mercoledì 7 maggio 2014

Disposta l'autopsia dell'anarchico morto dopo i violenti scontri di Pisa

Paola Staccioli

Un racconto di Nanni Balestrini pubblicato su In ordine pubblico, a cura di Paola Staccioli. Al termine, la scheda su Franco Serantini, morto il 7 maggio 1972.

Oggi è stata sottoposta ad autopsia la salma di Franco Serantini il giovane di 20 anni che arrestato venerdì sera durante i disordini scoppiati a Pisa in seguito al comizio dell’on. Niccolai del msi è morto domenica mattina in carcere per trauma cranico. Area ecchimotica in corrispondenza dell’angolo interno della regione palpebrale sinistra sul cadavere. All’istituto di medicina legale dell’università di Pisa nel pomeriggio è stata compiuta l’autopsia della salma di Franco Serantini il ventenne anarchico morto com’è noto nel carcere Don Bosco domenica mattina per trauma cranico il giovane arrestato venerdì dalla polizia durante disordini scoppiati in città in concomitanza con il comizio dell’onorevole Niccolai del movimento sociale. Escoriazioni circondate da alone ecchimotico in regione frontoparietale sinistra del cadavere. Solo l’autopsia che è cominciata oggi nel tardo pomeriggio nell’istituto di medicina legale presente il procuratore della Repubblica Tanzi permetterà di stabilire com’è morto Franco Serantini il ragazzo sardo arrestato durante i disordini avvenuti venerdì nel centro di Pisa per il comizio di chiusura del Msi. Aree escoriate con impronte punteggiate alla regione laterale dell’emitorace destro del cadavere.

 Oggi inoltre è stato possibile ricostruire sommariamente le ultime ore di vita del giovane il quale ha partecipato alla dimostrazione contro il comizio del msi in quanto ideologicamente vicino alla federazione anarchica pisana e a Lotta continua. Minute escoriazioni diffuse con qualche striatura e leggera soffusione ecchimotica alla regione scapolare sinistra e a quella interscapolo-vertebrale del cadavere. L’autopsia è stata conclusa a tarda sera e i periti hanno chiesto un notevole lasso di tempo per rispondere alle domande poste dal magistrato essenzialmente sulla natura del trauma cranico che secondo il certificato di morte firmato dal medico del carcere avrebbe procurato il decesso del Serantini. Zone escoriate al  3° superiore del braccio destro del cadavere. Sulle cause che hanno provocato il trauma cranico come si legge nel referto di morte redatto dal medico del carcere non vi dovrebbero essere dubbi sarebbero le conseguenze del pestaggio che il giovane Franco subì durante le indiscriminate cariche della  polizia sui lungarni e nei vicoli adiacenti. Due escoriazioni al 3° inferiore della faccia posteriore del braccio destro del cadavere.

 Franco Serantini fu fermato molto probabilmente verso le 20.30 di venerdì sera in corso Italia durante una carica della polizia e in nottata il fermo si tramutò in arresto con conseguente denuncia all’autorità giudiziaria per radunata sediziosa vilipendio delle forze dell’ordine violenza e oltraggio a pubblico ufficiale. Area escoriativa a configurazione semilunare sul lato ulnare del terzo medio della faccia superiore dell’avambraccio destro del cadavere. Chiazza ecchimotica appena sfumata alla faccia postero laterale del braccio sinistro del cadavere. È probabile che sia stato arrestato nei pressi di piazza della Berlina dove gli scontri fra gli appartenenti a Lotta continua e le forze di polizia furono particolarmente violenti. La faccia profonda del cuoio capelluto parietofrontale del cadavere evidenti stravasi ematici.

 Sempre in nottata venne trasferito al carcere giudiziario di Don Bosco dove il sabato mattina venne interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica dr. Sellaroli alla presenza di un avvocato nominato d’ufficio. Vistoso ematoma in regione occipitale infiltrazione emorragica della parte posteriore della sutura sagittale e infiltrazione della sutura lamboidea e una sottile linea di frattura sul parietale destro del cadavere. Sabato mattina alla presenza del difensore nominato d’ufficio il Serantini fu interrogato in carcere dal dottor Sellaroli stando a quanto il magistrato stesso ha dichiarato ammise la sua partecipazione allo scontro. Voluminosa raccolta ematica extradurale in regione occipitale. Comunque il giovane non venne portato all’ospedale ma direttamente in questura per cui si ritiene che nella casa di pena Don Bosco dovrebbe essere entrato in nottata verso l’una di sabato mattina poche ore dopo il sostituto procuratore dottor Sellaroli procedeva al suo interrogatorio. Diffusa soffusione emorragica sottopiale sulla convessità degli emisferi cerebrali prevalentemente sulle due regioni parietali.

 Lo stesso dr. Sellaroli ha detto quest’oggi che il ragazzo che arrivò all’interrogatorio sorretto da un agente carcerario  dichiarò di avere forti dolori alla testa e per questo quando fu ricondotto in cella gli venne data una borsa con del ghiaccio. Zona di infiltrazione ematica parenchimale a livello di lobulo parietale superiore destro. Il giovane sempre a detta del magistrato accusò durante l’interrogatorio forti dolori alla testa e fu quindi accompagnato in cella dove gli fu data una borsa di ghiaccio. Focolaio di infiltrazione ematica sulla faccia inferiore dell’emisfero cerebellare destro del cadavere. Al magistrato Franco Serantini disse ripetutamente di avere dei forti dolori alla testa c’è da domandarsi perché nonostante il giovane affermasse di sentirsi male nessuno si è preoccupato di sottoporlo a quegli esami che avrebbero permesso di stabilire che egli aveva riportato un trauma cranico grave. Sottile linea di frattura della porzione esterna della volta dell’orbita sinistra con infiltrazione della parte anteriore.

 Soltanto nella mattinata di domenica essendosi aggravate le sue condizioni il Serantini passò dalla cella al centro clinico del carcere dove secondo il certificato medico firmato dal direttore sanitario della Casa di pena ha cessato di vivere alle 9.45 per trauma cranico. Focolai emorragici circoscritti alla faccia posteriore del cuore. Nelle prime ore della domenica le sue condizioni sembrarono aggravarsi e venne ricoverato al centro clinico del carcere dove alle 9.45 cessò di vivere. Notevole stravaso ematico sia a livello del sottocutaneo che fra le masse muscolari alla superficie dorsale destra del cadavere. Il certificato di morte fa risalire il decesso alle 9.45 di domenica mattina ma non sappiamo quando il medico è intervenuto si sa soltanto che è stato trasportato dalla cella al centro clinico del carcere e qui è spirato. Stravaso ematico rotondeggiante alla regione dorsale sinistra sulla proiezione della 7° costa sulla paravertebrale.

 Franco Serantini avrebbe compiuto 21 anni il 7 luglio prossimo e da quella data avrebbe lasciato per sempre l’istituto di rieducazione di Pisa dove era ospite nato a Cagliari dopo l’infanzia trascorsa nel brefotrofio di quella città era stato ospite di diversi istituti di tutt’Italia era a Pisa da tre anni frequentava il secondo anno dell’istituto professionale per il commercio e nel pomeriggio seguiva un corso all’Ibm. Infiltrazione ematica superficiale del 3° superiore del braccio destro del cadavere. Il giovane era figlio di ignoti e aveva sempre vissuto in orfanotrofi e istituti assistenziali per minori. Incisione dei tessuti cutaneo-muscolo-fasciali del braccio sinistro del cadavere. Franco Serantini senza genitori nato a Cagliari il 7 luglio 1952 era giunto a Pisa dove aveva girato diversi istituti e brefotrofi la sua ultima casa era l’istituto di rieducazione Pietro Thouar in piazza San Silvestro e da tutti i suoi superiori e dagli amici era considerato un ragazzo buono onesto studioso. Incisioni delle parti molli del 3° superiore laterale della gamba sinistra edema del sottocutaneo con infiltrazione ematica a livello della abrasione esterna.

 Tremila giovani hanno accompagnato questo pomeriggio al cimitero di Pisa la salma di Franco Serantini oggi composto nella bara è stato avvolto nel drappo rosso e nero dell’anarchia intorno al tumulo di terra fresca sono state lasciate a indicare la tomba del giovane quattro bandiere rosse. Encefalo focolai ecchimotici confluenti. Si sono svolti nel pomeriggio i funerali di Franco Serantini lo hanno accompagnato al cimitero suburbano di Pisa tremila giovani e non tutti erano appartenenti a movimenti extraparlamentari di sinistra cui Franco Serantini era politicamente vicino la bara avvolta nel drappo rosso e nero dell’anarchia è stata interrata mentre i tremila che erano entrati nel cimitero cantavano Addio Lugano bella e L’Internazionale. Cuore emorragia epicardica polmone campo di infiltrazione emorragica. La bara è scesa nella fossa mentre intorno i compagni di Franco Serantini cantavano L’Internazionale e Addio Lugano bella un giovane anarchico ha pronunciato un brevissimo elogio funebre dicendo Franco Serantini è morto per la libertà e gli anarchici continueranno a difenderla sempre in piedi Franco ti hanno ucciso ma ti vendicheremo. Muscolatura scheletrica focolai ecchimotici interstiziali.

Scheda.

Il 5 maggio 1972, durante la campagna elettorale, il missino Giuseppe Niccolai tiene un comizio a Pisa. Al presidio antifascista indetto da Lotta continua, duramente caricato dalla polizia, partecipa tra gli altri un ventenne militante del Gruppo anarchico Pinelli. Abbandonato alla nascita nel brefotrofio di Cagliari, costretto dal 1968 a vivere, senza alcuna ragione penale, in regime di semilibertà nel riformatorio di Pisa, Franco Serantini era impegnato in quegli anni in iniziative sociali e politiche, dalla controinformazione sulla “strage di Stato” al Mercato rosso nel quartiere popolare del Cep.
Durante gli scontri fu pestato a sangue sul lungarno Gambacorti dagli uomini del 2° e 3° plotone della Terza compagnia del i Raggruppamento celere di Roma, pur non avendo opposto resistenza, come testimoniò il commissario di ps Giuseppe Pironomonte che lo sottrasse, con l’arresto, alla furia degli agenti, e si dimise poco dopo i fatti. Trasferito nel carcere Don Bosco con l’accusa di oltraggio e adunata sediziosa, Franco fu privato dell’assistenza che avrebbe forse potuto salvarlo. Il giorno successivo, anche nel corso dell’interrogatorio, manifestò un evidente stato di malessere e una forte cefalea che il giudice, le guardie carcerarie e il medico non ritennero degni di un approfondimento diagnostico. Entrato in coma nella sua cella, morì nel pronto soccorso del carcere alle 9.45 del 7 maggio. Una grande folla accompagnò, per l’ultimo saluto, quel corpo straziato, che all’avvocato presente all’autopsia era apparso «massacrato al torace, alle spalle, al capo, alle braccia. Tutto imbevuto di sangue».
Le indagini volte all’individuazione dei responsabili furono ostacolate da tentativi di rimozione dei magistrati “scomodi” e dal muro di omertà dei poliziotti presenti. Nel novembre 1972 il medico del carcere Alberto Mammoli ricevette comunque un avviso di procedimento per omicidio colposo, mentre il giudice istruttore Funaioli si espresse in favore di un’azione penale contro Albini Amerigo e Lupo Vincenzo, capitano e maresciallo di ps del I Celere di Roma, e la guardia Colantoni Mario, per aver affermato il falso e taciuto «ciò che era a loro conoscenza […] per assicurare l’impunità agli agenti responsabili dell’omicidio di Franco Serantini».
Nella sentenza depositata nell’aprile 1975 il giudice Nicastro dichiarò «non doversi procedere in ordine al delitto di omicidio preterintenzionale in persona di Serantini Franco per esserne ignoti gli autori». Lupo e Mammoli vennero prosciolti. Albini e Colantoni, condannati per falsa testimonianza a 6 mesi e 10 giorni con la condizionale e la non iscrizione nel casellario giudiziale, furono assolti nel gennaio 1977. Nel marzo dello stesso anno il dottor Mammoli venne ferito alle gambe da militanti di Azione rivoluzionaria, organizzazione armata dell’area anarco-libertaria.

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