venerdì 9 maggio 2014

Una legge di iniziativa popolare per risanare la Valle del Sacco con i fondi europei

Luciano Granieri


Sulle Valle del Sacco  è stato versato una marea di inchiostro sui giornali, sono stati dedicati servizi ed inchieste televisive.  Denunce e lamentazioni hanno invaso lo scenario informativo. Una tale mole di esposizione mediatica, ha prodotto qualcosa? Oltre che il tentativo di riconvertire a fini commerciali il nome da Valle del Sacco a Valle dei Latini, si è generato il tentativo di attivare un  processo per bonificare e riconvertire la tristemente nota Seveso del centro Italia.  

Sono stati effettuati passaggi  normativi sia di derivazione statale che  regionale.  Disgraziatamente la direzione presa ha creato danno e confusione. Pur essendo stati stanziati già dei fondi europei  , questi non sono stati impiegati per la mancata presentazione di progetti organici, ma soprattutto perché non si può effettuare alcun tipo di bonifica se non si  eliminano  le fonti di inquinamento.  Attualmente  gli agenti inquinanti  sono completamente  attivi.  Lungo tutta la Valle non esiste un depuratore efficiente ,  per cui nel fiume Sacco  continua ad affluire ogni tipo di sostanza  inquinante proveniente dagli scarichi industriali e urbani. 

A causa di questa mancanza assoluta di programmazione  si rischia di perdere la grande occasione di usufruire dei fondi europei per restituire alla collettività una notevole porzione  di territorio dalle  elevate potenzialità di sviluppo economico. Uno sviluppo però che deve percorrere strade totalmente diverse rispetto alla industrializzazione scriteriata che ha ucciso la Valle. 

Il comitato L.I.P. Valle del Sacco, di cui l’Osservatorio Peppino Impastato è membro, è stato il primo ad elaborare un progetto concreto per la bonifica e la riqualificazione del sito. Un progetto che si sostanzia nella redazione di una legge regionale di iniziativa popolare. Solo un dispositivo legislativo può avere i requisiti di autorevolezza necessari per assicurare il pieno ottenimenti degli obbiettivi.

 Il comitato ha redatto un piano di bonifica e sviluppo tenendo conto di progetti già realizzati, secondo le prescrizioni europee, in siti come , Pais de Calais in Francia, o il comprensorio della Ruhr in Germania, ma anche a Valencia  Birmingham e in altri territori europei.  Piani applicati con successo.  

La stesura del progetto prevede fra l’altro la possibilità di accogliere suggerimenti e proposte, da movimenti, associazioni o semplici cittadini,   da  inserire  nello schema delle linee guida adottate. Si attiva in questo modo un processo virtuoso di partecipazione autentica dei cittadini alla determinazione definitiva del dispositivo, il quale, grazie alla collaborazione  e consulenza di giuristi ed esperti attivi nel comitato,  diverrà una proposta di legge popolare, completa delle linee attuative.  

Si tratterà quindi di raccogliere le firme per presentare la proposta all’esame della Regione. Un procedimento fra l’altro che soddisfa completamente la nuova normativa sul partneriato per l’accesso ai fondi europei, in base alla quale  si deve ottenere il coinvolgimento di tutti gli attori,  autorità pubbliche, parti economiche e sociali e organismi che rappresentano la società civile a livello nazionale, regionale e locale,   secondo la pratica della massima partecipazione e trasparenza.

 Partecipazione e controllo dei cittadini, questi  i capisaldi su cui si snoda la nuova direttiva europea, elementi che nella nostra Nazione, soprattutto quando in ballo ci sono ingenti somme, non sono mai bene accetti, anzi si tende a limitare la partecipazione e a espropriare il controllo alla collettività. 

Rispetto a ciò, infatti  è  quanto meno sospetto,  che la  Regione Lazio, incaricata di organizzare il tavolo con tutti gli attori interessati all’accordo di partnerariato per  l’attribuzione dei fondi europei necessari alla realizzazione di progetti sulla Valle del Sacco,  abbia escluso, sia noi dell’Osservatorio  - associazione no profit registrata presso l’ente regionale -, sia il comitato L.I.P.  unitamente ad altre realtà ed  enti locali:  Retuvasa, il Forum per l’Acqua Pubblica, la Consulta Ambiente di Ferentino  e  tutti i comuni situati nella Valle. 

 Il progetto della L.I.P.   pur essendo l’unico dettagliato, pur essendo l’unico  partecipato e di iniziativa popolare, dovrà  dunque superare ostacoli forse insormontabili. Ma noi come membri della L.I.P. siamo convinti  che grazie al pieno rispetto delle normative europee e alla nostra passione, potremo realizzare, anche con l’aiuto di altri che vorranno aderire, e di tutti i cittadini che firmeranno,  qualcosa di importante e utile per il nostro territorio.



Nei video il portavoce della L.I.P., Lorenzo Santovincenzo,  espone il piano.

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