giovedì 27 novembre 2014

Non li smuove neanche la sete.

Luciano Granieri


Addebiti ingiustificati e illegittimi in bolletta, minacce, vessazioni, interruzione improvvisa del flusso idrico, rimozione illegale  di contatori, quando non veri e propri furti, questi sono i soprusi che i cittadini, da anni, ma in particolar modo in questo ultimo periodo, subiscono dal gestore dell’acqua. 

Le figure istituzionali (sindaci e presidenti di Provincia)  incaricate di controllare e salvaguardare  la cittadinanza dalle  inadempienze ed intemperanze di Acea,  non si sono dati pena della questione, anzi sembra che abbiano tutelato gli interessi della controparte. Fa da  sfondo a questa drammatica situazione locale, un evoluzione legislativa, che oltre a non rispettare l’esito dei referendum, nei quali si sanciva che l’acqua, in quanto bene primario per la sopravvivenza, doveva essere pubblica, sta pienamente favorendo il controllo privato della distribuzione idrica. Il governo Renzi, quello che sulla carta toglie  ai ricchi per donare ai poveri, e invece fa l’esatto contrario,  ha predisposto un quadro normativo  delinquenziale. 

Nel decreto sblocca Italia si prevede che, qualora un gestore pubblico volesse subentrare   all’azienda privata, già  titolare del servizio, dovrebbe  pagare un canone di concessione elevatissimo, un importo che mai un Comune o una azienda a partecipazione diffusa potrebbe permettersi di pagare. Nel collegato ambiente alla legge di stabilità invece, si cassa una norma introdotta dal governo Berlusconi e perfezionata dal governo Letta, per la quale è vietato interrompere completamente il flusso idrico anche agli utenti morosi in quanto l’acqua è bene primario per la vita. E’ possibile solo limitarne il flusso a 50 lit. giornalieri per componente familiare.  Grazie a Renzi non solo sarà impossibile togliere il servizio in mano ai privati, ma  è anche  concesso  loro di bloccare completamente l’erogazione idrica  ad eventuali morosi. Airdatece Berlusconi!  

Nella situazione drammatica, in cui versa l’erogazione idrica nella nostra Provincia, al sit-in di ieri organizzato dal comitato provinciale acqua pubblica Frosinone, di fronte al palazzo di P.zza Gramsci, avrebbe dovuto partecipare una folla rumorosa e incazzata. Non si trattava di manifestare contro la caccia alla foca monaca, ma contro il furto di un bene primario come l’acqua. Ebbene, nella nostra città neanche la sete smuove le persone. Un sparuto gruppo di manifestanti si è radunato nella piazza attorno al banchetto dell’acqua pubblica. I soliti noti, i soliti volti, i soliti dementi che credono ancora nella difesa dei beni e dei dritti collettivi.  

Chissà forse si poteva organizzare una fiaccolata, sarà un imprinting che deriva dalla predisposizione inconscia alla processione in venerazione di santi e madonne , ma quando escono le candele, la folla accorre numerosa, è accaduto in occasione della manifestazione in difesa della sanità. Nella nostra città l’astensione è massima solo quando c’è da difendere dei diritti che, sembrano di altri, ma che in realtà sono di tutti, quindi  anche nostri Alle elezioni per il  sindaco invece, dal momento che le bollette vengono pagate in cambio del voto,   la partecipazione è massiccia. Siamo democratici? No paraculi, ma fessi perché poi in fin dei conti ad Acea, e agli altri privati padroni delle nostre vite , non interessa quale candidato sindaco si è votato. Ti fottono comunque.



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