E’ terminata ieri 30 luglio la lunghissima stagione della Scuola popolare per migranti di Frosinone, organizzata per il sesto anno consecutivo dall’Associazione Oltre l’Occidente e Casa dei Diritti Sociali sezione di Frosinone per l’insegnamento della lingua italiana per stranieri e sostegno scolastico per minori. E con una piccola festa organizzata dagli insegnanti si sono sciolte le emozioni di due mondi che hanno cominciato a comunicare nonostante le difficile realtà delle condizioni africane e delle terribili esperienze dei processi migratori. Dall’inizio di novembre la scuola ha avviato 5 corsi per un complessivo numero di 40 studenti che hanno frequentato vari livelli di insegnamento della lingua italiana. Uno di questi corsi il PRILS, Piano Regionale d’integrazione linguistica e sociale degli stranieri del Lazio, ha visto gli studenti, asiatici, mediorientali, nordafricani e dell’Europa dell’est, raggiungere il livello 1, con le insegnanti Daniela Spaziani e Donatella Sanità. Un altro corso ha visto la partecipazione di cittadini dell’est Europa con l’insegnante Daniela Spaziani.Un terzo corso di alfabetizzazione si è svolto con i ragazzi profughi africani (Nigeria,Ghana,Gambia,Mali, Chad,Senegal e Guinea), con la collaborazione della coop.Antea, e ha visto la partecipazione di circa 20 ragazzi con l’insegnante Ilaria Mastrantoni, Venera Oi, volontaria del Servizio Civile, e Yoanna …Un ultimo corso si è svolto con i ragazzi della Casa famiglia Elefante Invisibile con l’insegnante Venera Oi. Si è poi effettuato sostegno scolastico a minori durante tutto l’anno scolastico con l’aiuto di Venera Oi e Stefano Mazza, Sabrina Capocci e Muse Beyene. «Generalmente si è passati da livelli elementare di contatto e di sopravvivenza a posizioni intermedie con alcuni che hanno fatto sensibili progressi», commenta Venera Oi. «La comprensione nell’ascolto è stata sufficiente mentre difficoltà sono riscontrabili nella lettura. Alcuni sono riusciti a rompere il muro della difficoltà del parlato entrando nella intenzionalità del discorso. E’ stata utilizzata una metodologia didattica classica con lezioni frontali e lavagne. Nel corso del tempo si è anche utilizzato il computer e un videoproiettore per lezioni più interattive e dinamiche. Il centro ha offerto occasioni per intercultura e interazioni che hanno contribuito alla crescita linguistica degli studenti. I docenti si ritengono soddisfatti per la riuscita del corso nonostante le difficoltà di organizzazione, di frequentazione e di continuità». «L’approccio iniziale con i ragazzi è stato molto delicato, poiché giunti da poco in Italia dopo un lunghissimo viaggio,apparivano frastornati e intimoriti a causa delle barriere linguistiche,culturali e religiose.», afferma Ilaria Mastrantoni, «ma a poco a poco grazie all’uso della lingua inglese e francese noi insegnanti siamo riuscite astabilire un dialogo e un rapporto di reciproco rispetto e fiducia». «I ragazzi hanno mostrato sin dall’inizio interesse nell’apprendere una nuova lingua e nel frequentare assiduamente le lezioni,impegnandosi anche a casa». «Con il passare del tempo noi insegnanti abbiamo osservato i loro miglioramenti con piacere e gratificazione,apprezzando i loro sforzi e la volontà di ognuno di loro» continua Venera Oi. «Quotidianamentenoi insegnanti preparavamo i loro esercizi,cercando ogni volta di rendere la lezione divertente e allo stesso tempo interessante. Con il passare del tempo i ragazzi hanno acquisito sempre più padronanza della lingua italiana , sicurezza in se’ stessi e nelle proprie capacità. In breve tempo hanno iniziato ad usare espressioni di uso quotidiano e frasi basilari tese a soddisfare bisogni di tipo concreto».«Per noi insegnanti e’ stata un’esperienza molto intensa e gratificante , sia dal punto di vista umano, che dal punto di vista dell’insegnamento. Siamo riuscite ad instaurare con loro legami molto forti ,che vanno oltre il semplice rapporto alunno-insegnante. Per noi è stata un’esperienza bella ed emozionante poichè dietro ognuno di loro c’è una storia e vedere la loro grinta ci ha reso più forti» concludono Venera Oi e Ilaria Mastrantoni. L’Associazione Oltre l’Occidente e Casa dei Diritti Sociali nel ringraziare quanti hanno permesso lo svolgimento delle lezioni, sottolineano l’operato volontario delle insegnanti tutte che con grande impegno e coraggio si sono calate spesso come mediatrici culturali nel mondo articolato, diffidente, difficile delle migrazioni. Il mondo non va forse nel senso giusto. la scuola è occasione per conoscere il mondo, per avvicinarlo per tentare di costruire e condividere un orizzonte comune, così come fanno i volontari e gli attivisti. Così però non ragiona l’istituzione che continua ad essere sorda sugli elementi fondanti l’integrazione e l’intercultura a cominciare da scuole d’insegnamento della lingua italiana stabili che prevedano percorsi di mediazione per aiutare a muoversi nella nostra società. Frosinone nel suo piccolo avrebbe strutture e risorse associative importanti per avviare su una scala diversa questi percorsi. L a Casa della Pace strumento individuato da legge regionale a cui il Comune di Frosinone ha aderito e con i fondi del quale è stata ripristinata una sede pubblica è lì morta da almeno due anni senza cha alcuno se ne preoccupi. In ogni caso con le difficoltà e i limiti di sempre Oltre l’Occidente e Casa dei Diritti Sociali alla fine di ottobre riprenderanno il tentativo di gettare un ponte di condivisione tra mondi diversi con la scuola d’italiano. Chi vuole fare questa eccezionale esperienza è libero di partecipare. Un altro mondo è possibile.
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