Vai avanti tu che a me mi viene da ridere
Luciano Granieri
Immaginiamo che la deriva
assolutistica e il deciso attacco alla Costituzione -basato sull’abolizione del
Senato, la quasi sparizione dei referendum e delle leggi di iniziativa
popolare, la legge elettorale che riduce
la Camera dei Deputati zerbino del Presidente del Consiglio, il quale ha potere
di vita e di morte su presidente della Repubblica, CSM, Corte Costituzionale –
fossero stati avviati da un governo
Berlusconi. Apriti Cielo!!! I riformisti avrebbero denunciato la svolta fascista. Sulla scia della indignazione profusa a piene mani dai media asserviti, si
sarebbero avviate raccolte di firme e forse anche manifestazioni di piazza,
magari non troppo accese, diciamo meglio, raduni di piazza. E se l’ennesima
brutta figura di questo governo, sconfessato dalla ragioneria dello stato sui
provvedimenti relativi alla sortita pensionistica di oltre 4.000 insegnanti per
mancanza di coperture, o sull’impraticabilità economica di altri provvedimenti inseriti
nel decreto competitività, anziché avere come ambasciatrice la leggiadra figura
di Marianna Madia, avesse visto come protagonista una Gelmini, o una
Prestigiacomo, subito dalle parti riformiste si sarebbe gridato allo scandalo. Si sarebbe deriso un governo composto da inconcludenti, incompetenti ancelle succubi del papi
padrone Berlusconi.
E avrebbero avuto ragione i democratici a lamentarsi. Infatti lo sfacelo che sta compiendo oggi, l'attuale esecutivo, in nome del decisionismo, dell’agire a tutti i
costi e in fretta, sta producendo effetti che neanche il più agguerrito dei
governi Berlusconi sarebbe riuscito a generare.
Quante volte Berlusconi ha
tentato di ottenere i pieni poteri per il Presidente del Consiglio, con l’assoluta
podestà su CSM, Corte Costituzionale e
nomina del Presidente della Repubblica? Quante volte Berlusconi ha provato a
rendere il Parlamento zerbino del Presidente del Consiglio? Tante volte,
eppure, nonostante i guasti che questi tentativi hanno prodotto nel tessuto
istituzionale, un minimo di tenuta democratica era riuscita a sopravvivere.
Oggi i giovani ragazzi di Renzi stanno surclassando le vecchie ciabatte
post-fasciste animatrici dell’era iperliberista berlusconiana. Altro che
presidenzialismo, roba vecchia. Il nuovo che avanza, oltre che conferire iper
poteri al premier, porta in dote una camera alta (alta?) zeppa di nominati per
lo più mandati dalle proprie segreterie a spurgare la loro fedina penale
lordatasi nell’assise regionale. Se il vecchio di Arcore fosse stato sveglio
come Renzi, a quest’ora i Fiorito, le Minetti, starebbero a lustrare il prestigio
italico da un scranno senatoriale, e magari la giunta
Polverini e quella Formigoni avrebbero continuato a far danni. Oddio non è che
i presidenti attuali siano meglio, ma comunque queste intuizioni potevano
venire in mente solo ad un
cervello sveglio, rampante e giovane.
Siccome Berlusconi, avrà perso un po’ di
smalto, sarà anche diventato un tantino rincoglionito, ma scemo non è, ha pensato bene di mandare
avanti il prode fiorentino. Pensate che colpo di genio: trovare uno che fa al posto tuo il lavoro sporco, improvvisamente diventato
pulito, ossia mettere in atto il piano
di rinascita della P2, uno osannato da
tutti i media, che ti evita la fatica di combattere ogni giorno con i questionari di
Repubblica, o con i giornalisti rompicoglioni della nutrita contraerea mediatica
democrat. Una volta poi riscossi i profitti
di questo asset politico strutturato dal giovine Renzi, scontate nel frattempo le varie incombenze di
interdizione dai pubblici uffici, probabilmente ridotte da qualche altro regalo renziano, ecco pronta la poltrona del Quirinale, magari
con un cicisbeo alla presidenza del consiglio, con tanti saluti a Renzi e alla
sua banda di sprovveduti innovatori.
Le
avvisaglie di questo inquietante scenario, che potrebbe sembrare pura fantasia,
si leggono fra le righe dei quotidiani ogni giorno, basta mettere in relazione
qualche articolo e tirare le somme. Prendiamo Repubblica di ieri: Pag.2
intervista a Renzi di Claudio Tito. A domanda del giornalista “Scusi ma quello del Nazareno è davvero un patto
scritto?” Il presidente del consiglio risponde:” Certo” e all’incalzare di Tito
che chiede cosa comprende il patto, Renzi ribatte”Quello che si legge sugli atti
parlamentari sulle riforme – e aggiunge - Vi pare che io firmi una cosa con Berlusconi e la metta in cassetto?
Questa è la tipica cultura del sospetto di una parte della sinistra”.
Spostiamoci ora a pag.3 articolo di Carmelo Papa sulla strategia di Berlusconi
dal titolo “ L’ex cavaliere attendista (rivolto a Renzi ndr)‘Lasciamolo
logorare il voto non ci conviene’”. L’articolo si conclude in questo modo:
Hanno raccontato che (Berlusconi) abbia sorriso, in questi giorni, anche sul
dibattito aperto sul Patto del Nazareno, scritto o meno che sia, dei “misteri”
che lo circonderebbero “Non siamo così sprovveduti da averlo messo per
iscritto- taglia corto l’ex cavaliere- tra persone serie basta la parola data”
Cà nisciun è fess, direbbe Totò (questa è un'aggiunta mia)
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