A seguito
della diffida recapitata il giorno 20 febbraio 2015 al Commissario
Straordinario Dott. Ernesto Raio del
Comune di Pontecorvo in cui lo si invitata a rispettare gli impegni presi per
la costituzione del tavolo tecnico e il blocco immediato dei lavori per la
realizzazione di un impianto di
gassificazione a biomasse legnose della potenza di 200 kW denominato "Pontecorvo
Syngas" in località Ravano (Via Le Cese), in attuazione del Principio
di Precauzione, i rappresentanti ambientalisti Salvatore Avella (Fare
Verde Onlus) e Alessandro Barbieri (Consulta dell'Ambiente di Piedimonte
San Germano), atteso più di 15 giorni senza aver avuto alcuna risposta, il
giorno 20 marzo 2015 hanno prodotto un esposto/denuncia per mancata
applicazione del "principio di precauzione" depositato alla Procura
della repubblica di Cassino, al Ministero dell'Ambiente, alla Direzione
Regionale - Area Valutazione Impatto Ambientale e Assessore all'Ambiente della
Regione Lazio, alla Prefettura di Frosinone, e a tutti i comuni confinanti quello
di Pontecorvo. «Non ci ha lasciato altra scelta - commentano
gli ambientalisti - se non quella dell'esposto/denuncia alle autorità competenti,
vista la totale assenza di collaborazione del Commissario Raio. Un silenzio che
ha permesso alla società proponente l'impianto di continuare ultimando i
lavori. Ci è poi giunta voce che in quest'ultima settimana hanno addirittura messo in funzione l'impianto
per delle prove tecniche. La nostra richiesta è stata esplicita e diretta,
viste le prove documentabili a partire dalle anomalie del progetto (distanza
dalle abitazioni, distanza dai cavi ad alta tensione, quantità e provenienza di
biomassa bruciata, etc.), dalle chiare normative in tema di "industrie
insalubri", dall'assenza di uno studio d'impatto ambientale (nonostante
sia stato richiesto dallo stesso Comune) e dalla mole di documenti scientifici
che attestano la nocività che tali impianti termoelettrici producono
all'ambiente e alla salute (nanoparticelle inorganiche). Vogliamo lanciare un
ulteriore appello soprattutto agli agricoltori locali, i quali vedranno (in
caso di avvio dell'impianto gassificatore) irrimediabilmente depauperarsi i
loro terreni e le loro colture, una tra tutte il "Peperone di Pontecorvo
DOP", che sicuramente perderà la sua Denominazione di Origine Protetta.»
F.to Alessandro Barbieri e Salvatore Avella.
Cassino, lì 21/03/15
Nessun commento:
Posta un commento