Addebiti ingiustificati e illegittimi in bolletta, minacce,
vessazioni, interruzione improvvisa del flusso idrico, rimozione illegale di contatori, quando non veri e propri furti,
questi sono i soprusi che i cittadini, da anni, ma in particolar modo in questo
ultimo periodo, subiscono dal gestore dell’acqua.
Le figure istituzionali
(sindaci e presidenti di Provincia) incaricate
di controllare e salvaguardare la
cittadinanza dalle inadempienze ed
intemperanze di Acea, non si sono dati
pena della questione, anzi sembra che abbiano tutelato gli interessi della
controparte. Fa da sfondo a questa
drammatica situazione locale, un evoluzione legislativa, che oltre a non
rispettare l’esito dei referendum, nei quali si sanciva che l’acqua, in quanto
bene primario per la sopravvivenza, doveva essere pubblica, sta pienamente
favorendo il controllo privato della distribuzione idrica. Il governo Renzi,
quello che sulla carta toglie ai ricchi
per donare ai poveri, e invece fa l’esatto contrario, ha predisposto un quadro normativo delinquenziale.
Nel decreto sblocca Italia si
prevede che, qualora un gestore pubblico volesse subentrare all’azienda privata, già titolare del servizio, dovrebbe pagare un canone di concessione elevatissimo,
un importo che mai un Comune o una azienda a partecipazione diffusa potrebbe
permettersi di pagare. Nel collegato ambiente alla legge di stabilità invece,
si cassa una norma introdotta dal governo Berlusconi e perfezionata dal governo
Letta, per la quale è vietato interrompere completamente il flusso idrico anche
agli utenti morosi in quanto l’acqua è bene primario per la vita. E’ possibile
solo limitarne il flusso a 50 lit. giornalieri per componente familiare. Grazie
a Renzi non solo sarà impossibile togliere il servizio in mano ai privati, ma è anche concesso
loro di bloccare completamente l’erogazione idrica ad eventuali morosi. Airdatece Berlusconi!
Nella situazione drammatica, in cui versa
l’erogazione idrica nella nostra Provincia, al sit-in di ieri organizzato dal
comitato provinciale acqua pubblica Frosinone, di fronte al palazzo di P.zza
Gramsci, avrebbe dovuto partecipare una folla rumorosa e incazzata. Non si
trattava di manifestare contro la caccia alla foca monaca, ma contro il furto
di un bene primario come l’acqua. Ebbene, nella nostra città neanche la sete
smuove le persone. Un sparuto gruppo di manifestanti si è radunato nella piazza
attorno al banchetto dell’acqua pubblica. I soliti noti, i soliti volti, i
soliti dementi che credono ancora nella difesa dei beni e dei dritti
collettivi.
Chissà forse si poteva
organizzare una fiaccolata, sarà un imprinting che deriva dalla predisposizione
inconscia alla processione in venerazione di santi e madonne , ma quando escono le candele, la
folla accorre numerosa, è accaduto in occasione della manifestazione in difesa
della sanità. Nella nostra città l’astensione è massima solo quando c’è da
difendere dei diritti che, sembrano di altri, ma che in realtà sono di tutti, quindi anche nostri Alle elezioni per il sindaco invece, dal momento che le bollette vengono pagate in cambio del
voto, la
partecipazione è massiccia. Siamo democratici? No paraculi, ma fessi perché poi
in fin dei conti ad Acea, e agli altri privati padroni delle nostre vite , non interessa quale candidato sindaco si è votato. Ti
fottono comunque.
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