COORDINAMENTO PROVINCIALE SANITA'
Il Coordinamento Provinciale Sanità
vuole comunicare le proprie considerazioni per come si evidenzierebbe lo stato
della situazione dei c.d. primariati nella Asl di Frosinone.
Quello che viene tradizionalmente
chiamato “primario” oggi è definito dalla Legge 502/92 e s.m.i. come “direttore
di struttura complessa”, e a lui è affidata l'organizzazione e la direzione
della strutture (i reparti), con responsabilità dei risultati di gestione.
L'incarico è conferito per pubblico
concorso, e al termine dell'incarico, se non confermato, il dipendente va a
svolgere altra funzione con il trattamento economico della nuova funzione.
Nel 2012 la Legge 189 ha modificato
le modalità di individuazione dei direttori di struttura complessa: viene
istituita una commissione composta dal direttore sanitario e tre primari, la
quale tra i candidati ne sceglie tre da proporre al direttore generale, il
quale a sua volta, senza essere vincolato assolutamente alla scelta del
candidato con il punteggio migliore, ne sceglie uno cui conferire l'incarico di
direttore.
Bisogna dire chiaramente alla
popolazione, che logicamente non può essere a completa conoscenza di tutti
questi meccanismi, che nella Asl di Frosinone accade che da molti anni non si
effettuano le procedure per le selezioni dei primari, per cui in una prima fase
i posti vacanti di primario si sono coperti con l'istituto dell'art. 18 del
CCNL, cioè tramite un conferimento temporaneo per titoli di pochi mesi
dell'incarico di responsabile a un dipendente, poi è subentrata
l'incredibile idea degli incarichi di responsabile di reparto a rotazione (tipo
caporale di giornata), a seguire poi è spuntata l'illogica trovata del sistema
degli incarichi plurimi ad interim anche a chilometri di distanza; e ancora,
poiché al peggio non c'è limite, la nomina di dipendenti con semplice
lettera di referente di reparto
(qualifica non esistente né per Legge né per istituto contrattuale), cosa
questa che ricorda molto da vicino l'investitura medievale officiata con la
spada sulla spalla. Tutto ciò ci appare al di fuori della giurisprudenza e
della dottrina giuridica, oltre che fuori dal buon senso.
Quali sono le conseguenze di tanta
sciaguratezza? Sono l'indeterminatezza, la caducità, la provvisorietà e la
diafania di quello che deve essere il pilastro portante del sistema. Se tale
figura viene indebolita, se non gli vengono dati i mezzi per operare, a questo
matematicamente consegue l'impossibilità a programmare, a gestire e a raggiungere
validi risultati sotto tutti gli aspetti.
Tale stato di cose gli utenti lo percepiscono quotidianamente a pelle,
mentre i tecnici lo traducono in numeri, come ad esempio quel triste 48% di migrazione sanitaria dei
frusinati in altre Asl o in altre regioni.
Al danno si è ora aggiunta la beffa:
in più occasioni la direzione aziendale ha persino prospettato la colpa degli
operatori per la bassa produttività dei reparti (come se si potesse vincere la
guerra disarmati), e quindi avanti ancora con tagli e riduzioni in un gioco
perverso verso il basso.
Per porre rimedio a questo miserevole
spettacolo è necessario dare garanzie di stabilità alle unità operative, quindi
con procedure di designazione di direttori veri, con oneri e onori conseguenti.
Se la politica continuerà a nicchiare su questo punto, la nostra pazienza sarà
abusata.
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