sabato 7 febbraio 2015

Asl di Frosinone, punta avanzata della sperimentazione sul Tisa

Luciano Granieri



Mentre procede a tappe serrate il  TTIP (Tarnsatlantic  Trade and Investiment Partnership) - lo scellerato accordo semi segreto tra Usa e Ue  che consente alle multinazionali di esercitare anche in Europa   pratiche commerciali pericolose come il fracking e l’utilizzo di OGM , di scarificare gli standard di protezione della salute e dell’ambiente sull’altare del profitto, con il diritto di non rispettare le leggi  dello Stato che le ospita -   avanzano anche le trattative sul Tisa. 

Il Trade in Service Agreement,  è un’altra devastante trattativa, anche questa portata avanti senza che i cittadini dell’Unione europea ne sappiano molto  se non per  le rivelazioni Wikileaks , a cui prendono parte i Paesi con  i  più grandi mercati al mondo nel  settori  dei servizi.   Si tratta di: Usa, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 Paesi dell’Unione Europea, più altri 18 Stati il cui settore servizi produce il 70% del Pil globale. Un’opportunità di profitto colossale che le multinazionali non intendono farsi sfuggire. 

L’obbiettivo è la totale liberalizzazione dei servizi pubblici,(Sanità, istruzione, previdenza, gestione dell’acqua). Un accordo ripreso  dal  vecchio piano generale sul commercio  dei servizi (Ages), discusso  oltre 10 anni fa nell’ambito dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Programma  fallito sotto le proteste del movimento alter-mondialista. 

 In relazione alla sanità è di questi giorni un documento, scoperto e diffuso dalla rete Associated   Whistle-Blowing  Press,   secondo il quale lo scorso 6 ottobre è  stata discussa a Bruxelles un proposta che  prevede l’apertura totale delle frontiere del mercato della sanità, un business valutato attorno ai 6 trilioni di dollari. Il sistema prevede  facilitazioni  alla mobilità dei pazienti  nei  diversi Stati, con la libera trasmissione dei dati sensibili dei potenziali utenti da un paese all’altro, da una clinica all’altra,  in barba ad ogni normativa sulla privacy. 

E’ prevista la distribuzione  di voucher sanitari  utilizzabili dai pazienti    nella Nazione  e  nella  struttura privata che preferiscono . Un passaggio decisivo    per la privatizzazione totale del sistema sanitario a vantaggio dei cittadini più ricchi, delle cliniche private e delle compagnie di assicurative.  Il meccanismo  dei voucher, ovviamente,  dovrà essere finanziato con i soldi dei contribuenti.   

E’ indubbio che quanto sta accadendo al sistema sanitario della nostra Provincia,  definisce  il nostro  territorio come punta avanzata della sperimentazione sull’applicazione del Tisa.  Nella Asl della nostra Provincia  è   agevolato, e di molto,   il passaggio dei pazienti a strutture esterne ai  distretti  di competenza dell’azienda.  Nell’atto aziendale in votazione in Regione, la maggior parte dei tagli  dei posti letto è a carico dei presidi  pubblici.  

E’ in atto lo smembramento delle strutture riabilitative pubbliche, allo scopo di lasciare la gestione delle terapie di riabilitazione  totalmente  nelle mani delle cliniche private (ad alcune delle quali è stata rinnovata la convenzione nonostante la loro accertata condotta truffaldina). Per tacere dei laboratori di analisi, svenduti alle lobby private del settore.  Addirittura  gli aumenti del ticket per l’effettuazione di alcuni esami, come le analisi del sangue, rendono più  vantaggioso rivolgersi ai privati.  

Un emocromo completo svolto direttamente nel laboratorio senza impegnativa del medico costa 48,97 euro, pagando il ticket per la prestazione in pubblico servizio il costo sale a 67,90. E’ chiara dunque  la direzione del processo in corso.  Si tratta di una sperimentazione avanzata del Tisa. Ciò che nel mondo occidentale si sta preparando segretamente sulla pelle dei cittadini, qui nella nostra Provincia si sta già mettendo  in atto, neanche troppo segretamente,  con protervia e prepotenza, ai danni dei  ciociari. Asl di Frosinone come punta avanzata della sperimentazione Tisa? Certamente,  e non ci si venga a dire che nel nostro territorio non si pratica ricerca e innovazione. 


Nessun commento:

Posta un commento