martedì 13 maggio 2014

Resistiamo dalla Cascata dello Schioppo

Luciano Granieri


“Resistere-resistere-resistere” dal quel  gennaio 2002 questa espressione, costituita dall’invito a resistere ripetuto tre volte,   esclamata a gran voce dell’allora Procuratore della Repubblica di Milano Francesco Saverio Borrelli, contro lo scempio che i giannizzeri berlusconiani  stavano compiendo  nei confronti della giustizia,  è diventata una parola d’ordine. Un grido di battaglia che ha travalicato i confini del tema  “giustizia” e si è esteso ad identificare qualsiasi tentativo di ribellione e resistenza  ad  ogni forma di potere,  o prevaricazione  che  volesse appropriarsi di diritti inviolabili , inquinare e annientare la convivenza civile. 

Anche la natura spesso diffonde nell’ambiente il suo sacrosanto " resistere-resistere- resistere” . Un esempio si è avuto domenica scorsa 11 maggio  a Frosinone, quando un’intero  fiume, il Cosa,  con  le sue bellezze, la cascata dello Schioppo e l’isolotto denominato “Res Pubblica” , ha invocato l’aiuto di tutti i cittadini. Un impegno    a condurre  una lotta di resistenza contro l’offensiva di chi, in nome della cementificazione selvaggia,  sta distruggendo immani risorse naturali  e paesaggistiche di cui il nostro territorio è dotato. 

Bellezze che si trovano ben dentro le mura cittadine. Quell’oasi resistente fino a domenica scorsa non aveva voce. Zittita da sporcizia,  discarica a cielo aperto,  che ne attutivano, fino quasi a renderlo muto,  il grido di dolore ma anche di speranza. 

Grazie all’impegno dell’associazionismo frusinate (Frosinone Bella e Brutta, Sei di Frosinone Se, Zerotremilacento , Forming, Vivere in salute, Adesso)  e alla impagabile volontà di singoli cittadini  che si sono  adoperati per ripulire e a rendere fruibile una zona dell’inaspettata bellezza, l’invito a resistere è tornato a levarsi inesorabile dal fiume Cosa.  

Ora sta a tutti noi cittadini raccogliere quell’invito e trasformarlo in lotta politica. Sta  a noi cercare in ogni modo di opporsi alla campagna di conquista che i grandi costruttori, veri padrone della città,  stanno rilanciando coadiuvati da una amministrazione comunale, il cui capo, sindaco podestà , era  pure  presente   domenica scorsa a godere dello spettacolo della natura resistente.  

Un sindaco  sordo all’invito a resistere,  ma generoso elargitore di immani pezzi di città ai grandi muratori speculatori ,  come le aree ex Solac e il comprensorio dello stadio Matusa, limitrofo proprio alle sponde del Cosa .  L’Elite delle famiglie   edili da sempre padrona della città,  ringrazia,  pronta all’assalto con nuove colate di cemento, pronta  riempirsi le tasche con l’ennesima speculazione immobiliare e finanziaria. 

E pensare che in una  città, prima nella classifica dell’inquinamento e quasi ultima nella graduatoria per la qualità della vita,  l’invito a resistere che viene dal fiume Cosa dovrebbe essere raccolto da tutti. Ringraziamo dunque il fiume e i cittadini che gli hanno restituito la voce e facciamo un appello a tutti noi: resistiamo –resistiamo-resistiamo.
Intervista a Francesco Notarcola di Alessandro Redirossi del quotidiano "L''inchiesta"
Foto di Luciano Bragagila dell'associazione "Frosinone bella e brutta"
Brano: Wind and Rain degli Altan
Editing: Luciano Granieri.

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