lunedì 28 luglio 2014

No alla riforma della Scuola del Governo Renzi, gli studenti si compattano

Alessandro Giuliani



    Scenderanno in piazza il 10 ottobre e il 14 novembre per “ricostruire un ampio fronte di opposizione sociale”: dopo la Rete degli Studenti, arriva anche il sì dell'Unione degli Studenti, riuniti al Riot Village, il campeggio studentesco della Rete della Conoscenza. Alla protesta partecipano pure gli universitari. Danilo Lampis, coordinatore UdS: siamo stanchi di promesse e interventi minimi, riempiremo le piazze per un'istruzione libera e gratuita.


    Anche gli studenti entrano in mobilitazione per dire no al piano di riforma sulla scuola previsto dal Governo: la protesta culminerà con una manifestazione nazionale programmata per il prossimo 10 ottobre, data su cui stanno confluendo tutte le principali associazioni studentesche nazionali: dopo la 'Rete degli studenti medi',  la decisione è stata presa anche dall'Unione degli Studenti, riunita al Riot Village, il campeggio nazionale studentesco della Rete della Conoscenza che si sta tenendo questi giorni in Salento.
    Nei prossimi giorni dall'assemblea della Rete della Conoscenza e dal coordinamento di Link si definirà ulteriormente la proposta: anche gli universitari sono sul piede di battaglia. "Il 10 ottobre bloccheremo il Paese e apriremo una nuova fase di mobilitazione che parla a tutta la popolazione - dichiara Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti - siamo stanchi di promesse e di interventi minimi. Riempiremo le piazze per un'istruzione libera e gratuita per tutte e tutti e per contrastare le linee programmatiche del Governo, che lancia un piano scuola che non prevede un punto centrale per rilanciare il sistema formativo, ossia le risorse".
    Lampis auspica quindi a pensare "piuttosto ad adottare una legge nazionale sul diritto allo studio, uno statuto per gli studenti in stage, nuove forme di partecipazione all'interno delle scuole". "Le altissime percentuali di dispersione scolastica, i costi sempre più alti per studiare, dai trasporti fino ai libri di testo, delineano un Paese che non crede più nel valore sociale dell'istruzione, che espelle tanti giovani da scuole e università privilegiando un modello sociale ed economico fondato sulla precarietà, sulle basse competenze e sui salari da fame" aggiunge Lampis. "Il 10 ottobre sarà solo il primo passo di un lungo autunno di mobilitazioni sociali. Gli studenti dell’UdS mirano al 14 novembre come data centrale per “ricostruire un ampio fronte di opposizione sociale”. 

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