mercoledì 21 maggio 2014

Seminario diritti partecipazione e rappresentanza

Osservatorio Peppino Impastato Frosinone

Si conclude la stagione dei seminari organizzati dall'Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone e dalla scuola di formazione sociale e politica Don Gallo. Per quest'ultimo appuntamento ci siamo avvalsi della collaborazione del Comitato provinciale di Frosinone in difesa della Costituzione e del comitato L.I.P. Legge di iniziativa popolare per la Valle del Sacco.


























la relazione tratterà di tre temi fortemente legati tra loro a partire dalla Costituzione del 1948:

·       il principio di legalità, quale principio costitutivo dei rapporti sociali sia in termini di fondamento dei diritti e dei doveri del cittadino che di definizione dei poteri e dei fini dello stato;

·       la partecipazione come strumento mediante il quale i soggetti privati rappresentano i propri interessi, che ha le propria fonte nell'incontro tra legalità e cittadinanza e che contribuisce alla emancipazione del suddito in cittadino;

·       la rappresentanza come il processo in grado di interpretare aspirazioni e speranze dei cittadini, sintesi necessaria tra legalità e partecipazione come capacità e volontà di conoscere e di sapere interpretare i bisogni di coloro che si vogliono rappresentare proponendo soluzioni credibili per l'immediato e per la prospettiva prevedibile.

il circuito virtuoso tra questi tre componenti fonda la stessa democrazia costituzionale:
qualsiasi torsione di uno di questi componenti costituisce un pericolo per l'idea stessa di cittadinanza.
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Alcune riflessioni:
Personalmente reputo Il seminario che avrà luogo venerdì prossimo 23 maggio presso la Casa del Volontariato di Frosinone, a partire dalle ore 16,00, tenuto dal professor Wladimiro Gasparri, docente di dritto presso la facoltà di giurisprudenza di Firenze, molto utile per chiarire  molti aspetti controversi su alcuni dispositivi legislativi già in vigore o ancora da approvare. 

Mi riferisco alle due eleggi elettorali. Quella in essere,  relativa alle elezioni europee, e quella  nazionale in discussione che dovrebbe sostituire il “Porcellum” dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Cominciamo dalla prima. La legge elettorale per le europee. Nel dispositivo è presente lo sbarramento del 4% come soglia di accesso   al Parlamento. L’adozione di una soglia di sbarramento è di per se aberrante in ogni contesto elettorale in quanto limita il processo ,cito testualmente da Gasparri, “ di interpretare aspirazioni e speranze di tutti i cittadini, sintesi necessaria tra legalità e partecipazione come capacità e volontà di conoscere e di saper interpretare i bisogni di coloro che si vogliono rappresentare” Con  una soglia di sbarramento un buon numero di cittadini viene escluso dal processo di interpretazione delle proprie aspirazioni e speranze e la sintesi tra legalità e partecipazione risulta alterata.  Infatti  si toglie ad una parte di popolazione la possibilità di individuare qualcuno che sappia interpretare e conosca i propri bisogni. Per dirla con il professor Gasparri non a tutti è consentito di emanciparsi da sudditi a cittadini. 

Se nel contesto nazionale il principio di sbarramento può essere adottato, pur con una certa forzatura,  per agevolare la governabilità togliendo alle formazioni più piccole poteri di condizionamento nella determinazione  del governo, ciò è assolutamente inammissibile per le elezioni europee. Infatti il Parlamento che risulterà eletto, non ha la prerogativa di votare  la fiducia all’esecutivo, dunque viene a cadere la scusa della governabilità. In quest’ottica è mia personalissima opinione che la soglia di sbarramento sia  assolutamente truffaldina,  sia nel contesto europeo che in quello italiano. Essa tende  a mantenere i cittadini allo stato di sudditi ratificatori di quanto decide il re. 

In realtà questa mia opinione è suffragata dalla Corte Costituzionale, la quale,  a seguito della ricezione da parte del tribunale di Venezia e di quello di Cagliari del procedimento di incostituzionalità della legge elettorale europea avviato dall’avvocato Felice Carlo Bessori, ha ammesso la fondatezza della richiesta e potrebbe esprimersi secondo quanto già deliberato per il Porcellum determinando l’incostituzionalità della legge elettorale italiana utilizzata per le elezioni europee. 

Ma veniamo alla legge frutto del patto scellerato fra Renzi e Berlusconi. Si  ripropone la problematica della soglia di sbarramento che, pur considerato provvedimento ragionevole allo scopo di assicurare il principio di governabilità, è assolutamente abnorme nella sua dimensione. Porre l’asticella all’ 8% come soglia di eleggibilità per un partito significa privare quattro milioni di cittadini della possibilità di scegliere qualcuno che sappia interpretare  e conosca i loro bisogni, a meno che questo qualcuno non si coalizzi con qualcun altro.  

E’ noto che la soglia di sbarramento per i partiti che si coalizzano cala al 3,5% . Inoltre su questa grave mancanza si innestano i pronunciamenti della Corte di Cassazione che ha indicato le linee di applicazione di  quanto deliberato dalla  Corte Costituzionale. In primo luogo è assicurata la piena libertà di scelta per l’elettore solo concedendo ad esso la possibilità di indicare il nome del proprio rappresentante. Le liste bloccate sono incostituzionali sia nella forma contenuta nel Porcellum, sia nell’adozione pure ammessa dalla Corte Costituzionale, di liste corte con quattro cinque candidati al massimo. Si rischia quindi che la nuova legge elettorale “L’Italicum” veda la luce già contaminata da vizi di incostituzionalità. 

Al di là della valutazione sulla legge elettorale, la Corte di Cassazione si è espressa anche sulla legittimità dei provvedimenti presi da un esecutivo eletto con una legge e incostituzionale. La Cassazione concorda con la Consulta sul principio di continuità dell’azione di governo, per cui giudica legittime  e valide le deliberazioni licenziate dai parlamenti precedenti eletti con una norma viziata da incostituzionalità. Per altro confermando  lo stesso principio,   quanto deciso da quest’ultima legislatura  fino ad oggi è da considerarsi valido. Ma la Cassazione se salvaguardia il passato non può fare altrettanto per il futuro. 

Questo parlamento eletto incostituzionalmente, non può porsi l’obbiettivo di condurre a termina la  legislatura, deve limitarsi all’ordinaria  amministrazione, alla definizione di una nuova legge elettorale e presentarsi di nuovo agli elettori.  Ma soprattutto, non può a causa della sua incostituzionalità azzardarsi a sovvertire l’architettura istituzionale. 

La riforma del Senato e qualsiasi altro attacco alla Costituzione non sono minimamente consentite ad un parlamento incostituzionale. Che si debba andar a votare nel più breve tempo possibile è indispensabile, indipendentemente dall’esito delle elezioni europee, che vinca o non vinca il M5S. Lo  dice Grillo, ma lo afferma molto più autorevolmente la Corte di Cassazione.  

Si tratta di rispettare quel principio di legalità che il professor Gasparri individua nel “principio costitutivo  dei rapporti sociali in termini di definizione dei poteri e dei fini dello Stato”. E' evidente che sottoporrò queste mie riflessioni al professor Wladimiro Gasparri, il quale, ne sono certo, offrirà degli spunti estremamente interessanti. Ecco perché reputo un esperienza importante partecipare al seminario di venerdì prossimo. Vi aspettiamo numerosi

Luciano Granieri

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