lunedì 4 agosto 2014

Vai avanti tu che a me mi viene da ridere

Luciano Granieri


Immaginiamo che la deriva assolutistica e il deciso attacco alla Costituzione -basato sull’abolizione del Senato, la quasi sparizione dei referendum e delle leggi di iniziativa popolare, la  legge elettorale che riduce la Camera dei Deputati zerbino del Presidente del Consiglio, il quale ha potere di vita e di morte su presidente della Repubblica, CSM, Corte Costituzionale – fossero  stati avviati da un governo Berlusconi. Apriti Cielo!!! I riformisti avrebbero denunciato la svolta fascista.  Sulla scia della indignazione profusa a piene mani dai media asserviti, si sarebbero avviate raccolte di firme e forse anche manifestazioni di piazza, magari non troppo accese, diciamo meglio, raduni di piazza. E se l’ennesima brutta figura di questo governo, sconfessato dalla ragioneria dello stato sui provvedimenti relativi alla sortita pensionistica di oltre 4.000 insegnanti per mancanza di coperture, o sull’impraticabilità economica di altri provvedimenti inseriti nel decreto competitività, anziché avere come ambasciatrice la leggiadra figura di Marianna Madia, avesse visto come protagonista una Gelmini, o una Prestigiacomo, subito dalle parti riformiste si sarebbe gridato allo scandalo. Si sarebbe deriso   un governo composto da inconcludenti,  incompetenti ancelle  succubi del papi padrone Berlusconi. 

E avrebbero avuto ragione i democratici a lamentarsi.  Infatti lo sfacelo che  sta compiendo oggi, l'attuale esecutivo,   in nome del decisionismo, dell’agire a tutti i costi e in fretta, sta producendo effetti che neanche il più agguerrito dei governi Berlusconi sarebbe riuscito a generare. 

Quante volte Berlusconi ha tentato di ottenere i pieni poteri per il Presidente del Consiglio, con l’assoluta podestà su  CSM, Corte Costituzionale e nomina del Presidente della Repubblica? Quante volte Berlusconi ha provato a rendere il Parlamento zerbino del Presidente del Consiglio? Tante volte, eppure, nonostante i guasti che questi tentativi hanno prodotto nel tessuto istituzionale, un minimo di tenuta democratica era riuscita a sopravvivere. 

Oggi i giovani ragazzi di Renzi stanno surclassando le vecchie ciabatte post-fasciste animatrici dell’era iperliberista berlusconiana. Altro che presidenzialismo, roba vecchia. Il nuovo che avanza, oltre che conferire iper poteri al premier, porta in dote una camera alta (alta?) zeppa di nominati per lo più mandati dalle proprie segreterie a spurgare la loro fedina penale lordatasi nell’assise regionale. Se il vecchio di Arcore fosse stato sveglio come Renzi, a quest’ora i Fiorito, le Minetti, starebbero a lustrare il prestigio italico  da  un scranno senatoriale, e magari la giunta Polverini e quella Formigoni avrebbero continuato a far danni. Oddio non è che i presidenti attuali siano meglio, ma comunque queste intuizioni potevano venire in mente solo   ad un cervello sveglio, rampante e giovane. 

Siccome Berlusconi, avrà perso un po’ di smalto, sarà anche diventato un tantino rincoglionito,  ma scemo non è, ha pensato bene di mandare avanti il prode fiorentino. Pensate che colpo di genio:  trovare uno che fa al posto tuo  il lavoro sporco, improvvisamente diventato pulito, ossia  mettere in atto il piano di rinascita della P2, uno  osannato da tutti i media, che ti evita   la fatica  di combattere ogni giorno con i questionari di Repubblica,  o con i giornalisti rompicoglioni della nutrita contraerea mediatica democrat. Una volta poi  riscossi i profitti di questo asset politico strutturato dal giovine Renzi, scontate  nel frattempo le varie incombenze di interdizione dai pubblici uffici, probabilmente  ridotte da qualche altro regalo renziano,  ecco pronta la poltrona del Quirinale, magari con un cicisbeo alla presidenza del consiglio, con tanti saluti a Renzi e alla sua banda di sprovveduti innovatori.  

Le avvisaglie di questo inquietante scenario, che potrebbe sembrare pura fantasia, si leggono fra le righe dei quotidiani ogni giorno, basta mettere in relazione qualche articolo e tirare le somme. Prendiamo Repubblica di ieri: Pag.2 intervista a Renzi di Claudio Tito. A domanda del giornalista “Scusi  ma quello del Nazareno è davvero un patto scritto?” Il presidente del consiglio risponde:” Certo” e all’incalzare di Tito  che chiede cosa comprende il patto,  Renzi ribatte”Quello che si legge sugli atti parlamentari sulle riforme – e aggiunge -  Vi pare che io firmi una cosa con Berlusconi e la metta in cassetto? Questa è la tipica cultura del sospetto di una parte della sinistra”. Spostiamoci ora a pag.3 articolo di Carmelo Papa sulla strategia di Berlusconi dal titolo “ L’ex cavaliere attendista (rivolto a Renzi ndr)‘Lasciamolo logorare il voto non ci conviene’”. L’articolo si conclude in questo modo: Hanno raccontato che (Berlusconi) abbia sorriso, in questi giorni, anche sul dibattito aperto sul Patto del Nazareno, scritto o meno che sia, dei “misteri” che lo circonderebbero “Non siamo così sprovveduti da averlo messo per iscritto- taglia corto l’ex cavaliere- tra persone serie basta la parola data” Cà nisciun è fess, direbbe Totò (questa è un'aggiunta mia)

                                                                                                                                


 

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