L’era di Maastricht, ve la ricordate? La moneta unica,
l’euro, la libera circolazione dei capitali, un mercato di 500milioni di
consumatori, questo era il sol
dell’avvenire, ricchezza e prosperità per tutti. Ma per iscriversi al club era necessaria sobrietà nella spesa , morigeratezza
dei conti. Il deficit di uno Stato che voleva entrare nella virtuosa cerchia
europeista non doveva superare il 3% del Pil.
Ma l’Europa degli Stati di fine ‘900 era popolata di ricchi, e di straccioni. Non tutti avevano i
conti a posto. Alcuni Paesi denunciavano un deficit di gran lunga superiore al 3%
rispetto al Pil. Come fare, dunque, per succhiare il sangue anche ai disperati?
Come consentire agli straccions
tipo la Grecia, ma anche l’Italia ed
altri Paesi europei , di entrare nell’esclusivo club ? Imbrogliando. E quali migliori
imbroglioni se non i buontemponi
banchieri di Goldman Sachs e J.P Morgan?
Fingendo un commercio di valuta, per mascherare quello che era un prestito a tutti
gli effetti, Goldman Sachs ha inondato la Grecia di soldi freschi (300 milioni di dollari). Con questi denari,
avvelenati anche da forme speculative
pericolose come i derivati, Goldman Sachs, nel 1999, consentiva al Governo greco di livellare
il deficit al di sotto del 3% del Pil, con modalità poco
ortodosse e truffaldine e di favorirne l’entrata nell’area euro. In
cambio gli Ellenici, per anni, avrebbero dovuto destinare i magri introiti fiscali, flagellati da una
evasione monstre, al pagamento di un debito nascosto verso la spietata banca d’affari
statunitense. In poche parole per entrare nell’euro, i proventi delle tasse
anziché essere spesi a favore dei
servizi sociali, andavano a riempire i forzieri di Goldman Sachs. Così la
Grecia, consegnando il proprio popolo agli aguzzini della banca d’affari più
spietata del mondo è entrata nella moneta unica.
Nell’avanzarsi degli anni 2000,
dopo un discreto periodo di relativa tranquillità,
a fronte della crisi del 2008, i nodi sono venuti al pettine. Fra prestiti da
restituire agli investitori e il pizzo da corrispondere alle banche i soldi
sono finiti. Che si fa, si esce dall’euro? Giammai, alla Goldman Sachs si
sostituisce un’altra associazione a delinquere formata dagli estorsori di Ue
Bce e Fmi, la famigerata troika .
Questi signori si sono dichiarati pronti a resuscitare le
esangui casse elleniche, ma in cambio hanno preteso una straordinaria trasfusione di denaro
dal reddito al profitto. Privatizzazioni,
distruzione della scuole e della sanità
pubblica, licenziamenti, triplicazione del numero dei disoccupati, aumento
della povertà, questo è il pizzo da pagato alla troika , quanto più il debito
aumentava tanto più si infieriva sulle persone, negandogli la dignità di una
vita decente.
Ma che vantaggio c’è stato ad entrare nell’euro, se tutta
l’operazione è iniziata consegnandosi alle banche per occultare il deficit, e continuata nella spoliazione dei diritti dei cittadini a
fronte dell’aumentare vorticoso del debito?
Oggi l’importo dovuto ai creditori è proibitivo e impossibile da
restituire. Yanis Varoufakis il ministro
delle finanze del nuovo governo Greco, ha avanzato una soluzione, proponendo un rinvio dei
pagamenti, un prestito ponte, depurato dalle
condizioni imposte dalla troika, per
mettere un po’ di soldi in tasca ai Greci e permettere ad essi di sopravvivere . Il tutto in attesa che finalmente si riesca a recuperare, attraverso una nuova politica
fiscale, il bottino dei grandi evasori, si riducano privilegi, sprechi e si possa
mettere insieme, con queste misure, una parte di
denaro necessario a pagare il debito. E’
l’unico modo che hanno i creditori di vedere qualche quattrino. Concedere altri denari in cambio di ulteriore
smembramento dello stato sociale dell’alienazione del bene pubblico, come
pretende l’Unione europea, non è
funzionale a recuperare un debito fuori controllo.
Allora il dubbio sorge
spontaneo. Siamo sicuri che lo scopo sia quello di rientrare del prestito? Non è
che la strategia sia un'altra? Cioè mantenere e aumentare il debito, usandolo
come pretesto per permettere la schiavizzazione dei lavoratori, la
privatizzazione di tutti i servizi l’acquisizione delle proprietà pubbliche a favore del profitto delle èlite finanziarie
private? La seconda ipotesi sembra
essere quella vera e il neo presidente greco Tsipras ha rivelato il gioco. Ecco perché sta
combattendo con un eurogruppo
intransigente , con dentro anche il nostro ministro delle finanze, per sottrarre
i propri cittadini dalle grinfie della troika.
Ecco perché la battaglia intrapresa dalla
Grecia dovrebbe essere appoggiata da un’ampia parte di popolazione europea,
quella popolazione stanca di essere
sfruttata dal potere finanziario capitalista. Un potere che usa con
maestria le istituzioni per ottenere i
proprio privilegi. Ma dirò di più, ormai è chiaro il reale obbiettivo dell’adozione
della moneta unica. E’ un piano ordito
dalle ricche lobby finanziarie in combutta con i loro burattini politici, per
allargare smisuratamente il campo del profitto
travolgendo i cittadini. E il puntuale
intervento delle banche d’affari pronte a speculare sin dagli albori
di Maastricht per consentire ad alcuni Stati di entrare nell’euro ne è buona
testimonianza.
Dunque forse uscire
dall’euro potrebbe costituire un primo atto di sabotaggio al piano capitalista.
Con questi signori non si tratta, anche se il nuovo governo greco, dopo aver ostentato fermezza, sembra intenzionato a farlo . Questo è
l’avversario di classe e come tale va combattuto. L’uscita dall’euro il ritorno
alla moneta nazionale, un audit sul
debito ed un eventuale moratoria sono le
prime azioni di questa battaglia. Ormai e diventata una questione di sopravvivenza. Prima li si capisce, meglio sarà.
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