giovedì 17 luglio 2014

Riorganizziamo gli ospedali, ma anche le masse

Luciano Granieri


Avvertenza:  i video e il testo  pubblicati  nel seguente post sono incompleti.  Mancano immagini e citazioni  sulla partecipazione di gentaglia  a cui -secondo le norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della costituzione, secondo una delibera  approvata all’unanimità del Comune di Frosinone il 2 marzo 2011 - dovrebbe essere vietato manifestare in piazza. Tale norma costituzionale e comunale  non è stata mai applicata dalle istituzioni nè locali, nè nazionali. Lo facciamo noi di AUT.



 “Le masse non organizzate o più estranee alla politica sono meno sensibili ai problemi della propria classe”
Lenin. 

Quanto sia sacrosanta questa affermazione di Lenin lo si è misurato nella manifestazione organizzata dal coordinamento territoriale per la difesa della salute recentemente costituitosi nella nostra Provincia.  Una manifestazione, per certi versi,  potente e partecipata, per una sanità ad immagine e somiglianza del dettato costituzionale e contro lo scempio  che, al contrario, si fa del locale diritto alla salute. Ad animare la così detta “marcia della salute”  di mercoledì scorso 16 luglio, gente arrivata a piedi da Sora e da altri comuni della provincia, ovviamente molti cittadini di Frosinone. 

In aggiunta si sono distinti  vari sindaci   a sfoggiare la fascia lavata di fresco (pochi a dire la verità), deputati , l’On. Luca Frusone del M5S alla guida di un gruppo di militanti pentastellati, sindacati  variamente posizionati da destra a sinistra esclusa la triplice. Un discreto schieramento trasversale, ma soprattutto, finalmente, partecipato dai cittadini dell’intera Provincia.

 Nelle analoghe manifestazioni, organizzate anni addietro contro lo spolpamento della salute Provinciale operata dai vari presidenti di regioni succedutisi per almeno 4 consiliature, l’ultima risalente allo sguaiato regno trimalcionesco della Polverini, l’estensione territoriale era stata sempre limitata.  Ogni Comune protestava per il suo ospedaluccio incurante del disastro che accadeva attorno. Finalmente, ed era ora, si è capito che il problema della sanità è comune a tutto il territorio provinciale. 

La marcia partita  da P.zza Madonna della Neve a Frosinone, proseguita per la Via Monti Lepini in un’ambientazione meteo da “Fischia il vento e infuria la bufera” - anche se il vento non fischiava e l’afa pure sferzata dalla pioggia colpiva duro  - non faceva presagire nulla di buono per il management Asl di Frosinone e i suoi mandanti politici. Ma una volta arrivati davanti alla palazzina dirigenziale della Asl, sotto l’ufficio del direttore generale D.ssa Isabella Mastrobuono la disorganizzazione delle masse è emersa in tutta la sua drammaticità.  

Una massa imponente ma debole e divisa.  Meno sensibile ai problemi di classe, ma molto sensibile ai problemi della propria  sotto-classe, o piccola lobby che dir si voglia. Per cui una manifestazione apartitica ha visto la partecipazione di un partito con tanto di deputato alla testa, in  una manifestazione indetta per denunciare l’immobilità dei sindaci e delle istituzioni, si è ceduto la parola a sindaci e istituzioni.  Una manifestazione nata come momento di aspro conflitto con la dirigenza della Asl, prima si è trasformata in occasione di confronto,  per poi   sbracare cedendo la parola a colei (il direttore generale della Asl Mastrobuono)  per la quale si chiedevano con forza le dimissioni.  Insomma si andava a protestare o ci si accingeva a dialogare? 

Non era molto chiaro. Una mancanza di chiarezza dovuta  proprio  al fatto che ormai un partito in grado di  organizzare le masse non esiste più. E le masse sono in balia di proteste scaturite dalla rabbia e dalla sofferenza, azioni spesso inutili e disorganizzate dal quale si ottiene il titolo sul quotidiano locale e nulla più. E’ colpa della politica si grida, ma intanto si pende dalle labbra del politico. Ad onor del vero il M5S politicamente l’atto forte in Regione lo aveva compiuto, proponendo l’istituzione di una commissione d’inchiesta per capire chi aveva determinato il debito della sanità del Lazio, 10 miliardi ed oltre, ma la proposta sensata è stata bocciata dall’assemblea. Sintomo di coscienza sporca? 

Basta fare le verginelle! Il tanto denunciato romano-centrismo è una conseguenza del più classico spoil system.  Quale territorio ha contribuito maggiormente alla elezione di Zingaretti?  La città di Roma e zone limitrofe. Nel basso Lazio, nonostante i Fiorito e i gli scandali, aveva prevalso lo schieramento opposto. E’ evidente quindi che le attenzioni  si siano rivolte a quel pezzo d territorio che più aveva  contributo al successo, compreso   l'impegno verso la sanità romana.

Ad onor del vero, causa il pasticcio delle liste  romane al sapor di pane e  mortadella, l’elezione della precedente presidente di Regione,  Polverini, era avvenuta  grazie ai voti del basso Lazio, dunque secondo spoil system,  ci si sarebbe aspettato un premio per la Ciociaria .  Valutazione errata.  Infatti  il taglio degli ospedali è iniziato proprio dalla  terra che più  aveva contributo ad eleggere la signora in nero. 

Niente di nuovo dunque  perché senza un’avanguardia, un partito - chiamiamo la cosa con il proprio nome-  che organizzi  le masse, nulla mai cambierà. La massa esiste ma fino a che procederà divisa, pur in una unità d’intenti, la lotta di classe sarà  vinta di chi classe ha saputo costruirsi, cioè il capitalismo finanziario. Ciò che dovrebbe far riflettere e orientare diversamente il conflitto sono le ultime parole pronunciate dalla Mastrobuono, quando ha detto che, se  solo si fosse azzardata ad assumere un medico fuori deroga, cioè fuori dal numero concesso dal piano di rientro, sarebbe immediatamente intervenuta la corte dei conti per chiedere ragione e sanzionare il fatto, come già e avVenuto.  Ma che paese è quello in cui un direttore di Asl non può assumere un medico perché i soldi necessari a quello stipendio servono per pagare il debito finanziario?



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