“Road Map Regione
Lazio 2014 – 2015. Quello che non c’era, quello che ora c’è, quello che c’è da
fare”. Era il titolo dell’iniziativa, organizzata ieri mattina presso la sala delle arti di Frosinone, dal consigliere regionale
Daniela Bianchi, per illustrare ai giornalisti e ai cittadini, quanto è stato fatto
nel 2014 per la nostra Provincia dall’attuale amministrazione regionale e gli
obbiettivi da raggiungere entro il 2015.
L’idea di informare i cittadini su
come l’amministrazione stia operando sul territorio è sicuramente apprezzabile,
ma è evidente che possa contenere un minimo di auto promozione. Nessun consigliere verrà
mai a raccontare di non aver operato bene nell’interesse dei cittadini. Per cui
- dopo l’illustrazione di attività
sicuramente meritorie, come la focalizzazione sulla cura dei bambini autistici,
oppure una razionalizzazione sulla
normativa concernente le adozioni, o ancora tutto il programma relativo alla
Valle del Sacco, bonifiche e riqualificazione del territorio e le attività
rivolte alle imprese, finalizzate ad agevolare la ripresa produttiva – è saltato
fuori un dato che ha fatto balzare sulla sedia gli astanti. Nel bilancio delle
cose fatte figurava l’aumento della dotazione dei posti letto per la Asl
provinciale in ragione di 102 unità in più.
E’ stato fatto notare che su
un atto aziendale si possono pianificare
un numero indefinito di posti letto (virtuali). Infatti un posto letto, reale ed effettivo, deve essere assistito dal personale sanitario
necessario. Personale che a causa del blocco del turn-over è drammaticamente assente
per cui i posti letto messi in attivo sono assolutamente virtuali.
Da queste
osservazioni è scaturita la natura del dibattito che, a parte qualche accenno
alla frana del Viadotto Biondi e alle vicende della Multiservizi, quasi esclusivamente ha riguardato il
drammatico stato di degrado della sanità pubblica provinciale. La posizione del consigliere Daniela Bianchi
in proposito è molto semplice. E’ necessario un confronto fra il Coordinamento
provinciale per la Sanità, e gli eletti in Regione, espressione del territorio, per stabilire, nel
quadro di quanto l’assetto generale regionale consente, quali siano le proposte
che possano concretizzarsi.
In verità, questo incontro è stato più volte
richiesto e si è anche concretizzato, ma con personaggi, come il segretario del responsabile della cabina di
regia , che non hanno mandato a decidere nulla . Rimane comunque li fatto che
qualsiasi modello di sanità si possa proporre deve essere compatibile con il
quadro generale definito dalla Regione.
Se questo è il dato imprescindibile, la conclusione logica è che si
possono organizzare infiniti tavoli di confronto, tanto negli scenari definiti
dalla Regione Lazio lo smembramento della sanità provinciale è già
indelebilmente scritto.
Nessun commento:
Posta un commento