A settanta anni di distanza come ricordare il passaggio e la fine della guerra, le violenze e le devastazioni subite dalla nostra popolazione e la nascita della nuova democrazia?
Chi deve farlo?
In queste prime settimane la Parrocchia di S. Maria a Fiume, in tre giorni, è riuscita a ricordare la distruzione e la secolare storia del Santuario. Ha raccolto testimonianze di cittadini e di ricercatori di storia locale facendo conoscere notizie inedite e espressivi momenti di storia cittadina.
Tale iniziativa dai risultati positivi dovrebbe spingere tutti a mantenere alta l’attenzione attorno a questioni e momenti che settanta anni fa riguardarono la vita della nostra comunità, pertanto, non volendoci sottrarre a tale impegno civile ci apprestiamo a sottoporre alla vostra attenzione alcune vicende poco conosciute e che meritano un approfondimento e altre, invece, che in questo periodo vanno emergendo.
Iniziamo con una notizia riportata, in data 26 febbraio 1944, nel “ Diario di guerra “ di Don Quirino Angeloni, sacerdote di Castro dei Volsci:
“Giovedi 25 febbraio, ore 9. Mentre si recava a potare le viti del suo terreno sito in territorio di Pofi, portando con se gli attrezzi di lavoro, viene catturato lungo la linea ferroviaria Polisena Giulio fu Carlo, sorpreso a tagliare per atto di sabotaggio contro l’oppressore tedesco i fili telefonici. Condotto a Ceccano, dopo breve e sommario processo, lo obbligano a scavarsi una fossa nelle adiacenze del Castello e dopo essere stato seviziato e fucilato, viene sepolto “
Polisena è di Castro dei Volsci e il luogo di sevizie e morte non è il Castello dei Conti, come si potrebbe immaginare, ma Castel Sindici, in Ceccano dove si era istallato un comando tedesco. Anche se tanti cittadini ceccanesi conoscevano da subito il luogo di sepoltura del Polisena questa brutta storia non è stata mai approfondita ma è solo riportata nel libro di Giacinto Minnocci “ Ciociari nella Resistenza “ uscito nel 1964.
Tommaso Bartoli, invece, è riuscito a trovare una lettera in cui si segnalano due uccisioni da parte dei tedeschi in territorio di Ceccano.
Si tratta di una lettera che il sindaco di Ceccano Vincenzo Bovieri, il 1 settembre 1944, invia alla Commissione alleata di controllo per la provincia di Frosinone, dove viene riportato che il 17 gennaio 1944 soldati e graduati appartenenti al comando tedesco presenti nella zona La Spina in Ceccano, sono entrati nella proprietà di Francesco Zeppieri, nel territorio di Pofi, per razziare animali e derrate alimentari. Avviene un violento scontro e un soldato germanico colpisce Francesco alla spalla destra con un colpo di pistola. Nello scontro interviene il figlio Vincenzo che disarma il tedesco ma rapidamente viene immobilizzato dall’intervento di altri soldati e portato a Ceccano. Senza alcun processo viene impiccato ad un albero sulla provinciale via Gaeta ove rimane per tre ore.
Non soddisfatti, i tedeschi il giorno successivo ritornano nella proprietà di Francesco Zeppieri e seppur ferito e nelle condizioni di non nuocere lo portano al comando de La Spina ove viene ucciso e seppellito insieme al figlio.
Il sindaco Bovieri nella lettera chiede un regolare processo per i responsabili di cui indica con precisione i nominativi, i gradi e i luoghi di provenienza. Elenca inoltre i testimoni e la presenza di un interprete.
Da testimonianze ricevute da Felice Masi, Colombo e Annunziata Mastrogiacomo possiamo aggiungere che l’albero dove venne impiccato il Vincenzo Zeppieri era un olmo collocato a fianco alla stradina che porta alla Cona che ricorda il Beato Grimoaldo. In quell’area si trovava il comando tedesco mentre una rimessa per automezzi si trovava nella proprietà Masi, dove oggi c’è un’attività commerciale. A poca distanza dal comando tedesco, nella proprietà Pizzuti, erano radunati cavalli a disposizione dei tedeschi. Da queste testimonianze, infine, viene fuori che l’interprete era un rivenditore di tessuti di Ceccano.
In un incontro tenuto il 1 febbraio con i professori Pietro Alviti, Gianluca Coluzzi e con tre classi del Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano abbiamo discusso sulla ricerca storica e ci è stato chiesto di collaborare con la scuola attorno ad una vicenda molto significativa. Gli studenti sono venuti a conoscenza attraverso un sito elettronico americano della presenza di due depositi di libri, 4.000 che in data 27 agosto 1944 giacevano in territorio di Ceccano: uno nella proprietà di Antonio Segneri, via Acqua Santa e l’altro in quella di Domenico Roma, via Sterparo. Si tratta di libri di letteratura scritti in inglese e francese e libri teologici, questi ultimi razziati dai tedeschi nella cattedrale di Pontecorvo. Tutti in pessimo stato di conservazione. Sempre lo stesso sito riporta che i libri il 25 novembre verranno portati, con un camion pesante nell’Abazia di Casamari per essere successivamente trasferiti a Roma presso la Sovraintendenza delle Biblioteche in via del Collegio.
Una sollecitazione che immediatamente abbiamo accettato e che in un tempo abbastanza rapido ci ha permesso di raccogliere anche altre importanti notizie che sinteticamente proviamo a riportare. Attraverso testimonianze di Pietro Aversa, Felicetta Segneri, Stanislao Lucchetti e Sebastiano Roma è stato possibile individuare con esattezza le località dei depositi ma ancor più abbiamo potuto accertare che lungo via Marano, istallati dai tedeschi esistevano un mattatoio, una officina, un centro trasmissione, due comandi militari, una cucina e una mensa.
Pietro Aversa, inoltre, ci ha fatto conoscere il luogo esatto, sempre su via Marano ove attorno al 1952 vennero disseppeliti i resti mortali di tre soldati tedeschi, sbandati e uccisi, forse nel sonno, da uno o più anonimi cittadini prima dell’arrivo dei soldati alleati.
Questi avvenimenti riportati sollecitano tutti a dare contributi diversi attingendo a fonti scritte, ora attraverso strumenti informatici che aprono nuovi e dirompenti scenari ma anche con testimonianze orali che molto spesso aiutano a confermare e capire meglio gli avvenimenti che bisogna sempre saper ricomporre. Esistono aspetti e momenti che in tutti questi anni non sono mai stati ben evidenziati: l’insieme delle proprietà civili requisite dai tedeschi, l’esatta dislocazione nel territorio dei comandi germanici, le abitazione danneggiate, il rapporto tra cittadini e tedeschi attraverso i lavori forniti dai cittadini nelle mense e negli altri servizi. Infine, la ricostruzione del passaggio dei marocchini, i combattimenti con le forze germaniche, le località toccate dal loro carico di bestialità e di violenza. E altre, tante questioni.
Sappiamo che professori e studenti del Liceo Scientifico e Linguistico di Ceccano si stanno impegnando attorno agli avvenimenti accaduti settanta anni fa. Non ne conosciamo i particolari ma siamo sicuri che il loro lavoro sarà molto utile e arricchirà notevolmente anche il patrimonio di conoscenza della nostra cittadina.
Lucia FABI Angelino LOFFREDI 20/02/2014
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