venerdì 18 aprile 2014

Vediamo i conti

Luciano Granieri


Il Comune di Frosinone ha acquistato il teatro Nestor (le mura)  per 640 mila euro. Un affare. La  giunta Ottaviani ha inoltre acquisito il più contenuto teatro Delle Vittorie. Da queste operazioni ne dedurremmo   che  l’Ente gode di buona salute finanziaria. Ma altri segnali, invece,  mostrano il contrario. Il mancato  affidamento dei servizi  di cura alla città alla Multiservizi in liquidazione, con il conseguente licenziamento   degli addetti, la privatizzazione dell’illuminazione urbana,  del ripristino dei giardinetti della Villa Comunale,  indicano inequivocabilmente una Comune in crisi.  Quale è la verità?  Senza ombra di dubbio l’ipotesi più veritiera è la seconda.  La giunta Ottaviani ha le casse vuote. Sicuramente la maggior parte del disavanzo deriva dalle consiliature  precedenti, ma anche il neo sindaco ha cavalcato oltremodo la situazione per far gravare in maniera  più pesante le responsabilità sui suoi predecessori.  Fatto sta che la Corte dei Conti ha rilevato delle criticità sui bilanci di rendiconto del 2010 e del 2011, nonché sul previsionale del 2012 e ha chiesto ragione di ciò  alla giunta comunale che nel frattempo aveva cambiato colore, dal centro sinistra di Marini era passata al centro destra di Ottaviani.  In buona sostanza i giudici contabili hanno rilevato un disavanzo strutturale non compatibile con una gestione corretta dell’Ente.  Il Comune di Frosinone era ,e ancore è , sull’orlo del dissesto finanziario.  Senonchè lo scaltro Ottaviani ha tirato fuori dal cilindro il ricorso alla procedura di “Riequilbirio Finanziario pluriennale”  prevista dall’art. 243 bis del TUEL (Testo Unico Enti Locali) D.L.  del 10 ottobre 2012. Questo procedimento,  emanato dal governo Monti,  è stato elaborato per evitare che gli enti in cui sussistano gravi squilibri finanziari strutturali possano arrivare al dissesto. In base a tale procedura l’ente può accedere a delle anticipazioni sui fondi di rotazione, dei prestiti in sostanza, ma deve nel contempo elaborare un piano di rientro rigoroso. Il piano è a carico degli organi ordinari , cioè sindaco e giunta, ma è sottoposto a controlli periodici della  Corte dei Conti.  In definitiva un programma lacrime e sangue che finirà per impoverire ulteriormente i cittadini della nostra martoriata Frosinone.  La Sezione Regionale di Controllo per il Lazio della Corte dei Conti, con deliberazione 256/2013 PRP  ha accolto la richiesta del Comune di Frosinone di poter accedere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale,  avendo giudicato positivamente il piano di rientro proposto dalla Comune.  Cosa prevede il piano? Di che morte dovremo morire?  E’ scritto nella deliberazione della Corte dei Conti. Nel documento si individuano le ragioni che hanno portato il Comune sull’orlo della bancarotta,  sono indicate le   anticipazioni sui fondi a cui l’ente può accedere,  si valuta il piano di rientro proposto dall’ente stesso.  In particolare, la Corte dei Conti  ha rilevato un trend negativo del disavanzo relativo agli ultimi tre anni.  Questo passa da 2.485.952,13 del 2010 ai 5.494.586 attuali. In particolare le anomalie risiedono nella determinazione dei residui attivi (crediti  accertati da riscuotere) . Nel 2011, l’amministrazione ha provveduto a cancellare un residuo attivo (credito non riscosso ) di 2 milioni di euro relativo ad una anticipazione della tesoreria  del 2005 a  fronte di un corrispondete residuo passivo  (somme impegnate e non pagate ) di 2.173.762. Ma tale  residuo attivo era già stato cancellato nel 2005. In pratica nel 2011 è stata posto in bilancio la riscossione di una somma , già riscossa nel 2006. Questo è uno degli elementi che hanno attivato il controllo dei giudici  contabili.
I PRESTITI
 Nel documento della Corte dei Conti si apprende che Il Comune di Frosinone ha ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti un anticipazione di liquidità trentennale (un prestito a trent’anni) di € 16.250.000. La prima tranche di  € 8.125.000 è già stata erogata, la seconda verrà liquidata nel 2014. Inoltre, proprio in ragione dell’adesione al piano di riequilibrio finanziario pluriennale,   il Comune ha chiesto un’anticipazione sul fondo di rotazione di 10 milioni di euro da restituire in dieci anni con rate semestrali.  Come intende il Comune ottemperare al piano di rientro per ottenere i suddetti 10 milioni?
I DEBITI
 Partiamo dai debiti, cioè dalla massa passiva da ripianare nel periodo  che va dal 2013 al 2022. Questa ammonta ad un totale di  € 14.676.605,43 di cui 5.564.996,49 per disavanzo  di amministrazione,  7.261.608,94 per debiti fuori bilancio,   1.850.000 per  compensi dovuti ad avvocati esterni impegnati  della nella difesa nella cause dell’Ente.  In relazione ai 7.261.608,24, il Comune intende  ripianare 6.100.000 nei primi 5 anni del piano di riequilibrio e  1.161.608,94 a valere sulla disponibilità del fondo svalutazione crediti per gli esercizi relativi al 2013, 2014, 2015.
   FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
 Il fondo di svalutazione crediti  fa parte di  un dispositivo inserito nella legge sulla   ”spending review”   del 2012 e obbliga il Comune  ad istituire un  fondo su cui inserire, nella redazione dei bilanci previsionali annuali,   il 25% dei crediti datati (5 anni) non ancora riscossi, a compensazione delle minori entrate dovute all’eventuale   mancata riscossione di tali importi. Sul fondo svalutazione crediti, graveranno anche  950 mila euro del 1.850.000 dovuto alle consulenze legali esterne suddivisi per gli esercizi 2013,2014,2015,2016. Gli altri 900 saranno oggetto di un piano triennale di rimborso avvocatura così  determinato : (€ 150,000 nel 2013; 250,000 nel 2014 ed 500,000 nel 2015).  La suddivisione delle somme iscritte a bilancio nel fondo svalutazione crediti, per la parte relativa ai debiti fuori bilancio e per quanto dovuto agli avvocati è la seguente:







Per altro il piano decennale complessivo del fondo di svalutazione crediti è così determinato: 















L’accantonamento corrisponde al 25% dei residui attivi per il 2013 e al 50% dei residui attivi per i restanti esercizi.  La Corte dei Conti giudica positivamente la scelta del Comune di porre nel fondo svalutazione per i bilanci dal 2014 al 2022 il 50% dei residui attivi derivanti dal Titolo  I (entrate tributarie) e Titolo III (Entrate extratributarie ) aventi anzianità superiore ai 5 anni. Ma desta perplessità l’allocazione di parte dei debiti fuori bilancio nello stesso fondo.  Infatti negli esercizi che vanno dal 2013 al 2016 questo  deve coprire oltre al rischio di non rientrare dei debiti da  riscuotere, anche le quote  di debito fuori bilancio. Per l’esercizio 2013 in pratica il fondo copre esclusivamente i debiti fuori bilancio infatti il 1.315.000 impegnato deriva totalmente dalla somma dei debiti fuori bilancio (900.000) più i debiti per le consulenze legali (415.000). In  sostanza  il Comune di Frosinone per il 2013 non ha copertura per i residui attivi. Dovrà dunque impegnarsi a riscuotere tutti i debiti in essere relativi al  2008. Se  ciò sia riuscito non è dato sapere.
GLI ALTRI DEBITI.
Che ne è dei debiti fuori bilancio che non passano attraverso  il fondo di svalutazione crediti? Ci riferiamo in particolare ai 6.100.000 rimanenti dei 7.261.608,24 accertati . Questi entrano direttamente nel piano di riequilibrio finanziario e sono spalmati nei primi cinque anni secondo la seguente ripartizione:













A questi il Comune deve far fronte attraverso una manovra lacrime e sangue cioè aumentando al massimo i tributi locali e diminuendo i servizi. Fra le azioni descritte dal piano figurano: L’incremento dell’Imu   sulla prima casa del 50% attraverso l’aumento  delle aliquote già  al massimo,  dallo 0,4 allo 0,6 per cento. Qualcuno ricorderà la corsa ai Caf per determinare quanto fosse la maggiorazione da pagare. E’ storia di ieri. La Tares ,  il tributo sui rifiuti e sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione urbana),   sarà coperta interamente dai tributi dei cittadini. L’addizionale comunale Irpef è già stata aumentata nella misura massima consentita (0,8%). Inoltre è prevista la riduzione delle spese per i servizi a domanda individuale (asili nido, mensa scolastica, trasporto pubblico scolastici ecc.), la riduzione della spesa per il personale, per i servizi e i trasferimenti.  Abbiamo pagato tutto? Neanche per idea. Mancano i 5.564.996,49 per disavanzo di amministrazione ( I debiti a bilancio per capirci). Questo debito andrà assolto attraverso avanzi di bilancio, ossia i saldi attivi fra le entrate tributarie e le spese per i servizi che dovranno essere conseguiti  significativamente a partire dal 2017 fino al 2022. Di seguito la tabella:
























In realtà il Comune destina  al recupero anche la somma  da reperire attraverso la vendita dell’immobile dell’ex motorizzazione civile  stimata in 9.300.000. Tale vendita non si è ancora concretizzata e non si sa come e quando si realizzerà, per cui questi soldi non entrano nel piano. La Corte  si limita a prende atto con soddisfazione della volontà dell’ente di procedere alla vendita degli immobili pubblici. Come si deduce dalla tabella il primo avanzo significativo sia avrà solo a partire dal 2017 (1.181.495,49). Su questo la Corte dei Conti mostra qualche perplessità, perché la legge per il riequilibrio pluriennale finanziario, prevede che il ripiano del disavanzo dell’amministrazione debba avere un maggior peso economico nei primi 5 anni. L’esatto contrario di quanto proposto dal Comune di Frosinone. Infatti analizzando la tabella sopra riportata nei primi 5 anni gli avanzi primari sono irrisori. Cioè il caro sindaco Ottaviani s’impegna  a realizzare un avanzo totale molto limitato rispetto a quanto dovrà conseguire il primo cittadini che verrà dopo.  La Corte sostiene che il piano: “non risulta improntato a criteri di gradualità e di progressività; esso finisce sostanzialmente per rinviare alle  gestioni successive la completa copertura di parte dei debiti. Occorre, tuttavia, tenere presente che rientra nella piena facoltà dell'Ente stabilire Ie modalità e Ie priorità di riparto delle passività da ripianare”. E’ lapalissiano che nel frattempo l’Ente non dovrà contrarre più debiti e anzi dovrà adoperarsi per estinguere anticipatamente un derivato finanziario “collar swap” contratto con Unicredit previo affidamento della pratica  all’avvocatura per l’accertamento della regolarità di tale contratto con la possibilità dell’impugnazione e dell’annullamento in caso di anomalie.  La Corte promuove il Comune per la rideterminazione della dotazione organica e della programmazione del fabbisogno del personale. In particolare l’Ente  ha cessato l’affidamento dei servizi alla Società Multiservizi, procedendo alla riclassificazione dei servizi realizzando un risparmio di 900 mila euro.  Questo è il riassunto del salasso che toccherà a noi cittadini da qui fino al 2022. E’ necessario aggiungere qualche significativa notazione sul bilancio previsionale del 2013.  Il Comune di Frosinone prevede un uscita di 47.016.335,36 per le spese correnti nel 2013. La stessa spesa per il 2014 si riduce a 31.723.636,20, cioè quasi 8 milioni in meno, praticamente taglierà di tutto e di più, si trasformerà in un’agenzia di riscossione tributi . Inoltre, sempre nel previsionale del 2013,  sono  inseriti 3.682.000 di recupero di evasione tributaria di cui 2.500.000 relativi ai tributi dei rifiuti. Siamo sicuri  che la gente pagherà tutta sta’ monnezza? Neanche i revisori  che hanno approvato il bilancio ne sono convinti infatti pongono a margine della voce “recupero evasione tributaria”  la seguente notazione “ Il collegio rileva l’anomalia connessa alla elevata consistenza della posta in questione”. Del resto che problema c’è? Fra 5 anni il sindaco in carica porrà il 25% di questo residuo attivo (ormai è chiaro di  cosa si parla) nel fondo svalutazione crediti e buonanotte ai suonatori. Cari concittadini   non avremo più neanche gli occhi per piangere e di che  sfamarci, ma vuoi mettere il piacere di andare a teatro?  A proposito di teatro. Dove li prendono i soldi? Finanziamenti  a bilancio non ce ne sono e neanche ci potrebbero essere, il saldo fra alienazioni di trasferimenti da capitale e spese in conto captale è a zero, quindi significa che non è prevista alcuna vendita di immobili per reperire le sostanze necessarie all’acquisto del Nestor.  Comprendere  l’esborso fra le spese correnti non sarebbe un’operazione corretta. E allora dove li prendono i soldi?  Chi sopravvivrà alla totale spoliazione vedrà. 

Se non avete capito molto di quanto abbiamo scritto, nel video che segue sarà lo stesso sindaco Ottaviani a spiegare il Piano:

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