Mauro Buccheri
Matteo Salvini, da poco più di un anno segretario della Lega Nord, è partito con le sue camicie verdi alla conquista di Terronia. Sembrano lontanissimi i tempi in cui Salvini attaccava pesantemente i meridionali (1), i tempi dei cori a Pontida contro i napoletani “colerosi” e delle proposte per riservare alcuni vagoni della metropolitana ai milanesi, contro l'invadenza di “terremotati” e “bingo bongo”. E sembra appartenere ad un'altra era geologica – sebbene siano passati solo pochi mesi - anche la crociata del segretario del Carroccio contro l'esodo degli insegnanti precari meridionali che “invadono” le graduatorie del nord.
Alcune settimane fa, infatti, Matteo Salvini ha recitato pubblicamente il mea culpa, sostenendo di aver sbagliato sinora ad attaccare i meridionali (2). Non si tratta ovviamente di un ripensamento sincero, ma di un'autocritica ipocrita e funzionale al nuovo progetto che la Lega sta lanciando. Un progetto che, per riuscire, punta fortemente sull'immagine del neo segretario, giovane dal volto pulito e dai toni tanto risoluti quanto distanti dalla violenza verbale e dagli atteggiamenti rissosi dei Borghezio e dei Gentilini. Insomma, un leader giovane, fermo e deciso, ma allo stesso tempo più moderato dei capi leghisti della prima generazione (3), alcuni dei quali travolti oggi dagli scandali, e dunque capace di allargare l'area del consenso verdano a settori borghesi ieri intimoriti dai toni urlati e dai “fucili” di Bossi. Su questa figura in Padania si sta investendo tantissimo, e, infatti, negli ultimi mesi la visibilità mediatica di Salvini è aumentata enormemente, al punto che è ormai difficile accendere la televisione senza imbattersi nel leader leghista ospite di qualche trasmissione, persino se non direttamente dedicata alla politica.
Alcune settimane fa, infatti, Matteo Salvini ha recitato pubblicamente il mea culpa, sostenendo di aver sbagliato sinora ad attaccare i meridionali (2). Non si tratta ovviamente di un ripensamento sincero, ma di un'autocritica ipocrita e funzionale al nuovo progetto che la Lega sta lanciando. Un progetto che, per riuscire, punta fortemente sull'immagine del neo segretario, giovane dal volto pulito e dai toni tanto risoluti quanto distanti dalla violenza verbale e dagli atteggiamenti rissosi dei Borghezio e dei Gentilini. Insomma, un leader giovane, fermo e deciso, ma allo stesso tempo più moderato dei capi leghisti della prima generazione (3), alcuni dei quali travolti oggi dagli scandali, e dunque capace di allargare l'area del consenso verdano a settori borghesi ieri intimoriti dai toni urlati e dai “fucili” di Bossi. Su questa figura in Padania si sta investendo tantissimo, e, infatti, negli ultimi mesi la visibilità mediatica di Salvini è aumentata enormemente, al punto che è ormai difficile accendere la televisione senza imbattersi nel leader leghista ospite di qualche trasmissione, persino se non direttamente dedicata alla politica.
La svolta meridionalista di Matteo Salvini
Un nuovo leader che guida un nuovo corso della politica leghista. Un cambiamento di rotta finalizzato a sdoganare la Lega a sud dell'Emilia, in territori dove fino ad oggi il Carroccio non ha mai attecchito, e dove, anzi, è stato per lo più considerato un nemico. La svolta meridionalista di Salvini passa attraverso le scuse alle popolazioni del Sud per gli insulti passati, e attraverso una precisazione alla linea da lui espressa in precedenza. Salvini corregge oggi , infatti, il tiro e precisa che il bersaglio delle sue accuse non sono i meridionali bensì i “politici del sud”. Miracoli del populismo. Basta cambiare qualche parola e confidare nella diffusa rimozione della memoria storica: in questo modo, l'antimeridionalismo si trasforma in critica alla “casta politica”, cavallo di battaglia dei populisti di tutte le epoche e latitudini, buona per ogni stagione.
“Il Sud va salvato dalla sua classe dirigente”, leggiamo nel vangelo secondo il nuovo Matteo. Dirottare gli attacchi dai “terroni” ai loro “politici” consente a Salvini di guadagnare simpatie all'interno della galassia destrorsa meridionale e magari di intercettare settori che fino ad ieri si erano lasciati sedurre dalle sirene grilline. La Lega si candida, difatti, a capitalizzare anche a sud la pesante crisi che attanaglia il grillismo in tutta Italia, sia in termini di consensi elettorali che d’attivisti. Del resto, in questo progetto di conquista, finalizzato a salvare il partito dall'implosione all'interno dei suoi recinti localistici, è in gioco l'esistenza stessa della Lega. Qui (al meridione) si fa la Lega o si muore, è il motto che starà circolando nello stato maggiore padano.
Forse perché s’immedesima sempre più in Giuseppe Garibaldi, giorni fa Matteo Salvini ha lanciato una frecciata anche al Papa, reo a suo avviso di voler “dialogare con l'Islam” (4). Del resto, la Lega avrà fatto la pace coi “terroni”, ma non ha certo la minima intenzione di arretrare rispetto all'attacco contro gli ultimi: migranti, rom, “clandestini”. Se ciò avvenisse, infatti, la Lega non avrebbe più alcuna ragion d'essere. Sulla scia della vicenda di Charlie Hebdo, anzi, i leghisti danno ancora più fiato alle trombe islamofobe, paventando scontri di civiltà con i musulmani ed ergendosi a paladini della cristianità contro il rischio di “invasioni” ed “occupazioni militari e culturali”.
“Il Sud va salvato dalla sua classe dirigente”, leggiamo nel vangelo secondo il nuovo Matteo. Dirottare gli attacchi dai “terroni” ai loro “politici” consente a Salvini di guadagnare simpatie all'interno della galassia destrorsa meridionale e magari di intercettare settori che fino ad ieri si erano lasciati sedurre dalle sirene grilline. La Lega si candida, difatti, a capitalizzare anche a sud la pesante crisi che attanaglia il grillismo in tutta Italia, sia in termini di consensi elettorali che d’attivisti. Del resto, in questo progetto di conquista, finalizzato a salvare il partito dall'implosione all'interno dei suoi recinti localistici, è in gioco l'esistenza stessa della Lega. Qui (al meridione) si fa la Lega o si muore, è il motto che starà circolando nello stato maggiore padano.
Forse perché s’immedesima sempre più in Giuseppe Garibaldi, giorni fa Matteo Salvini ha lanciato una frecciata anche al Papa, reo a suo avviso di voler “dialogare con l'Islam” (4). Del resto, la Lega avrà fatto la pace coi “terroni”, ma non ha certo la minima intenzione di arretrare rispetto all'attacco contro gli ultimi: migranti, rom, “clandestini”. Se ciò avvenisse, infatti, la Lega non avrebbe più alcuna ragion d'essere. Sulla scia della vicenda di Charlie Hebdo, anzi, i leghisti danno ancora più fiato alle trombe islamofobe, paventando scontri di civiltà con i musulmani ed ergendosi a paladini della cristianità contro il rischio di “invasioni” ed “occupazioni militari e culturali”.
“Noi con Salvini” in Sicilia
Salvini ha messo al centro della sua agenda politica la conquista del Sud e si è dimostrato poco interessato ad altre questioni, inclusa quella (tanto cara alla stampa borghese) del nuovo presidente della Repubblica che doveva insediarsi al posto del dimissionario Napolitano, questione che il segretario leghista ha liquidato indicando come suo candidato ideale la presidente del Fronte nazionale francese Marine Le Pen! I suoi sforzi principali sono rivolti oggi allo sbarco in Terronia, tanto che nelle ultime settimane Salvini e i suoi fedelissimi hanno girato in lungo e in largo il tacco e la pianta dello stivale, e parecchie sono state le iniziative per presentare nelle principali città del meridione il movimento “Noi con Salvini” (questo è il nome scelto per il nuovo contenitore elettorale, con il blu che nel simbolo ha preso il posto del verde). Alla vigilia del tour nel Mezzogiorno il condottiero padano ha spiegato che la nuova classe dirigente meridionale dovrà essere composta da persone “nuove”, gente comune priva d’esperienza politica, che non ci saranno “riciclati” e che solo “una piccola parte” sarà composta da politici, comunque politici dal pedigree “impeccabile”.
I fatti sembrano smentire però i proclami di Salvini. Basti pensare che il punto di riferimento leghista in Sicilia è l'ex democristiano, e già lombardiano, Angelo Attaguile, eletto nel 2013 alla Camera col Pdl (5). E' stato lui a condurre nei giorni scorsi l'incontro di presentazione di “Noi con Salvini” a Palermo, presso il lussuoso Hotel delle Palme. Un incontro cui hanno preso parte anche un drappello d’ex giovani del Pdl, qualche esponente della vecchia classe dirigente isolana (quella che Salvini a suo dire dovrebbe contrastare), come il deputato regionale del Mpa Pippo Gennuso (che, segnala il Fatto quotidiano, è indagato dalla procura di Palermo per concorso in falso), nonché alcuni giovani di Casapound, gruppo neofascista notoriamente vicino alla Lega (6). Superfluo dire che uno dei temi centrali dell'incontro è stato quello relativo agli immigrati (7), ormai principale bersaglio dei leghisti dopo la riconciliazione padana col Mezzogiorno italiano, oltre alla lotta all'Europa e all'Euro, altri temi su cui Salvini ha cambiato radicalmente posizione ultimamente, dato che fino a poco tempo fa si esprimeva a favore della moneta europea (sebbene specificasse che i meridionali non la meritano!).
Nelle ultime settimane la Lega è sbarcata, sia pur con piccoli nuclei, in alcuni centri siciliani, avviando sin da subito la consueta propaganda xenofoba (ad esempio nel nisseno), e in alcune città il movimento “Noi con Salvini” ha già preannunciato la propria partecipazione alle elezioni comunali della prossima primavera. Così, ad esempio, a Licata, oppure ad Agrigento, dove il candidato sindaco sarà il deputato leghista Marco Marcolin, che ha incassato il supporto d’alcuni settori di destra riconducibili all'ex missino Nello Musumeci, già presidente della provincia di Catania ed oggi parlamentare regionale (8).
I fatti sembrano smentire però i proclami di Salvini. Basti pensare che il punto di riferimento leghista in Sicilia è l'ex democristiano, e già lombardiano, Angelo Attaguile, eletto nel 2013 alla Camera col Pdl (5). E' stato lui a condurre nei giorni scorsi l'incontro di presentazione di “Noi con Salvini” a Palermo, presso il lussuoso Hotel delle Palme. Un incontro cui hanno preso parte anche un drappello d’ex giovani del Pdl, qualche esponente della vecchia classe dirigente isolana (quella che Salvini a suo dire dovrebbe contrastare), come il deputato regionale del Mpa Pippo Gennuso (che, segnala il Fatto quotidiano, è indagato dalla procura di Palermo per concorso in falso), nonché alcuni giovani di Casapound, gruppo neofascista notoriamente vicino alla Lega (6). Superfluo dire che uno dei temi centrali dell'incontro è stato quello relativo agli immigrati (7), ormai principale bersaglio dei leghisti dopo la riconciliazione padana col Mezzogiorno italiano, oltre alla lotta all'Europa e all'Euro, altri temi su cui Salvini ha cambiato radicalmente posizione ultimamente, dato che fino a poco tempo fa si esprimeva a favore della moneta europea (sebbene specificasse che i meridionali non la meritano!).
Nelle ultime settimane la Lega è sbarcata, sia pur con piccoli nuclei, in alcuni centri siciliani, avviando sin da subito la consueta propaganda xenofoba (ad esempio nel nisseno), e in alcune città il movimento “Noi con Salvini” ha già preannunciato la propria partecipazione alle elezioni comunali della prossima primavera. Così, ad esempio, a Licata, oppure ad Agrigento, dove il candidato sindaco sarà il deputato leghista Marco Marcolin, che ha incassato il supporto d’alcuni settori di destra riconducibili all'ex missino Nello Musumeci, già presidente della provincia di Catania ed oggi parlamentare regionale (8).
Le ambizioni di Salvini nel meridione
E sempre a proposito di riciclati e di “nuovo” che avanza, la musica non cambia se si guarda a quanto sta accadendo nelle altre regioni meridionali. Alla presentazione di “Noi con Salvini Puglia”, presso la Camera dei deputati, avvenuta il mese scorso, erano presenti fra gli altri Rossano Sasso, dirigente della Ugl di Bari e candidato alle ultime elezioni comunali nella lista civica vicina al sindacato destrorso, e Mimmo Foglietta, foggiano, ex segretario provinciale dell’Udeur (9).
Il gruppo di Salvini rivendica già un nutrito seguito in Calabria, mentre cerca di far breccia anche in Campania. Lo scorso 19 gennaio si è svolto, presso l'Hotel Ramada, l'incontro di presentazione di “Noi con Salvini” a Napoli, sotto la direzione di Raffaele Volpi, vicecapogruppo della Lega Nord al Senato. Si tratta dell'uomo di fiducia cui Salvini sembra avere affidato il delicato compito di effettuare il reclutamento in meridione. Una piazza difficile per la Lega, quella di Napoli, come conferma anche la forte contestazione operata da un gruppo di studenti e attivisti dei centri sociali all'esterno dell'albergo dove si teneva il meeting (10). Così come difficile sarà per Salvini conquistare “Roma ladrona”. Una missione ardua per il segretario del Carroccio, che tenterà il primo approccio il prossimo 28 febbraio (quindici anni dopo l'ultima manifestazione organizzata dalla Lega nella capitale) con un'adunata in piazza del Popolo (11).
Il leader dei leghisti siciliani, Attaguile, ha pronosticato grandi risultati elettorali per il nuovo soggetto politico: “potenzialmente potremmo andare oltre il 10 per cento, anche il 15, o forse anche più su”. Auspici che trovano riscontro in alcuni sondaggi, secondo i quali i salviniani al Sud Italia potrebbero raggiungere consensi a doppia cifra (12). Proprio in Sicilia, qualche precedente aumenta l'ottimismo dei leghisti: ha fatto notizia il caso del comune di Maletto, nel catanese, dove la Lega alle ultime elezioni europee si è affermata come primo partito, con un consenso pari al 32%! Un risultato storico, cui seguì una visita di Salvini da quelle parti per festeggiare l'importante traguardo. In quell'occasione il leader leghista ricevette una calorosa accoglienza da parte della gente del luogo (13): una piccola grande soddisfazione per i padani, se si considera che lì nei pressi, a Bronte, le camicie rosse garibaldine che stavano facendo l'Italia lasciarono al contrario un pessimo ricordo, fucilando i contadini insorti contro i latifondisti.
Il gruppo di Salvini rivendica già un nutrito seguito in Calabria, mentre cerca di far breccia anche in Campania. Lo scorso 19 gennaio si è svolto, presso l'Hotel Ramada, l'incontro di presentazione di “Noi con Salvini” a Napoli, sotto la direzione di Raffaele Volpi, vicecapogruppo della Lega Nord al Senato. Si tratta dell'uomo di fiducia cui Salvini sembra avere affidato il delicato compito di effettuare il reclutamento in meridione. Una piazza difficile per la Lega, quella di Napoli, come conferma anche la forte contestazione operata da un gruppo di studenti e attivisti dei centri sociali all'esterno dell'albergo dove si teneva il meeting (10). Così come difficile sarà per Salvini conquistare “Roma ladrona”. Una missione ardua per il segretario del Carroccio, che tenterà il primo approccio il prossimo 28 febbraio (quindici anni dopo l'ultima manifestazione organizzata dalla Lega nella capitale) con un'adunata in piazza del Popolo (11).
Il leader dei leghisti siciliani, Attaguile, ha pronosticato grandi risultati elettorali per il nuovo soggetto politico: “potenzialmente potremmo andare oltre il 10 per cento, anche il 15, o forse anche più su”. Auspici che trovano riscontro in alcuni sondaggi, secondo i quali i salviniani al Sud Italia potrebbero raggiungere consensi a doppia cifra (12). Proprio in Sicilia, qualche precedente aumenta l'ottimismo dei leghisti: ha fatto notizia il caso del comune di Maletto, nel catanese, dove la Lega alle ultime elezioni europee si è affermata come primo partito, con un consenso pari al 32%! Un risultato storico, cui seguì una visita di Salvini da quelle parti per festeggiare l'importante traguardo. In quell'occasione il leader leghista ricevette una calorosa accoglienza da parte della gente del luogo (13): una piccola grande soddisfazione per i padani, se si considera che lì nei pressi, a Bronte, le camicie rosse garibaldine che stavano facendo l'Italia lasciarono al contrario un pessimo ricordo, fucilando i contadini insorti contro i latifondisti.
Quale via d'uscita contro gli attacchi padronali, il razzismo e il fascismo?
Di là di quello che sarà il responso delle urne, è certo che Matteo Salvini si candida a catalizzare al meridione le diffuse pulsioni di destra e fasciste, rimaste orfane di riferimenti politici dopo il crepuscolo del berlusconismo e la crisi del grillismo, e che settori neofascisti, ex berlusconiani, ex Mpa, “trombati”e arrampicatori d’ogni risma potrebbero approfittare del momento felice di Salvini per salire sul suo carro (14), con gli effetti reciprocamente benefici (ma non certo per le masse popolari) che ciò comporterebbe.
Il diffuso sentimento d’ostilità verso il Pd e il premier Matteo Renzi, i cui “obbedisco” alla Troika ne hanno smentito i proclami populisti, potrebbe poi dare un'ulteriore mano all'altro Matteo, Salvini, che ha fatto dell'opposizione a Renzi uno dei suoi punti di forza agli occhi dei potenziali interlocutori. Mentre altre forze di destra (Ncd, ma in buona parte anche Forza Italia) appaiono agli stessi occhi ormai compromesse col governo a trazione Pd.
La questione meridionale continua ad essere strumentalizzata da partiti di sistema e politicanti privi di scrupoli. La soluzione ai problemi del meridione italiano, così come delle masse oppresse a qualsiasi latitudine e longitudine, non si potrà trovare certo nelle secessioni (un tempo al centro dell'agenda leghista), nei federalismi o nelle autonomie all'interno del sistema capitalista, ma soltanto attraverso una lotta politica radicale e ad oltranza che promuova le ragioni della classe proletaria contro il padronato. L'unico progetto politico che può restituire un futuro alle masse oppresse del Mezzogiorno italiano, e d’ogni parte del mondo, è un progetto comunista, rivoluzionario,internazionalista che, a partire dalle battaglie quotidiane e sulla base di un programma transitorio, lavori costantemente nella prospettiva dell'abbattimento del sistema capitalista e della presa del potere politico da parte delle classi oppresse. La costruzione di questo progetto, che vede impegnati la Lit-Quarta Internazionale e il Pdac, che della Lit-Qi è sezione italiana, anche in diverse regioni del sud Italia, è allo stesso tempo l'unico argine possibile contro i rigurgiti razzisti e fascisti, che emergono con forza maggiore in questa fase di grave crisi economica e sociale e in assenza di una risposta adeguata a sinistra alla violenza dell'attacco padronale.
Il diffuso sentimento d’ostilità verso il Pd e il premier Matteo Renzi, i cui “obbedisco” alla Troika ne hanno smentito i proclami populisti, potrebbe poi dare un'ulteriore mano all'altro Matteo, Salvini, che ha fatto dell'opposizione a Renzi uno dei suoi punti di forza agli occhi dei potenziali interlocutori. Mentre altre forze di destra (Ncd, ma in buona parte anche Forza Italia) appaiono agli stessi occhi ormai compromesse col governo a trazione Pd.
La questione meridionale continua ad essere strumentalizzata da partiti di sistema e politicanti privi di scrupoli. La soluzione ai problemi del meridione italiano, così come delle masse oppresse a qualsiasi latitudine e longitudine, non si potrà trovare certo nelle secessioni (un tempo al centro dell'agenda leghista), nei federalismi o nelle autonomie all'interno del sistema capitalista, ma soltanto attraverso una lotta politica radicale e ad oltranza che promuova le ragioni della classe proletaria contro il padronato. L'unico progetto politico che può restituire un futuro alle masse oppresse del Mezzogiorno italiano, e d’ogni parte del mondo, è un progetto comunista, rivoluzionario,internazionalista che, a partire dalle battaglie quotidiane e sulla base di un programma transitorio, lavori costantemente nella prospettiva dell'abbattimento del sistema capitalista e della presa del potere politico da parte delle classi oppresse. La costruzione di questo progetto, che vede impegnati la Lit-Quarta Internazionale e il Pdac, che della Lit-Qi è sezione italiana, anche in diverse regioni del sud Italia, è allo stesso tempo l'unico argine possibile contro i rigurgiti razzisti e fascisti, che emergono con forza maggiore in questa fase di grave crisi economica e sociale e in assenza di una risposta adeguata a sinistra alla violenza dell'attacco padronale.
Postilla
Per completezza d'informazione sul tema, e a ulteriore conferma rispetto a quanto esposto in questo articolo scritto alcuni giorni fa, segnaliamo l'arresto avvenuto ieri di un consigliere comunale di Palermo, tale Giuseppe Faraone, ex Udc e Il Megafono (cartello riconducibile al presidente della Regione Rosario Crocetta), che da gennaio aveva aderito al movimento “Noi con Salvini” ( http://www.huffingtonpost.it/2015/02/09/giuseppe-faraone_n_6643200.html ;http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/02/09/news/l_ambasciatore_dei_boss_del_racket_
era_un_consigliere_comunale_quattordici_imprenditori_denunciano_il_pizzo_scattano_27_ar-106824632/ ).
L'arresto è scattato per “tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso”: secondo la procura distrettuale antimafia di Palermo, infatti, il politicante in questione sarebbe un “ambasciatore dei clan” (non mancano, stando a quanto riportato da alcuni giornali locali, delle intercettazioni che ne dimostrerebbero la vicinanza a uno dei più potenti boss di Palermo, Francesco D'Alessandro, del clan di San Lorenzo). Ironia della sorte, l'arresto è avvenuto il giorno dopo la visita effettuata da Matteo Salvini a Palermo per incontrare i suoi supporters locali presso l'hotel delle Palme, incontro che ha fatto registrare la contestazione di centinaia di giovani ed attivisti politico-sindacali all'esterno dell'albergo. E pensare che, durante l'incontro di Palermo, Matteo Salvini, intervistato dalla stampa locale, ha detto che “la mafia è il pericolo numero uno”! (http://palermo.gds.it/2015/02/08/salvini-a-palermo-parte-la-protesta_309342/ )
L'arresto è scattato per “tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso”: secondo la procura distrettuale antimafia di Palermo, infatti, il politicante in questione sarebbe un “ambasciatore dei clan” (non mancano, stando a quanto riportato da alcuni giornali locali, delle intercettazioni che ne dimostrerebbero la vicinanza a uno dei più potenti boss di Palermo, Francesco D'Alessandro, del clan di San Lorenzo). Ironia della sorte, l'arresto è avvenuto il giorno dopo la visita effettuata da Matteo Salvini a Palermo per incontrare i suoi supporters locali presso l'hotel delle Palme, incontro che ha fatto registrare la contestazione di centinaia di giovani ed attivisti politico-sindacali all'esterno dell'albergo. E pensare che, durante l'incontro di Palermo, Matteo Salvini, intervistato dalla stampa locale, ha detto che “la mafia è il pericolo numero uno”! (http://palermo.gds.it/2015/02/08/salvini-a-palermo-parte-la-protesta_309342/ )
Note
1. Oltre ad immigrati e omosessuali (contro i quali ha celebrato la politica omofobica di Putin), bersaglio ricorrente delle invettive di Salvini sono sempre stati, almeno fino ad ieri, i “terroni”:http://www.articolotre.com/2013/12/salvini-contro-tutti-terroni-e-migranti-ladri-gay-magistrati-rimbambiti-e-giornalisti-infami/
2.http://www.lastampa.it/2014/12/02/italia/politica/salvini-sui-meridionali-ho-sbagliato-li-conoscevo-poco-phELIRgpI2VOkQpfdeMesN/pagina.html
3. Salvini ci tiene spesso a precisare, per rassicurare il padronato, che i suoi (apparenti) attacchi alle istituzioni borghesi si mantengono entro i limiti della “civiltà”. Così ha fatto anche recentemente, dopo che la Consulta ha bocciato la sua proposta referendaria in merito alla Legge Fornero, iniziativa che aveva ottenuto anche il supporto della segretaria della Cgil Susanna Camusso:http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/01/20/pensioni-consulta-inammissibile-referendum-sulla-legge-fornero-proposto-dalla-lega-nord-ira-di-salvini_45e88f63-f546-4c0f-8be9-636b404894ad.html
4. Come al solito, la Lega cerca di solleticare i più bassi istinti delle persone. In questo caso, la frecciata al Papa è finalizzata ad intercettare le pulsioni razziste e xenofobe interne ed esterne al mondo cattolico: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/08/charlie-hebdo-salvini-papa-sbaglia-dialogare-islam-in-guerra/1323711/
6. Proprio pochi giorni fa il progetto meridionalista di Salvini è stato celebrato entusiasticamente dai militanti calabresi di Casapound nel corso della presentazione dell'associazione “Sovranità – prima gli italiani”, svolta a Lamezia Terme, cui ha preso parte anche il vicepresidente nazionale di Cpi, Simone Di Stefano: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/01/10/calabria-casapound-siamo-con-la-lega-ha-ammesso-sbaglio-su-centro-sud/328641/
7. http://www.loraquotidiano.it/2015/01/11/fascisti-e-nemici-dellimmigrazione-ecco-i-leghisti-di -sicilia_20723/
8.http://www.sicanianews.it/cartello-marcolin-sindaco-di-agrigento-riunione-di-simpatizzanti-di-destra-presso-la-sede-del-movimento-di-piu/
9.http://www.corrieresalentino.it/2014/12/nasce-al-sud-e-nel-salento-noi-con-salvini-puglia-la-presentazione-alla-camera-dei-deputati/
14. In tal senso iniziano a notarsi nel panorama di destra alcuni movimenti e cambi di casacca. A titolo esemplificativo: http://www.loraquotidiano.it/2015/01/02/trapani-consigliere-passa-con-la-lega-salvini-un-grande-leader-moderato_18486/
video di Luciano Granieri
Nessun commento:
Posta un commento