mercoledì 25 giugno 2014

Sopraintendenza archeologica Finalmente qualcosa si muove. Era ora.

Francesco Notarcola – Presidente Consulta delle associazioni della città di Frosinone



Finalmente qualcosa si muove. Era ora.
Da anni le associazioni denunciano comportamenti e decisioni della Soprintendenza Archeologica per il Lazio mai messe in discussione dagli amministratori locali.
Infatti gli amministratori che si sono succeduti, negli ultimi venti anni, alla guida del Capoluogo, hanno sempre accolto senza alcuna obiezione le decisioni della Soprintendenza anche quando i fatti necessitavano approfondimenti, trincerandosi dietro l’ “insindacabilità”  delle decisioni dell’ente sovraordinato.
A partire dagli anni novanta in diverse aree della città (Fontanelle, via Aldo Moro-ascensore inclinato, De Matthaeis, via Vado del Tufo, Selva dei Muli) sono stati rinvenuti beni archeologici che testimoniano insediamenti nella Città, riferibili a un arco temporale che va dalla preistoria fino all’epoca romana. A tutt’oggi la Soprintendenza, organo preposto alla tutela, valorizzazione e fruizione dei beni, non ha proceduto alla completa catalogazione dei reperti e tutela dei siti.
 Non ricordiamo che la stessa abbia mai preso alcuna iniziativa di valorizzazione dei suddetti beni, né promosso eventi che divulgassero e informassero la cittadinanza.
E’ corretto non aver catalogato i reperti rinvenuti al fine di far conoscere alla collettività quali e quanti siano stati? Dove sono le relazioni finali e i giornali di scavo compilati da tutti gli archeologi che hanno diretto gli scavi nella nostra Città per conto della Soprintendenza?
In particolare da anni le attenzioni delle associazioni si sono concentrate sull’area archeologica attigua alla Villa Comunale ed è stato elaborato un dossier su quanto avvenuto in quella zona.
Nel 2008 la Soprintendenza ha autorizzato la realizzazione di un parcheggio a raso con delle prescrizioni sui resti archeologici delle Terme Romane in attesa dei fondi per la loro valorizzazione e riscoperta. In seguito all’azione delle associazioni sono stati apposti i vincoli diretto e indiretto nell’area in cui è stato rinvenuto l’impianto termale di epoca romana.
 Nel 2011 sono iniziati gli scavi archeologici nell’area attigua a quella in cui sono state ritrovate le Terme Romane, la particella 159 interessata dall’iniziativa edificatoria I Portici. Proprio al confine con il parcheggio che copre le Terme Romane, all’inizio della particella 159, è rimasta un’area non scavata dalla Soprintendenza archeologica.   Dove sono gli esiti delle indagini geognostiche che sarebbero state effettuate sulla particella 159? Se in quell’area si estendessero le strutture delle Terme Romane, ciò consentirebbe l’estensione del vincolo indiretto e quindi l’inedificabilità dell’area.
Alla luce dei recenti avvenimenti, riportati dalla stampa locale, riguardo le indagini della Magistratura verso alcuni funzionari della Soprintendenza ai beni archeologici, invitiamo il Sindaco del Capoluogo, deputato a tutelare gli interessi della cittadinanza, a valutare l’opportunità di chiedere nuovi accertamenti sulla porzione della particella 159 non oggetto di scavo e sul rilascio del nulla osta archeologico sull’intera area.
E’ sempre più viva la necessità di attuare i punti della  DELIBERA COMUNALE N.32 del 14 settembre 2011, proposta da associazioni e cittadini,  votata all’unanimità che prevedeva, al quarto punto, di “costituire, senza oneri per l’Ente, una commissione di esperti, anche con la partecipazione di rappresentanti dell’associazionismo di tutela dell’Ambiente e del Territorio che, in collaborazione con i funzionari di zona della Soprintendenza e del locale Museo Archeologico, possa esercitare azioni di verifica del territorio, al fine di arginare eventuali fenomeni di saccheggio e distruzione del patrimonio archeologico”.

Frosinone 25 giugno 2014-06-25

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