento,
miseria, disoccupazione e corruzione
lunedì 4 marzo 2013
Il regazzetto sulla vespetta
Luciano Granieri
Della serie non possono non far parte il gol n.224 realizzato contro la Juve e il n.225 contro il Genoa
Il triplice fischio dell’arbitro Pairetto pone
fine alle ostilità. In una uggiosa domenica d ottobre del 1994, la Roma operaia
di Mazzone batte la Samp del profeta del calcio champagne Sven Goran Eriksson. Ci alziamo sollevati dopo
aver assistito ad una partita complicata, dal primo tempo insipido. Una robusta linea difensiva composta da Annoni, Lanna,
Benedetti, e Carboni è efficace ma un centro campo inedito con Aldair trasformato da Mazzone in
regista, affianco dell’arcigno mediano Piacentini, e il principe Giannini in panchina, non riesce ad innescare la sontuosa linea d’attacco
romanista composta da Fonseca e Balbo. I resti della Samp priva di Mancini Platt e
Bertarelli, soprattutto grazie all’abilità
di Vierchowod e Ferri rendono innocua una tatticamente sconclusionata squadra
giallorossa. Lo zero a zero del primo tempo sembra un risultato ovvio. Fortunatamente dopo poco più di dieci minuti
del secondo tempo, il centrale difensivo Aldair, prestato al centro campo, lancia una palla precisa per Fonseca, l’uruguagio
contrastato da Vierchowod cada, la sfera sembra persa, ma da terra con un guizzo improvviso
Fonseca riesce ad allungare per Balbo, finta dell’argentino a disorientare Mannini
e cuoio alle spalle di Zenga per l’uno a zero. Punteggio che rimarrà fino alla fine, nonostante la Samp
si riversi nella metà campo giallorossa, sfiorando il pareggio con Jugovich, e
la Roma si mangi con Fonseca due gol fatti, per chiudere anzitempo i giochi e risparmiare a noi sugli spalti la
sofferenza di arrivare al 90’ con la paura di pareggiare. Sollevati ci godiamo
il primo posto in classifica anche se consapevoli di essere solo alla V
giornata. Scendiamo le scale che dalla Tevere sud ci conducono all’uscita accompagnati dalle note di Grazie Roma. Come
al solito per evitare di rimanere intrappolati nel traffico dell’esodo da
stadio, anziché raggiungere subito la macchina parcheggiata nel piazzale della
Farnesina, decidiamo di aspettare i
calciatori all’uscita dagli spogliatoi.. Raggiungiamo altri tifosi pronti con
penna e taccuino ad intercettare qualche loro beniamino per ottenere il
sospirato autografo. Dal cancello posto affianco all’entrata dei distinti sud,
cominciano ad uscire alla spicciolata i calciatori. Carboni saluta veloce,
Piacentini si ferma a rilasciare autografi, assieme a Cappioli. Passa il pullman della Samp, accolto con indifferenza,
ben più caloroso il saluto al torpedone con i giocatori della Roma che hanno
deciso di rientrare a Trigoria. Aldair e Giannini salutano dai finestrini. Nonostante
la confusione non possiamo fare a meno di notare un ragazzetto sui diciassette anni
che arriva sgasando su una sferragliante vespetta bianca e incurante del fior
di campioni che gli passano davanti sembra restare in attesa di qualcuno, o
qualcuna, supponiamo noi, pensando esclusivamente agli affari suoi . Lo
guardiamo incuriositi dalla sua indifferenza alla confusione che c’è intorno.
Si rianima solo alla vista di un altro ragazzetto che sguscia dal cancello
degli spogliatoi, trattenuto invano da un addetto della Roma che lo apostrofa
dicendo, “non puoi uscire di li, i
calciatori devono rimanere al di qua delle transenne”. “Lassame passà -dice il ragazzino poco più che adolescente -
devo annà co’ l’amico mio, me stà a
aspettà” . Il ragazzo con la vespetta si avvicina e carica il compagno uscito dagli spogliatoi in modo così inconsueto
Quest’ultimo porta sulle spalle la borsa della Roma e stringe una busta di
plastica trasparente da cui si intravede la maglia della Sampdoria, si accomoda
sul sellino della vespetta e corre via con il suo amico. Quel ragazzetto uscito
così freneticamente dagli spogliatoi, con la Sampdoria quella domenica non aveva giocato, era rimasto in panchina affianco a Giannini , ma dopo qualche anno avrebbe vinto uno scudetto con la Roma, sarebbe stato
campione del mondo. Oggi è il
calciatore in attività che ha segnato più gol di tutti in serie A ed è il secondo marcatore di sempre nella
storia del calcio italiano insieme a Nordhal dietro solo al grande Piola. E’ Francesco
Totti. Allora in quel due ottobre 1994, già giocava a pallone, non nel campetto
della parrocchia, ma nell’AS Roma a
fianco di campioni come Giannini, Balbo e Fonseca, aveva già segnato il suo
primo gol in serie A al Foggia nella
gara di esordio, e poi, come se tutto ciò fosse una cosa normale, se ne andava a spasso in vespetta con gli
amici del suo quartiere. Quel ragazzetto è oggi è il capitano delle Roma ed è
entrato nella storia del calcio Italiano e mondiale. Domenica scorsa contro il
Genoa ha segnato il gol n.225, quello che lo ha fatto entrare nella leggenda e
lo incorona come goleador più prolifico dei calciatori ancora in attività.
Personalmente ho avuto la fortuna di vedere direttamente dal campo le sue prodezze
e alcune delle sue reti, ne sono rimasto impressionato. Altri 225 di questi gol capitano!
P.S. Abbiamo poi saputo
che la maglia della Sampdoria che l’allora diciassettenne Totti portava nella
busta, era di Mancini, il quale pur saltando quella partita perché infortunato,
gliel’aveva fatta recapitare sapendo che Francesco allora era un suo ammiratore.
Della serie non possono non far parte il gol n.224 realizzato contro la Juve e il n.225 contro il Genoa
domenica 3 marzo 2013
Firma anche tu per cacciare Berlusconi dal Parlamento (facendo applicare la legge 361 del 1957)
fonte: MicroMega
Una legge sul conflitto di interessi, che rende Berlusconi ineleggibile, esiste già. Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli chiedono al nuovo Parlamento che venga finalmente applicata, e Berlusconi non avrà più nessuna immunità di impunità.
Berlusconi non era e non è eleggibile. Lo stabilisce la legge 361 del 1957, che è stata sistematicamente violata dalla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Nel 1994 (maggioranza di centro-destra) e nel 1996 (maggioranza di centro-sinistra, primo governo Prodi), un comitato animato da Vittorio Cimiotta (“Giustizia e libertà”) e composto da Roberto Borrello, Giuseppe Bozzi, Paolo Flores d’Arcais, Alessandro Galante Garrone, Ettore Gallo, Antonio Giolitti, Paolo Sylos Labini, Vito Laterza, Enzo Marzo, Alessandro Pizzorusso, Aldo Visalberghi, e sostenuto da una campagna stampa del settimanale “l’Espresso”, organizza i ricorsi dei cittadini elettori, ricorsi che vengono respinti dalla Giunta delle elezioni della Camera (con l’unico voto in dissenso dell’on. Luigi Saraceni, che il centro-sinistra non confermerà nella Giunta del 1996) con la motivazione che l’articolo 10 comma 1 della legge dichiara in effetti che non sono eleggibili “coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica”, ma che “l’inciso ‘in proprio’ doveva intendersi ‘in nome proprio’, e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non era titolare di concessioni televisive in nome proprio”.
Palese interpretazione da azzeccagarbugli, poiché come scrisse il presidente emerito della Corte Costituzionale Ettore Gallo “ciò che conta è la concreta effettiva presenza dell’interesse privato e personale nei rapporti con lo Stato”.
Tanto è vero che la “legge Mammì” del 6 agosto 1990, n° 223 sulla disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato stabiliva all’art. 12 il “Registro nazionale delle imprese radiotelevisive” e all’art. 17 comma 2 precisava che “qualora i concessionari privati siano costituiti in forma di società per azioni ecc. … la maggioranza delle azioni aventi diritto di voto e delle quote devono essere intestate a persone fisiche, o a società ecc. … purché siano comunque individuabili le persone fisiche che detengono o controllano le azioni aventi diritto al voto”.
MicroMega decide perciò di riprendere quella battaglia di legalità ormai ventennale attraverso due iniziative: un appello di un gruppo di personalità della società civile, sui cui raccogliere on line le adesioni di tutti i cittadini (con l’obiettivo di migliaia e migliaia di firme), e il fac-simile del ricorso, che potrà essere attivato da ogni elettore del collegio senatoriale per il quale opterà Berlusconi. Nell’ultimo giorno valido (20 giorni a partire dalla proclamazione degli eletti), MicroMega organizzerà la consegna di massa dei ricorsi alla Presidenza e alla Giunta delle elezioni del Senato.
Vittorio Cimiotta, Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Dario Fo, Margherita Hack, Franca Rame, Barbara Spinelli
FACSIMILE DI ESPOSTO
(con firma autenticata presso notaio o ufficio del Comune) da parte dei cittadini elettori della Circoscrizione del Senato per la quale avrà optato Berlusconi
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Giunta delle elezioni del Senato della Repubblica
Oggetto: ineleggibilità di un neo-eletto al Senato della Repubblica
Il sottoscritto ***** *******, nato a ***** (prov. di *****) il */**/**** e residente a *******, via ************ n.**
premesso
che sono iscritto alla lista elettorale della Circoscrizione ********
premesso
che alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 in detto Collegio risulta eletto Senatore il signor Berlusconi Silvio
tenuto conto che
il signor Berlusconi Silvio è il referente economico di una società concessionaria di frequenze televisive e che pertanto si trovava e si trova in condizioni di ineleggibilità al Parlamento italiano secondo l’articolo 10, comma 1, numero 1 del DPR 30/3/1957 n°361
chiedo che sia dichiarata l’ineleggibilità del signor Berlusconi Silvio da membro del Senato della Repubblica e la conseguente decadenza dal mandato.
Con ossequio
****** **********
lì, ******* **marzo 2013
(1 marzo 2013)
(con firma autenticata presso notaio o ufficio del Comune) da parte dei cittadini elettori della Circoscrizione del Senato per la quale avrà optato Berlusconi
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Giunta delle elezioni del Senato della Repubblica
Oggetto: ineleggibilità di un neo-eletto al Senato della Repubblica
Il sottoscritto ***** *******, nato a ***** (prov. di *****) il */**/**** e residente a *******, via ************ n.**
premesso
che sono iscritto alla lista elettorale della Circoscrizione ********
premesso
che alle elezioni del 24 e 25 febbraio 2013 in detto Collegio risulta eletto Senatore il signor Berlusconi Silvio
tenuto conto che
il signor Berlusconi Silvio è il referente economico di una società concessionaria di frequenze televisive e che pertanto si trovava e si trova in condizioni di ineleggibilità al Parlamento italiano secondo l’articolo 10, comma 1, numero 1 del DPR 30/3/1957 n°361
chiedo che sia dichiarata l’ineleggibilità del signor Berlusconi Silvio da membro del Senato della Repubblica e la conseguente decadenza dal mandato.
Con ossequio
****** **********
lì, ******* **marzo 2013
(1 marzo 2013)
Il senso del Kierika per la neve (Atalanta-Roma 2-3)
Kansas City 1927
A noi
l’Egitto nce deve insegnà niente.
Ce manca solo la siccità ormai.
A pioggia, er pioggione, er nubbifraggio, la nebbia, la neve, la
tormenta, se le semo fatte tutte.
Oste, portace nantra piaga, che noi se la giocamo.
Daje, contro ogni avversità, contro ogni microclima leghista,
contro ogni tereno rizzollato, noi semo la Roma de Aurelio cinica e sorniona,
noi famo contro tutto e tutti anacapito, noi nciavemo paura de nessuno ammerde!
Ok, meno.
De quarcuno ce dovremmo sempre avè paura, sta cosa nse la
dovremmo scordà mai.
Se c’è uno che non ha mai segnato in Serie A, non è perchè non
c’ha avuto occasione, è che stava a aspettà a noi.
Cioè li sbajano proprio apposta tutti quelli prima, capito come?
Nce ponno esse artre spiegazioni dai.
Poi ariva er giorno che Livaja guarda caso non sbaja. Alle volte
il caso eh. Sto cazzo de caso.
Tra l’altro noi diciamo NO! e aggiungiamo un sonoro ABBASTA ai
tiri sbajati dall’artri che diventano assist pe artri artri. E prima a Parma, e
poi ar derby, e mo questo. Abbasta, veramente.
E niente, manco er tempo de capì se sta partita continua o no
che già tocca ripialla.
Ma è facile riprende quarcosa quando sai individuà pe fiuto,
esperienza e determinazione, ndo stanno i manici de quer quarcosa. Soprattutto
er fiuto è importante, se i manici so de na busta a sto pubblico ormai ben
nota.
Too ricordi Marquinho? Quello che tirava le buste de piscio?
Quello che ogni tanto ce segnava però co le buste?
Dai oh, Marquinho, già fu Aquistinho, poi fu Riscattinho, poi fu
quello debole tra i due cor nome che iniziava pe “Marquinh”, poi ancora fu
ghettizzato, fu sputatore de Catania, fu Quasiargremio. Eh lui. Lui decide de
iscrivese ar club dei Baciati da Aurelio, se scrolla de dosso neve e negatività
e piazza na busta de miele sur palo lontano sulla quale nce stanno Consigli che
se possano riceve. Poi riceve solo er gò.
Unauno.
Se vede che sta squadra mo sa reagì!
Se vede che so uniti sti ragazzi!
Se vede che c’è come un senso nella disposizione!
No aspè, nse vede un cazzo.
Ma no pe colpa nostra, è che proprio nse vede gnente.
Labbuferadeneve.
Cominciano i pronostici da divano.
“Mo la ferma” - “Me sa che nsariva a fine primo tempo” - “Sta
partita non ricomincia” - “Provano a ricomincià ma poi se fermano ar secondo”
so le posizioni che se confrontano in un vivace talk all’interno
del quale la costante è comunque garantita da un fantasioso turpiloquio. Perchè
gne va a a nessuno de tornà a Bergamo pe finì sta partita. Perchè gnaa famo più
a lascià le partite in sospeso. Epperò nce va manco de giocà sula fanga che
penalizza er gioco de chi etc etc
Quindi? Che se fa?
Se segna!
Er Malincosniaco, che già da mezzora s’è caricato sule spalle (e
quando ha finito lo spazio sule spalle ha aperto l’ingresso der prestigioso
loft “Capoccia”) la squadra ssorica co la majassorica fracica de neve e sudore,
decide de fa la magia.
Che già er tiro de suo sarebbe quasi magia e farebbe de lui un
novello Johnny, ma poi batte quela punizione così bene e NON FALLO VEDE’ A
NESSUNO, quella è magia!
La bariera nun vede, figurate er portiere, figurate noi a casa.
Noi strillamo quando s’accorgemo che Consigli sta a bestemmià e
quando vediamo Miraletto che se sbraccia e sentiamo un urlo che dal campo buca
i microfoni
“COMESEFOSSIQUIOVUNQUESEIINSIEMEEEEEEEEEE”
L’arbitro, con un giusto rispetto per il bello, dopo sta
punizione decide che quer pallone va conservato ner celebre Museo Del
Contagiri, e chiede che venga sostituito cor primo che se trova, pazienza se è
de nantro colore.
Ma stai a vede che squadretta?
Stai a vede che reazione?
Ah no, giusto, nse vede ncazzo.
Però stai a intuì? Stai a percepì? Dai, se percepisce. Traspare
che Osvardone se sta a fa un ciuffo così pure se nse vede tanto, che ar Lucido
gne poi chiede de fa un passaggio dritto ma che quanno c’è da sbullonà palloni
a centrocampo quanto cazzo macina, che ar Kierika invece je poi chiede sia de
spigne che de coprì, basta che gne chiedi niente sulla situazione tricologica,
che co sta neve sciorta l’immagine è davero impietosa.
Sai che artro c’è de impietoso? Quella legge de cui se parlava
prima. Che c’ha na postilla. Se quarcuno non ha mai segnato in serie A, er
primo ce lo deve fa a noi E IN PIU’ se s’è divertito, se ce s’è trovato bene a
fa er primo, je verrà offerta comunque la chance de fanne subito nantro.
Noi famo felice nsacco de gente. Semo na cazzo de Onlus.
E se è vero che laggente siamo noi e il potere ci temono e
ognuno vale uno, oggi nelo specifico laggente è Livaja, e quindi arifamo felice
lui, che bravo è pure bravo, er gò bello è pure bello, e quindi se stamo zitti
e se lo piamo, e più che a noi forse je rode solo all’interisti, che vedono er
Mostro Der Mercato In Uscita che se ripresenta a bussà alla loro porta pe
l’ennesima volta dai tempi de Roberto Carlos.
Evabbè, annamo a cambiasse ste majette.
L’intervallo ha l’incertezza de quando nsai se ricominci.
Envece in quei rari momenti de collegamento tra no spot della
FORMULAUNO CHE MO COMINCIA SU SKY e no spot della FORMULAUNO CHE SE LA SO
COMPRATA LORO E QUINDI MO CE LO DEVONO DIRE STRILLANDO OGNI DUE CAZZO DI MINUTI
se intuisce che ha mpo smorzato de nevicà e che stanno a sistemà er campo. Daje
che se gioca.
Er campo è bianco ma la palla score, ma anche se er gioco palla
a tera caratteristico nostro etc etc non è troppo penalizzato dar campo, oggi
Ladolescente nce pia più de tanto. Forse se la smettiamo co sta cosa delle
maniche mozze abbinate coi guanti de pile, eh? O sai chi faceva così? Jose
Angel da Twitter faceva così. Too ricordi @joseangel? Ecco allora, visto che tu
sei bravo e non stai qua a fa l’Erasmus come lui, mo ormai sta partita è ita,
però alla prossima o manica corta e fai er gaggio o manica lunga e guantino.
So consigli de buon senso, non è che ce vole tanto. Ma quando in
campo manca buon senso c’è solo un omo ar quale te poi rivolge: zio.
Zio Perotta imbocca cor suo carico de calabromanchesteriana
concretezza ar posto de nesausto Riscattinho e, mai pago, mai domo, mai pak, pe
nattimo ricorda er Pek quando mette na scavarchella a centro area che levate
proprio, na palletta precisa a suggerì quarcosa pe quarcuno che non coje, ma
lui intanto aveva suggerito.
Ma lo spirito dello scavarchismo rimane lì aleggiante e
inespresso a ricordare l’antica profezia che laddove si aveva da scavarcare si
deve che da scavarcare.
Er Lucido skukkiaia, la Kierika se karika, la fisika se korika,
la logika se sbriciola, la rete se riempie.
Gò de Torosidis, e a chi je strilla “A Kierika! Nce volevi tirà,
t’è uscito a culo!” quello je risponne: “Aò, ki non risika non rosika!” perchè
lui c'ha provato, perchè lui la neve la sente prima dell'artri.
Stamo sopra! E sto gò s’è pure visto! Tutte a noi le fortune aò!
E mo volemo er ber gioco? NO!E mo volemo continuà la nostra
proposta tecnico-tattica? T’HO DETTO DE NO!E mo volemo restà imperterriti
granitici nelle nostre convinzioni? AO HAI CACATERCA’,TE DICO DE NO!
E allora daje tutta coi pormoni, daje co le scarpe quadrate,
daje co la legna, daje co Sturmentruppen, daje pure co Taccidis che oggi è la
giornata der Greek Pride e torna bono pure lui, daje co Zio Perotta
centravanti, nce frega gnente de gnente, oggi o tornamo co tre punti o non
tornamo.
E alla fine basta poco pe tornà co tre punti. Gli orobici se
infrangono, i minuti finiscono, l’arbitri fischieno, noi se mbriacamo de
abbracci divanati, ma chi sii ricordava più sei punti de seguito.
Amo vinto, amo vinto in trasferta, amo vinto in trasferta senza
i Capitani, amo vinto in trasferta senza i Capitani in rimonta.
Famo che nevica sempre?