domenica 13 aprile 2014

Renzizzazione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

Luciano Granieri


“Un anno fa, 12 mesi di fatti per cambiare il Lazio”. Questo era il titolo del convegno che si è tenuto  venerdì scorso 11 aprile, presso il Multisala Sisto di Frosinone.  L’evento aveva lo scopo di illustrare ai cittadini di Frosinone il bilancio di un anno di governo della nuova giunta regionale del Lazio. Il compito era affidato ai consiglieri regionali di maggioranza eletti nella nostra provincia: Mauro Buschini e Daniela Bianchi, ma soprattutto al presidente della Regione Nicola Zingaretti. 

  Evidentemente il convegno aveva anche l’obbiettivo di supportare i candidati a sindaco del centro sinistra in corsa per le amministrative che si terranno a fine maggio in molti comuni importanti della Ciociaria, fra cui Anagni e Veroli.  Per par condicio, così come siamo andati a far danni alla  CONVENTION GRILLINA,  tenutasi qualche settimana fa nella nostra città, non potevamo esimerci dal partecipare anche alla kermesse del centrosinistra. 

In verità in questa occasione non è stato possibile incidere più di tanto. Infatti non erano previsti interventi del pubblico. Si doveva solo ascoltare l’esposizione di Buschini, Bianchi e Zingaretti.  Ciò che immediatamente è emerso è che Nicola Zingaretti non si trova  al passo con il suo segretario di partito, nonché presidente del Consiglio Matteo Renzi.  

Il nuovo corso  impone che mentre parlano i propri collaboratori si cazzeggi con lo smartphone. L’”antico” Zingaretti, invece,  non si è perso neanche una battuta dei discorsi dei suoi consiglieri.  Inoltre nell’intervento del presidente della Regione non vi è stata  traccia di un proclama , di una promessa, che so’ un “AUMENTEREMO DI UN MILIONE DI UNITA’ I POSTI LETTO NEGLI OSPEDALI” niente di niente.  Solo un puntuale bilancio di quanto è stato realizzato e di ciò che si deve ancora fare per mettere in atto  il programma. 

Uffa che barba!!!! Diamine siamo in campagna elettorale!!! Un po’ di brio!!!  Qui si rischia il #ZINGARETTISTAISERENO.  E’ vero le slide c’erano ma erano poco colorate, riportavano dei grigissimi grafici, si susseguivano in modo incerto. Niente a che vedere,  non solo rispetto al pesciolino rosso della prima conferenza stampa dell’era renziana, ma anche al triste  lavoro da secchiona proposto dalla Boschi per illustrare le riforme istituzionali.  Se avesse partecipato Renzi, sarebbe morto dalla noia e avrebbe chiesto immediatamente le dimissioni di Zingaretti.  

A noi Zingaretti sta simpatico, per cui  nel montare il video  del suo intervento, abbiamo cercato di “renzizzarlo”. Abbiamo aggiunto  il proclama che mancava  (pensiamo sia veramente in stile renziano) ,  quindi è stata inserita  una musica in sottofondo. Questa è un artificio a cui Renzi non aveva mai pensato.  

Forse i brani tratti da una delle più importanti incisioni della storia del jazz come “Birth of the Cool”  di Miles Davis insieme  all’orchestra di Gill Evans non sono propriamente in linea con  la post modernità reniziana. E’ musica da professori e Dio sa quanto i professori siano una palla al piede per chi vuole cambiare e innovare .  Il sindaco d’Italia avrebbe preferito Ligabue o Jovanotti. Però non ce la siamo sentita. Vuoi o non vuoi Zingaretti un minimo di stile l’ha dimostrato dunque va bene la renzizzazione, ma non esageriamo. Ah dimenticavo i brani sono:  Jeru, Venus De Milo e Deception.  Buona visione.


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