mercoledì 29 ottobre 2014

Difficile vivere, ma facile morire.

Luciano Granieri




Frosinone:  Ridente cittadina a sud di Roma dove vivere è difficile. E’ più facile morire.  E’ facilissimo. Capita  che un professore di liceo,  di 45 anni, giunga, colto da malore, al pronto soccorso e muoia in attesa della tac.  Capita che un cittadino, giunto  anch’egli al pronto soccorso,  in preda ad una crisi respiratoria, non possa essere ricoverato  perché allo Spaziani, non c’è il reparto di pneumologia. Mentre si briga per trovare un letto nella struttura di Cassino, attrezzata a curare questa patologia, si parcheggia il paziente  per tre giorni nel  reparto di otorino . Ma il decorso della malattia non ha il tempo di aspettare il traffico dei fax  per   l’autorizzazione di ricovero presso l’ospedale cassinate e dunque l’esito è la morte.  

Tutto molto drammatico. Ma il dramma vero riguarda il futuro. Perché se la realtà odierna è indegna, ciò che ci aspetta per il triennio 2014-2016 è di  molto peggiore. In base al piano strategico della Asl, dal quale dovrebbe scaturire l’atto aziendale vero e proprio, dei quattro centri ospedalieri superstiti  - dopo il terremoto Polverini  che ha raso al suolo sette ospedali -  uno cadrà per mano di Zingaretti. Alatri sparirà e diverrà costola di Frosinone, il quale già non sopporta  l’attuale onere  di ricoveri, figuriamoci se potrà assolvere al servizio in presenza del sovraccarico di un’altra struttura. I posti letto (veri o presunti)  previsti nel documento sono 977, pari all’ 1,8 x 1.000 della popolazione. Si indica, comunque l’obbiettivo  di aumentare questa disponibilità fino ad arrivare alla quota di 2,7 x1.000. Faccio notare che il D.L. 135/2012 fissa una soglia minimia di 3,7.  Siamo in uno  stato di violazione normativa  che non verrà sanata neanche con i buoni propositi futuri. Fuori della dignità e fuori dalle legge. 
                                                                                             Ma se è facile morire, altrettanto difficile
 è vivere.  Il servizio idrico è fra  più costosi , ma l’acqua anziché arrivare nelle case dei cittadini si disperde per la strada. Sulla bolletta dovrebbe essere indicato il servizio di “irrigazione asfalto”. Un servizio efficiente,  non come il depuratore che non funziona, ma si paga ugualmente. Se si beve male non si respira meglio.  Siamo l’unica città, insieme con Benevento, a somministrare ai propri cittadini una razione di PM10 superiore al limite dannoso per la salute. Considerato che manca  il reparto di pneumologia allo Spaziani non c’è da stare allegri. Bisogna sperare nel buon funzionamento del fax fra Cassino e Frosinone. 

Beviamo male, respiriamo peggio, ma in compenso siamo circondati dalla monnezza. La percentuale di raccolta differenziata è al 15%. Faccio notare che L’art.205 Dlgs 152/2006 ed il Piano di Gestione dei Rifiuti del Lazio, hanno imposto a tutti i Comuni il raggiungimento della percentuale minima di raccolta differenziata dei rifiuti del 65% entro il 31.12.2012. Stiamo un po’ in ritardo, mi pare, e come per la Sanità in violazione di legge. La questione    è dannosa per la salute, ma rischia di essere deleteria anche  per le casse comunali e per le tasche dei cittadini, i quali già pagano uno sproposito per il servizio.  Infatti la sentenza n.83 del 27 maggio 2013  della Corte dei Conti sancisce che gli enti inadempienti sulla differenziata dovranno pagare una multa, da addebitare ai cittadini, ma anche agli amministratori, chiamati a rispondere per danno erariale. 

Anche in questo caso se il presente è indegno il futuro sarà peggio. Sui rifiuti, ancora si sta discutendo con il gestore privato, campa cavallo! Hai voglia a schiodarsi dal 15% di differenziata. In questo marasma nel consiglio comunale la minoranza, ex maggioranza a trazione Pd, langue nella sua indeterminatezza fiaccata dall’ulteriore miserrima vicenda delle elezioni  provinciali, la maggioranza è impegnata nel gioco delle sedie, una contesa senza esclusione di colpi dove volano stracci  a destra e a manca. 

Il sindaco se ne fotte, va avanti nella svendita della città. E’ contento perché è riuscito a disinnescare la trappola urbanistica dell’articolo 18 posta sul terreno da una deprecabile sentenza del TAR del Lazio .  In base a questa deliberazione s’impone un limite alla contrattazione diretta fra sindaco e costruttori, per la cementificazione del suolo pubblico. L’operazione deve passare all’esame del consiglio comunale. 

Ma in aiuto al sindaco arriva  TurboRenzi  che, grazie al decreto sblocca Italia, ripristina la “trattativa” e risolve la questione. Si evita il passaggio  in consiglio  obbligando il privato a fornire, in cambio dell’autorizzazione a seppellire nel cemento pezzi di città, la disponibilità a costruire un parcheggino qua , un’aiuola la.  Un esempio concreto: grazie ad un pronto cambio  di destinazione d’uso, nella struttura del glorioso  Cinema Excelsior troveranno posto quattro appartamenti. I privati che si apprestano ad eseguire l’ennesimo scempio di una struttura pubblica, dovranno risistemare,  in cambio, l’area di Via Amendola e piazza Valchera, con il rifacimento del muro, delle scalinate e della balaustra in mezzo alla piazza. La cosa in se non sarebbe negativa, ma le tante trattative del passato  insegnano che a cementificare si fa presto , mentre per eseguire le opere compensative  si va alle calende greche. 

A questo punto una domanda sorge spontanea. Ai cittadini di Frosinone piace vivere male e morire bene?  Evidentemente si. Perché se ad ogni tornata elettorale si vota il medico perché ti cura, l’avvocato perché ti difende, il geometra perché ti fa la strada davanti casa,  se si confonde, cioè,  una prestazione dovuta, con una elargizione oggetto di voto di scambio, a Frosinone si continuerà a vivere male e a morire bene.



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