Alla c. a. della Ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini
al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi
al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano
Gentile Ministra, egregi Presidenti,
vorrei sottoporre alla Vostra attenzione alcune semplici considerazioni.
Nonostante i tagli draconiani, anche quest’anno le scuole italiane hanno regolarmente funzionato e garantito la loro offerta formativa a centinaia di migliaia di studenti. Fortemente sottodimensionati, il personale ATA ha lavorato a pieno ritmo e i docenti hanno svolto le loro funzioni strumentali, di coordinamento e di potenziamento della didattica.
Oggi ci troviamo tuttavia in una situazione gravissima: il fondo d’istituto della stragrande maggioranza delle scuole italiane non ha la consistenza economica per coprire tutte le attività di intensificazione, aggravio e straordinario che il personale docente e non docente ha effettuato durante l’anno per garantire il regolare funzionamento dei Piani dell’Offerta Formativa, previsti dalla legge sull’autonomia. In molte scuole la contrattazione integrativa si sta chiudendo con una fortissima riduzione dei compensi, assurti a cifre simboliche, in molte altre non si apre neppure.
Vi chiedo: dov’è finito il miliardo e trecento milioni di euro di crediti che le scuole vantano da anni nei confronti dell’amministrazione centrale? Quel credito che alcune circolari ministeriali in passato hanno vergognosamente chiesto alle scuole di inserire nell’‘aggregato Z’ del bilancio, così da renderlo inesigibile?
E ancora: com’è possibile che nonostante gli otto miliardi di risparmi effettuati nel comparto scuola solo con la legge 133/2008 (il 30% dei quali avrebbe dovuto essere reinvestito nella scuola), il mancato rinnovo dei contratti degli insegnanti, il blocco degli scatti di anzianità, la progressiva riduzione dei fondi per il funzionamento della scuola e per le attività di recupero e sostegno, siamo oggi di fronte all’ignominiosa possibilità che il nostro salario accessorio, a fronte di un lavoro regolarmente effettuato, non venga erogato?
Dovete dirci se abbiamo lavorato pro bono.
Dovete dirlo a centinaia di migliaia di lavoratori in tutta Italia.
Dovete avere il coraggio di dirci che, mentre i vostri lauti stipendi sono garantiti, mentre i boiardi di Stato continuano ad accumulare entroiti e pensioni da favola, a cumulare prebende e compensi aggiuntivi, mentre si dilapidano milioni di euro per inutili F35, e mentre si ciancia di chiamata diretta dei docenti e di finanziamenti alle scuole private dimenticando la Costituzione, noi, docenti e non docenti delle scuole italiane, con uno stipendio medio di 1.300 euro al mese, abbiamo fatto, a nostra insaputa, un volontariato coatto.
Roma, 31 marzo 2014
Anna Angelucci
RSU Unicobas L.S.S. “L. Pasteur” di Roma
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